8 Marzo: quando ci fanno gli auguri…

“8 Marzo: Festa della donna: Auguri!” A cosa pensiamo quando facciamo gli auguri ad una donna, oggi? E una donna come si sente quando li riceve?

Le auguriamo l’indipendenza, l’ascesa sociale, il rispetto, la non violenza, la parità, le auguriamo ciò che al giorno d’oggi, nel 2019, dovrebbe essere ormai scontato, dopo anni di battaglie per le pari opportunità. Ma, in fondo, ci chiediamo cosa realmente significa la parità nell’immaginario collettivo, nelle cose che pensiamo e diciamo ogni giorno delle donne e per le donne, come se fossero ancora una minoranza da tutelare? In buona fede, certo, eppure nel nostro linguaggio e nel nostro pensiero non riusciamo ancora ad immaginare una parità (che, attenzione, non è uguaglianza!) che sia veramente tale.

Uomini e donne sono diversi fisicamente e mentalmente ed è in questa diversità che occorre compenetrarsi nei ruoli, nelle difficoltà quotidiane, nell’impegno lavorativo.

Le donne hanno già ampiamente dimostrato di poter raggiungere i vertici al pari degli uomini eppure le disuguaglianze di trattamento sia a livello lavorativo-economico che sociale sono ancora troppe. Perché? Perché il livello culturale non va di pari pari passo con le conquiste realizzate dalle donne, perché ogni passo avanti è ancora un’eccezione, perché i pregiudizi e i retropensieri nei confronti di una donna che ce l’ha fatta sono più forti della stima nei suoi confronti.

Oltre le leggi, oltre le manifestazioni e le lotte per la parità, oltre le misure contro la violenza, occorre andare oltre, occorre cambiare il proprio atteggiamento, il proprio pensiero.

Chi ce l’ha fatta, uomo o donna che sia, è per il suo impegno e per le sue capacità, togliamo il “nonostante sia donna” perché già questa accezione è discriminante.

Discorso simile per la violenza: personalmente non amo la dicitura “violenza di genere”, la violenza è violenza e deve essere condannata a priori. Le donne vanno tutelate come cittadine di uno stato civile, non in quanto donne, non abbiamo bisogno di una protezione dalla nostra presunta debolezza, perché noi, se vogliamo e se soprattutto sappiamo di essere realmente tutelate, sappiamo reagire e denunciare.

Le istituzioni, la legge, la società civile sono specchio del grado culturale di un popolo ed è su quello che bisogna intervenire se vogliamo realmente cambiare le cose.

Non nascondiamoci dietro l’8 marzo, ma sforziamoci per cambiare il nostro pensiero, il nostro linguaggio, il nostro sguardo sulle donne.

Vi ringraziamo per gli auguri a patto che siano auguri sinceri, che siano fatti con un intento di incoraggiamento e non di pietà.

 

Print Friendly, PDF & Email

About LUIGIA MERIANO

Laureata in Comunicazione Istituzionale e d’Impresa. Giornalista pubblicista dal 2012. Ha conseguito un Master in Web marketing e Social Media management. Si definisce riflessiva ma determinata. Ha collaborato con il Mattino di Avellino, occupandosi prevalentemente di attualità, ma ha avuto esperienze professionali anche in altri ambiti della comunicazione, quali eventi e manifestazioni culturali. La sua formazione l’ha portata ad approfondire le tematiche legate all’universo femminile, sulle quale ha svolto anche la tesi di laurea (“Il corpo della donna tra Islam e Occidente”). E' impegnata in progetti a favore dell'inserimento delle donne nel mondo del lavoro. Tra i suoi hobby il cinema, la musica e il teatro. https://www.facebook.com/luigia.meriano Per contatti luigiameriano@wwwitalia.eu