INCONTRO CON CLAUDIO LOLLI

Lettere matrimoniali, romanzo, Laurana Editore, 221 pagine, € 15,00. Collana Rimmel.

La recensione e l’intervista all’autore

Melania cara, amore mio dolcissimo, noi ci vediamo poco e stiamo insieme poco… così ho pensato di scriverti qualcosa…

Questo l’incipit del romanzo epistolare di Claudio Lolli. Un marito e una moglie, un amore carico e reciproco, una storia intensa in un momento storico dell’Italia in cui esistevano ideali e speranze.

La necessità forte di comunicare il piacere, il desiderio, la gratitudine verso la compagna della sua vita.

La prima analisi del libro di Claudio Lolli, definito appunto come romanzo perché dalle lettere si può evincere la trama di una vita, è quindi quella di una storia di amore tra l’autore e sua moglie.

Più in fondo vi sono la famiglia di origine, il rapporto con la madre fino alla fine, i ricordi, le esperienze di vita politica e sociale, i concerti, la vita di un artista, Bologna.

Egli è infatti, prima che scrittore di lettere, poeta e cantautore.

Le lettere sono a sfondo intimistico, romantico e erotico; a volte anche appena blasfemo. Molti i riferimenti agli anni ’70, alla politica di quei tempi e alla sua evoluzione nel corso degli anni che seguirono.

Affermazioni che colpiscono come La libertà rende belli e fa dimagrire…  Poi il disordine, di solito, non è il rifiuto dell’ordine ma l’accettazione del disordine…  Si esce da una meravigliosa fessura femminile a guardare il sole e si finisce in una fessura della terra a guardare il buio.

Il rapporto con la madre, il suocero, i figli, vengono fuori da racconti, da ricordi esposti a volte con nostalgia, altre con cinismo, altre semplicemente con ammirazione e grande affetto.

Segni che denotano una grande sensibilità e che, a volte, mi hanno dato l’impressione che sfocino in erotismo quasi per rifugiarsi lì, per non far uscire allo scoperto sentimenti troppo forti. Impressione mia, chiaramente.

Ed ecco le mie domande all’autore.

D: Le lettere sono intime,  sentimentali e quasi sempre  erotiche. Fermo restando che l’erotismo può piacere o no come tutte le cose, vorrei sapere cosa ne pensa sua moglie. Ho letto che qualche volta, quando era arrabbiata o stanca, non rispondeva alle lettere. Quando, invece, lo faceva quali erano le modalità? Se ho capito bene, dopo averle scritte lei conservava le lettere in un contenitore e poi sua moglie le leggeva.

R: Beh, questa è una finzione, sono degli stralci. È quasi  tutto quasi inventato. È  vero che alcune volte le ho fatto leggere qualcosa e lei è rimasta un po’ risentita per l’eccessiva, secondo lei,  spudoratezza, per la mancanza di riservatezza   e di intimità.

D: Giacché lo ha detto anche sua moglie posso dirle che questa era una caratteristica che aveva colpito anche me. Scrivere delle cose così intime e poi pubblicarle non mette un po’ in imbarazzo?

R: Penso che la letteratura non metta mai in imbarazzo soprattutto quando realtà e finzione si intrecciano  tanto che è difficile distinguerle. Posso aver rispetto per chi mi è vicino ma ritengo che il criterio sia accettabile.

D: Con che cadenza ha scritto le lettere?

R: Ho impiegato un anno abbondante.

D: Quando ha scritto le lettere lei pensava già di pubblicarle? O le ha scritte come qualcosa che si scrive per se stesso?

R: Diciamo che all’inizio è cominciata come una riflessione personale che ha la funzione di verificare la permanenza di un rapporto, di setacciare i ricordi,  poi man mano mi è venuta la convinzione che potesse essere un libro. Diciamo che la convinzione mi è venuta abbastanza presto.  Appena sono state fatte le varie revisioni e le fasi di correzione, ho pensato che il libro fosse buono e ho cercato l’editore.

D: Lei è ateo e di sinistra. Cosa pensa dei politici che oggi si dichiarano di sinistra?

R: Non ce l’ha una domanda di riserva? Questa domanda è molto imbarazzante perché non saprei proprio cosa dire. Non saprei neanche dire che cosa significhi dire è di sinistra oggi. Mi sembra tutto molto confuso, ridefinibile, molto lontano. Mi riferisco ai miei punti di riferimento, a quello che avevo durante la mia gioventù.

D: Lei è stato insegnante, professore di lettere e ho letto una pagina in cui scrive della scuola. Cosa pensa della scuola oggi e degli studenti?

R: Ormai sono sei anni che sono fuori, quindi non saprei. Quando l’ho lasciata sembrava si incamminasse verso un modello non molto interessante, un modello tipicamente giudicatorio, sempre più pseudo oggettivamente giudicante mentre  la scuola non deve essere giudicante ma deve essere  docente. È  un vecchissimo modello americano che non usano più neanche in America.  Riguardo i ragazzi ne penso tutto il bene possibile, energie meravigliose e una capacità di affetto infinità. Mi hanno tenuto vivo per trent’anni.

Grazie a Claudio Lolli, conoscerla è stato per me un grande piacere.

Maria Paola Battista

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu

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