Lungo i sentieri del grano di Carmine Leo. La recensione di WWWITALIA
I sentieri del grano sono strade tracciate dalla fame e dalla tenacia di uomini e donne disposti a correre tanti pericoli per approvvigionarsi dell’oro della Puglia, partendo da Sant’Angelo a Scala, un piccolo paesino dell’Irpinia. A piedi, sotto il sole o la pioggia, motivati a riportare a casa il meritato bottino, che li avrebbe sfamati per mesi, i giovani santangiolesi partivano quando ancora non era sorto il sole, tracciando vie diverse per non incorrere in cattivi incontri con persone affamate e senza scrupoli, disposte a tutto pur di appropriarsi del loro denaro e del grano, ma anche per evitare di imbattersi nei soldati tedeschi, in ritirata dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e intenti a farsi scudo degli italiani.
Lo spaccato d’Italia che ci racconta Leo rappresenta le angosce, le paure, le perdite che la guerra inflisse al nostro Paese, ma anche la capacità di guardare alla vita con fiducia e speranza, a dispetto dei pericoli e della provvisorietà in cui viveva la gente, semplice ma determinata a sopravvivere, anche soccorrendosi reciprocamente, se necessario, perché la vita veniva prima di tutto.
E, come per miracolo, facendosi beffe della tragedia della guerra e della fame, l’amore sboccia anche lungo i sentieri del grano. L’atmosfera narrativa in quei frangenti si distende e fa dimenticare gli orrori di quei tempi duri. Sguardi, battute, rossori di gote e tanto pudore compongono le descrizioni degli incontri tra le ragazze, alle prese con un lungo cammino, da affrontare con un carico pesante sulle spalle, e i loro compagni, anch’essi schiacciati dal sacco di grano.
L’autore, che aveva già pubblicato il bel romanzo Il colore del sangue qualche anno fa, dedicando la sua attenzione al delicato tema delle Foibe, torna con questo romanzo ambientale, sempre per i tipi di Delta3, a raccontare di guerra, questa volta al Sud, a ridosso dello sbarco degli Alleati a Salerno. Lo fa raccogliendo i racconti dei testimoni che continuano a narrare fatti divenuti a Sant’Angelo ormai leggende.
Dopo una introduzione che costruisce l’ambientazione, in cui l’autore descrive la vita del paesino e di uomini e donne alle prese con i tedeschi in fuga, il racconto entra nel vivo e ci porta, con una minuziosa e coinvolgente descrizione del viaggio, a calpestare le strade che portavano a granaio d’Italia e a rivivere con i personaggi le paure, la fatica e la soddisfazione per l’ardua missione intrapresa.
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