Nostalgia e la Sanità. Favino fa di nuovo centro

La nostalgia è un sentimento pervasivo, uno stato d’animo che invade l’anima di chi la possiede. Un sentimento in cui crogiolarsi nel ricordo, nelle sensazioni scaturite dai tutti i cinque sensi. Nostalgia è l’intenso film di Mario Martone tratto dal romanzo di Ermanno Rea, che ha come principale interprete Pierfrancesco Favino nei panni di Felice, un benestante imprenditore vissuto tra il Libano e l’Egitto che fa ritorno dopo quarant’anni nel suo quartiere di nascita: la Sanità. Un quartiere indubbiamente non solo sfondo ambientale, ma coprotagonista nel racconto. Felice ha lasciato il quartiere a soli 15 anni, ha ricostruito la sua vita altrove, eppure il filo con le sue radici non si è mai interrotto e ritorna a trovare la sua mamma anziana, la splendida Aurora Quattrocchi, di cui deve prendersi cura.
Tornato per pochi giorni, in realtà quei luoghi dell’anima riaffiorano in lui, mai dimenticati. Nostalgia di un passato che ritorna con le contraddizioni tra bene e male, ma che in ogni caso lo hanno segnato in modo indelebile, come incancellabile è il senso di forte appartenenza a quei luoghi. La ricerca di un luogo al mondo in cui ci si sente liberi di essere se stessi nella misura più intima. Alla ricerca del suo amico delle scorribande giovanili, con cui condivide un delitto impunito, Oreste (Tommaso Ragno) che, a differenza sua, è rimasto e, forse senza scelta, ha seguito la via del crimine, oggi uno dei boss più temuti del quartiere. A fare da contrappasso Don Luigi che lotta per strappare i ragazzi a una vita segnata dalla camorra, interpretato dall’attore Francesco di Leva, che nella sua vita davvero è restato a Napoli, cercando con la cultura del teatro di accogliere i giovani di questa terra.
Felice cammina molto a piedi a riscoprire quei luoghi già vissuti, in vicoli, suoni, colori di un ventre che accoglie, sconvolge e assorbe per la sua intensità, tanto che Felice vuole rimanere, incurante del pericolo, perché come Ulisse è tornato a casa e lì vuole concludere il suo viaggio.
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