Intervista a Maria Katja Raganato, autrice di Come un faro nella notte

Nel suo Come un faro nella notte ho trovato interessante la “comunità” dei personaggi. Molto eterogenea, come lei stessa la presenta, ma con un comune denominatore: la ricerca introspettiva di una vita migliore. Da dove ha tratto ispirazione per crearli?

Il mio è in effetti un romanzo corale, in cui trovano voce personaggi molto diversi tra loro per età anagrafica, per carattere, per provenienza geografica e per esperienza di vita. Del resto, come ha ben osservato un lettore, che ha scritto una bellissima recensione al riguardo, “Come un faro nella notte” non è il classico romance, tutto incentrato su due persone che si amano, bensì un libro di narrativa contemporanea, in cui si parla d’amore in senso lato, di amore universale per il prossimo, per gli amici, per la famiglia, per gli animali, per la propria terra, per le tradizioni che la caratterizzano e per la vita in generale. Una narrazione siffatta non poteva altro che esplicitarsi attraverso una moltitudine di personaggi, ciascuno dei quali si fa interprete di una certa esigenza, di una determinata visione della vita, in modo tale da rappresentare i problemi e le aspirazioni di diverse fasce d’età, offrendomi la possibilità di toccare alcuni temi sociali che mi stanno particolarmente a cuore. Nel libro, per esempio, si parla della mancanza di lavoro per i giovani laureati, specie al Sud, che spesso si vedono obbligati a ripartire da zero e ad “inventarsi” un’attività, si accenna ad altri argomenti come il bullismo, la solitudine degli anziani e il loro reinserimento nella società, la necessità di tramandare gli antichi mestieri alle nuove generazioni, per garantire la sopravvivenza del patrimonio di conoscenze ad essi legato. Si fa riferimento anche al tema della disabilità, al non sempre facile rapporto con la propria immagine e alla timidezza, che talvolta condiziona negativamente il rapporto con gli altri. I personaggi che descrivo traggono ispirazione dall’osservazione della realtà che mi circonda, da persone conosciute e conoscenti che appartengono al mio passato e al presente. Essendo un soggetto empatico, mi ritrovo spesso ad immedesimarmi negli altri e quindi ho voluto dare un nome ed un volto alle sensazioni che provo di volta in volta, impersonandole in Lena, Pier Lorenzo, Igor etc. e descrivendo situazioni concrete, in cui molti lettori potranno riconoscersi. Il romanzo prende le mosse da circostanze reali, per poi condurre il lettore in un’atmosfera onirica e romantica, dove l’impossibile diviene possibile e i sogni, con impegno e tenacia, si trasformano in realtà.

I vari soggetti che animano il romanzo hanno un elemento che li accomuna: sono persone che si sono smarrite e intraprendono un percorso fisico e interiore alla ricerca di se stesse, con un obiettivo ambizioso da raggiungere: la felicità. Un traguardo che richiede scelte coraggiose e spesso avventate, come recita il sottotitolo, che comportano la decisione di mollare gli ormeggi, abbandonando il porto tranquillo della routine quotidiana, di un lavoro sicuro, del luogo in cui si vive e dove si hanno i propri punti di riferimento, la famiglia e gli amici, per avventurarsi nelle perigliose acque dell’ignoto, alla scoperta di equilibri nuovi, di scenari più consoni alle proprie aspirazioni e al proprio modo di sentire e di vivere. In altre parole, ognuno di loro desidera una seconda opportunità per rimettersi in gioco e per riparare la propria vita, che si è in qualche maniera “guastata”, proprio come fa uno dei personaggi del romanzo, un vecchio antiquario, capace, con le sue abili mani, di rimettere a nuovo vecchi oggetti rotti. Ciascuno, a modo suo, si lancia in una nuova avventura, con tutti i disagi e i punti interrogativi che ciò comporta, perché non ha altra scelta, vive in una situazione stagnante ed è ormai giunto ad un binario morto, per cui si rende necessario trovare una via alternativa, sperimentare un piano B.

