Maria Panetty Petrarca, una donna valorosa che ha lasciato il segno

In occasione del centenario della nascita di Maria Panetty, insegnante, scrittrice ed erudita di inizio Novecento, nel 2014, la figlia Pasqualina Petrarca, ex insegnante e poetessa, ha pubblicato un opuscolo che ne raccoglie la vita e le opere, alcune testimonianze di persone che l’avevano conosciuta nei periodi di maggiore attività, poesie, canzoni da lei composte, delle foto, il manifesto elettorale che ricorda la sua candidatura alla Camera dei Deputati  nel 1953 per il Partito Monarchico, il frontespizio del dramma storico da lei scritto e diversi documenti. Si tratta solo di un breve assaggio di quella che fu la vasta produzione artistica e delle attività che la videro protagonista instancabile di un periodo storico molto significativo per il nostro Paese. A una donna tanto valorosa è stata, qualche giorno fa, dedicata anche una villetta nella sua cittadina, che qualche giorno fa ha raccolto i suoi cittadini a renderle omaggio.

Maria Panetti Petrarca radunò intorno a sé gli intellettuali napoletani nella sua casa di Pozzuoli. Icona della femminilità del nuovo secolo, indipendente e volitiva, questa donna mi ha incuriosita molto e così ho rivolto alcune domande alla figlia Pasqualina Petrarca, che è stata anche lei insegnante, e alla nipote, la dottoressa Antonella Cicale, medico, per saperne di più.

Intervista a Pasqualina Petrarca

Una figura così iconica come quella di sua madre Maria Panetti ha rappresentato, secondo lei, il tempo in cui visse, traducendone in qualche modo gli umori e le proposte? Ce ne può parlare?

Certamente sì, il dolore per la perdita dei genitori, quando era ancora piccola, le procurò un vuoto profondissimo che, tuttavia, riuscì a colmare in qualche modo con lo studio, la cultura, l’educazione al sapere e alla ricerca, dall’età scolare fino alla fine dei suoi giorni, ogni giorno della sua vita, anche di notte, figli permettendo. Lo considerava come alimento per la sua esistenza sia terrena che spirituale, pertanto appare chiaro come ella avesse sempre presente la situazione sociale e politica di Pozzuoli, quella della nazione italiana, e anche internazionale, dell’epoca.

Com’era la sua famiglia? Ci racconta un aneddoto legato alla vostra vita insieme?

Il nostro Natale era imbattibile, ricordo il piatto di papà era sempre in bilico, pieno sotto delle nostre letterine, io ero emozionata fino al mio turno e vedevo che papà aveva gli occhi lucidi e il suo bel sorriso carico di felicità per la sua bellissima e magica famigliola, non desiderava di più dalla vita. Sì, lui aveva vinto: noi eravamo la sua vittoria e mamma a tavola piangeva sempre di felicità.

Intellettuali e personaggi di rilievo in campo sociale frequentavano la vostra casa, che era divenuto un salotto culturale, ricco di fermenti letterari. Durante la Seconda Guerra Mondiale, ha scritto nel suo opuscolo, la sua casa divenne Quartier generale delle truppe alleate, fungendo da filtro della diplomazia e della politica a favore di Pozzuoli. Ha dei ricordi legati a questi incontri?

Ricordo che, ogni qualvolta si presentava l’occasione, sia nel pubblico che nel privato mia madre esprimeva con chiarezza e determinazione tutte le sue idea a favore dell’interlocutore di turno affinché egli potesse trovare la chiave giusta per risolvere i suoi quesiti.

Intervista ad Antonella Cicale

Che nonna era Maria Panetti, me ne vuole parlare?

