Una mattina a Santa Domenica Talao (CS)

È fine luglio, il caldo si fa sentire, ma su a Santa Domenica Talao, a poco più di 300 metri sul livello del mare, gira l’aria e si respira. Il panorama, che restituisce la visione della piana del Lao, con Scalea e San Nicola Arcella sulla costa, è spazioso e suggestivo. Si intuisce da lì che le colline, propaggini del complesso montuoso del Pollino, al cui Parco appartiene anche questo centro, la fanno da padrone su tutto il resto.

Appena giunti in paese, ci accorgiamo che l’acqua qui non manca, più di una fontana conforta, infatti, il visitatore, e per di più è acqua fresca. I bar neanche: entrando nel centro alto del paese, quello storico, indicato come Piazza Italia, se ne trovano tre praticamente in fila. Proprio lì, su una rampa a scalini, si erge la Chiesa madre, dedicata a San Giuseppe, protettore e patrono di Santa Domenica. Avendo osservato una serie di “cinti” fiorati con le insegne del Santo sugli altari e gli apparati delle luminarie per le strade, apprendiamo che la processione del Patrono si è tenuta la seconda domenica del mese di luglio, ma in quel luogo è ancora festa.

E ancora lì, nella piazza, si apre una terrazza, che offre tutto lo spettacolo del panorama sul mare. Diversi sedili ai margini delle strade consentono una sosta rinfrancante, mentre si studia la mappa per iniziare il giro. Prime segnalazione invitano a visitare: la Chiesa madre, arroccata tra le viuzze e sovrastata da una torre campanaria molto bella, interni barocchi in bianco, con reperti di epoche precedenti, e il Museo della Terra, che, per quanto segnalato con orario esposto nel bar, risulta invece ancora chiuso alle visite. Si spera che presto prenda a ospitare i visitatori (magari un’altra volta ci torniamo per vedere cosa vi è esposto).
Si capisce che a gestirlo saranno dei giovani volontari, che non hanno ancora trovato il modo di renderlo fruibile. Avvisiamo comunque il bar che l’esposizione degli orari di apertura del Museo è precoce e proseguiamo la visita.

Portali elaborati ci fanno inoltrare nella storia del paese, fondato come casale dalla famiglia feudale degli Spinelli, signori di Scalea, nel Seicento. Da allora prima l’indipendenza, sempre sotto il controllo feudale e poi la identificazione come comune nel 1860, con l’avvento del Regno d’Italia.


Una curiosità storica è legata alla spedizione dei Mille di Garibaldi. Il condottiero fu ferito in Aspromonte e fu curato da un medico di Santa Domenica Talao, il dottor Giuseppe Campagna, che poi fu insignito per questo di una medaglia da Vittorio Emanuele II e la cui casa di famiglia si erge in cima al paese, esponendo un magnifico portale.
Il paese conta poco più di mille abitanti, l’ufficio postale è così piccolo che le persone devono aspettare fuori il proprio turno, ma tutti salutano educatamente quando ti incrociano, come accadeva una volta, quando l’educazione e l’accoglienza erano più abbondanti del cibo. E ciò carezza la speranza che ancora alberga nel cuore di chi sa di cosa parla.
Il mio consiglio è di fare una visita a questo piccolo gioiello.

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