Gallipoli è oggigiorno una rinomata località turistica e tutto il Salento è splendido. Direi, quindi, che anche il luogo in cui lei ambienta la vicenda impreziosisce tutta la trama.

Il romanzo è ambientato principalmente a Gallipoli, ma parte da Copertino e passa attraverso Leverano, dunque si svolge nella mia terra, il Salento. Scegliere Gallipoli come background per me è stato quasi naturale, mi è parso lo scenario migliore in cui narrare le storie, intanto perché è una città di mare, che io adoro, e poi perché ha un centro storico meraviglioso, che mi incanta e mi stupisce tutte le volte che lo percorro a piedi, permettendomi di scoprire antiche chiesette, palazzi e angoli che non avevo notato prima, specie in autunno, quando la folla di turisti che popola festosamente il paese, lascia la città bella, restituendola ai suoi nativi, le giornate assumono quel ritmo lento e rilassante che è tipico dei paesi di mare e la kalòspolìs assume un aspetto più intimo e romantico, non a caso il romanzo è ambientato proprio in autunno. Da salentina che ama la propria terra, penso che Gallipoli sia una sorta di condensato delle bellezze architettoniche e paesaggistiche del Salento. Qui si può ammirare una variante del Barocco, il Barocco gallipolino, che presenta caratteristiche del tutto particolari, in quanto si basa sull’utilizzo del carparo, la tipica pietra di colore giallo, e trova la sua massima espressione nella basilica di S. Agata. E che dire del castello angioino aragonese che si specchia nel mare, del Rivellino e del lungomare, in cui si svolgono alcune scene del romanzo? Per non parlare dei palazzi storici, tra cui Palazzo Briganti, costruito tra il 1500 e il 1600, in cui nacquero dei famosi giurisperiti, che coincide nella mia fantasia con casa Marchesa, la dimora storica dove è ambientato il romanzo. Gallipoli mi ha affascinata a tal punto che mi sono anche documentata sulla storia sui palazzi antichi e sulle tradizioni artigianali e gastronomiche di questa città, che fanno da sfondo alle vicende narrate.  Anche la scelta dei personaggi di Sebastiano e Agata, i coniugi Verri, che abitano accanto a casa Marchesa ed erano i factotum di zia Elvira, esprimono bene la figura del gallipolino: due anziani che si caratterizzano per la loro semplicità e schiettezza e che accolgono con aria sorniona e divertita la protagonista, Annalena. In questo contesto, Lena si sente immediatamente a suo agio, come se fosse andata a trovare dei vecchi zii a cui è molto legata. In effetti, ciò che mi propongo è di far compiere “un viaggio” a chi legge, descrivendo luoghi, strade e viuzze dei nostri bellissimi centri storici, con l’obiettivo di farlo immergere nelle bellezze architettoniche e naturalistiche. Il lettore, nei miei intendimenti, giunto all’ultima pagina, si sentirà come un turista che ha appena concluso un viaggio, degustando i dolci, i piatti e i vini caratteristici del posto, percorrendo le strade, costeggiando il castello angioino, attraversando il ponte “Città vecchia” e godendo dei magnifici panorami, affacciato dalla balaustra prospiciente la spiaggia della Purità, dove si può scorgere il faro dell’isola di S. Andrea, da cui il libro prende il titolo, con in mente una playlist del tutto originale, che va dai brani lirici di Tito Schipa fino ai pezzi jazz suonati da uno dei protagonisti, per arrivare ai ritmi frenetici della pizzica pizzica.

Come ha conciliato la sua formazione universitaria con la passione per la scrittura?