Avevo 12 anni quando mia nonna è finita; era una donna molto semplice e nello stesso tempo fiera, che trasmetteva cultura attraverso ogni suo gesto, nella postura e nel modo di approcciarsi a tutti. Non lo faceva in modo forzato ma naturale. La ricordo quando preparava le sue opere, era anche sceneggiatrice e costumista delle opere teatrali che scriveva. La domenica ricordo le tavolate numerose, ricordo che aveva molto piacere di stare con me e con mia sorella. Ci inorgogliva chiederle un aiuto per i compiti, perché lei era laureata in Lingue e letteratura inglese e anche in Lettere, Pedagogia e Psicologia e aveva diversi diplomi e specializzazioni, era un pozzo di cultura e per me un esempio. «Tu e tua sorella non avete bisogno di me perché siete autonome e capaci», ci rispondeva riempendoci di soddisfazione.

Oggi lei è un medico e nella sua professione è molto attiva sul territorio. Si vede che ha una spiccata empatia e questo è di sicuro di aiuto ai suoi pazienti. Mi racconta un insegnamento che le ha dato sua nonna per la vita?

L’insegnamento che mi ha dato era la sua vita stessa, cioè a non avere paura di essere ciò che si è, di comunicare tutte le sfaccettature che abbiamo. Di avere l’urgenza comunicativa al di là delle barriere culturali, sociali e del giudizio. È importante essere contemporanei della nostra vita, presenti a noi stessi e fedeli a noi stessi, seppur con le nostre mille diverse sfaccettature. Questo è il più grande insegnamento che ho avuto da lei.

Le donne di oggi hanno conosciuto un mondo completamente diverso da quello con cui si confrontò sua nonna, grazie proprio all’impegno di chi ha puntato sulla pari dignità tra uomo e donna. Lei, donna impegnata nella cultura, che svolge un lavoro indispensabile alla società, cosa pensa dell’attuale condizione della donna?

La nonna ha combattuto molto per la donna e per la parità sociale e istituzionale, tanto è vero che è stata candidata al Parlamento e al il Comune di Pozzuoli, dove è stata Consigliere negli anni cinquanta. Credeva fortemente al ruolo della donna, ma non come ruolo in sé, asettico, piuttosto come pari dignità e pari opportunità. Penso che adesso le cose siano un po’ cambiate, ma la nostra è ancora una società sessista in cui la donna deve dimostrare di più anche a lavoro, a maggior ragione se giovane e mediamente carina. Deve dimostrare di essere altrettanto preparata di un uomo, soprattutto nel mio caso, verso il paziente. Chiaramente, poi il paziente riesce a rispettarti e a fidarsi, ma non subito.

Sua nonna ha insegnato anche all’Univesità prima di dedicarsi alle scuole elementari. Una frase che ricorda di Maria Panetty?

Ci sono tante frasi che ricordo bene, ma me ne viene in mente una in particolare. Quando negli ultimi tempi andavo a studiare a casa sua mentre mia madre l’accudiva, su invito di mia madre, le chiesi se gradiva una pésca e lei mi riprese dicendomi: «Non si dice pésca perché con la e chiusa non identifica il frutto: si dice pèsca, con la e aperta». Mi è rimasta molto impressa questa precisazione perché bisogna sempre tenerci alle cose sia semplici che complesse. Tutte le cose hanno una dignità, una forma e un contenuto e questo mi è rimasto sempre impresso.

Qualche giorno fa c’è stata una manifestazione in onore di sua nonna a Pozzuoli. Ci spieghi di cosa di è trattato.

Il 27 giugno a Pozzuoli c’è stata l’inaugurazione della villetta intestata a Maria Panetty Petrarca, eccelsa donna puteolana di cultura, maestra di Sofia Loren. In quel luogo c’era l’ex scuola elementare “De Amicis” a via Terracciano, che fu abbattuta. Una bellissima manifestazione ed un ottimo riconoscimento ad una persona con doti eccezionali di donna, moglie, mamma, insegnante, poetessa, educatrice, artista. Un plauso ai figli (in particolare Rita, Pasqualina, Alberto, Milena) ed all’amministrazione comunale. Sono orgogliosa di essere tua nipote.

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.