Dopo aver preso la maturità al Liceo Scientifico, ho conseguito una Laurea in Economia e Commercio con 110 e lode, presso la Facoltà di Economia dell’Università di Lecce e attualmente mi occupo dell’area contabile e amministrativa di due piccole aziende di famiglia. Sono appassionata d’arte, dalla pittura all’architettura, nonché di cinema e musica, tant’è che da un anno prendo lezioni di chitarra classica, per arrivare alla letteratura. Il lavoro che svolgo, come è evidente, non lascia molto spazio alla fantasia e così, un giorno, mi sono messa davanti al notebook ed ho cominciato a scrivere una storia, dando sfogo alla mia fervida immaginazione, alimentata dall’interesse che nutro, fin da bambina, per gli autori classici e contemporanei. I pensieri hanno iniziato a prendere forma, come se stessi guardando un film e mi bastasse solo tradurlo in parole scritte. Così è iniziata la mia avventura! Nella quiete notturna andavo a letto e la trama si dipanava nella mente, di giorno poi, negli stralci di tempo, descrivevo ciò che avevo sognato ad occhi aperti. Piano piano le pagine aumentavano, la storia che avevo in testa scorreva in modo fluente e le ore spese sul computer passavano veloci. Un bel giorno il mio romanzo si è concluso. Cosa mi rimaneva da fare? Pubblicarlo, naturalmente! Indubbiamente, per chi, come me, fa tutt’altro nella vita ed ha poco tempo da dedicare alle proprie passioni, intraprendere un’impresa del genere è una scelta coraggiosa e per certi versi un po’ avventata e tra l’altro richiede anche tanto dispendio di energie, una forte determinazione e molta costanza, altrimenti si rischia di interrompere alla prima difficoltà, lasciando il manoscritto a metà e relegandolo in un cassetto. La sottoscritta però, da persona caparbia, odia lasciare le cose incompiute e così ha deciso di portare avanti fino alla fine il suo romanzo ed ora è qui, a parlarvene! La mia esperienza di autrice, in realtà, è partita senza che ci fosse un progetto preciso e, quando mi sono messa davanti al mio notebook ed ho cominciato a scrivere, non sapevo esattamente dove ciò mi avrebbe condotta.

Mi viene in mente, a tal proposito, una frase di Toni Morrison: “Se c’è un libro che vorresti leggere, ma che non è stato ancora scritto, allora lo devi scrivere tu”. Per me la letteratura vuol dire evasione dalla realtà, per cui scrivo per realizzare, almeno sulla carta, quelli che sono i mei sogni e, attraverso me, i sogni e le aspirazioni dei lettori, come se fossi una specie di fata buona, che, attraverso il proprio libro, aggiusta le vite degli altri. Chi scrive e chi legge, un po’ come i personaggi del mio romanzo, compie un viaggio dentro di sé, scavando nel proprio animo, facendo emergere i propri nodi da sciogliere e raccogliendo le energie, il coraggio e l’entusiasmo necessari per superare le difficoltà e guardare alla vita con occhi diversi, con ottimismo. Passando dal ruolo di lettrice a quello di scrittrice, ho scoperto il valore catartico della scrittura, l’importanza di mettersi da soli, davanti ad un foglio bianco, tirando fuori le emozioni, quasi sprigionandole. Concordo pienamente, a tal proposito, con una frase di D. Pennac, il quale dice che: “Un libro ben scritto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te”!

In effetti, per esperienza diretta, credo di poter affermare che scrivere sia meglio di una seduta da uno psicologo, anzi, lo consiglio a tutti. Il messaggio che vorrei veicolare ai lettori è questo: la felicità non è mai a portata di mano e spesso, come recita il sottotitolo, passa attraverso scelte coraggiose e avventate, ma è un obiettivo possibile, a cui, ciascuno di noi, ha il dovere di tendere e il potere di realizzare.

MARIA KATJA RAGANATO

Maria Katja Raganato è nata e vive in provincia di Lecce, si è laureata in Economia e commercio con lode presso l’Università di Lecce e si occupa dell’area contabile e amministrativa di due piccole aziende di famiglia. È appassionata di cinema, musica e letteratura e proprio l’interesse che nutre fin da bambina per gli autori classici e contemporanei l’ha condotta a scrivere il suo primo romanzo, ambientato nella terra che ama, il Salento.

LA SUA SCHEDA NELLA FIERA DEL LIBRO DELLA BIBLIOTECA SUORE MONTEVERGINE

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu