La Cocaina e i cocainomani

La dipendenza da cocaina è un fenomeno molto diffuso a livello sociale. La cocaina rappresenta lo psicostimolante più potente in assoluto, è la droga più assunta perché le persone la ritengono capace di offrire uno stato di euforia che però nel tempo provoca una condizione di dipendenza. Gli effetti a breve e lungo termine sono davvero importanti.

Entro nel merito specificando che la cocaina è una droga simpaticomimetica con effetti stimolanti ed euforizzanti del sistema nervoso centrale. La cocaina determina vasocostrizione e quindi può colpire quasi tutti gli organi, dunque se assunta in grande quantità può provocare panico, effetti schizofrenici, convulsioni, ipertermia, ipertensione, aritmie, ictus, dissezione aortica, ischemia intestinale e infarto del miocardio. La cocaina è un alcaloide che si trova nelle foglie della pianta di coca, implementa le funzioni della noradrenalina, della dopamina e della serotonina nel sistema nervoso centrale e periferico fermando la ricaptazione delle ammine biogeniche. L’incremento dell’attività dopaminergica è la possibile e plausibile causa delle conseguenze della droga e pertanto del supporto che concorre al potenziamento di abuso e dipendenza. L’astinenza si evidenzia innanzitutto con depressione, fatica nella concentrazione e sonnolenza, ovvero sindrome da washout di cocaina. Molti consumatori di cocaina ne fruiscono sporadicamente e in genere in ottica ludica. Invece circa il 25% manifesta abuso e quindi dipendenza. La cocaina crack ha incrementato la dipendenza. La cocaina negli Stati Uniti è pura al 45-60% e può essere composta da diversi eccipienti, adulteranti e contaminanti, è volatilizzata e inalata, ma viene anche sniffata o iniettata.

Gli effetti della cocaina sono correlati alla modalità di uso: iniezione EV e fumo con picco dell’effetto dopo circa 4 minuti e durata di circa un quarto d’ora; fruizione intranasale con sviluppo successivo fra tre e cinque minuti, picco dell’effetto a venticinque minuti e durata di circa fra i tre quarti d’ora e un’ora e mazze; uso orale con effetto dopo dieci minuti e massimo effetto dopo un’ora e durata di un’ora e mezza. Siccome la cocaina è una droga con durata ed effetti brevi, i grandi consumatori ne fanno un uso ripetuto arrivando a iniettarsela o fumarla anche ogni dieci o quindici minuti.

Come riconoscere un cocainomane

I segnali principali per riconoscere un cocainomane sono rappresentati dai mutamenti comportamentali quali: calo di interesse a livello di rapporti sociale, sbalzi di umore, eccessiva reattività, ricerca di denaro, confusione mentale, isolamento, perdita di interesse per i bisogni primari, per il proprio lavoro, gli amici, gli sport. Tale quadro evidenzia disagio e malessere. Il cocainomane trascorre il tempo libero a fare solo uso di cocaina. Questo stupefacente provoca paranoie, manie di persecuzione e disturbi psichiatrici. I famigliari e gli amici si accorgono che qualcosa è cambiato nel loro caro: sbalzi di umore e reazioni anomale immotivate. Spesso il cocainomane può assumere atteggiamenti troppo amichevole ed allegro, ma contemporaneamente manifesta stato confusionale e difficoltà nell’esposizione. Nel caso vi sia il sospetto che un famigliare faccia uso di cocaina, si rende necessario consultare un clinico delle dipendenze, poiché l’intervento tempestivo mediante un percorso terapeutico strutturato, può essere di ausilio al cocainomane a giungere uno stato di autoconsapevolezza volto a orientarne le scelte per comprendere le cause che lo hanno condotto alla fruizione di droga.

Professionisti a rischio per uso di cocaina

Il problema della cocaina è di tipo trasversale, infatti ne sono coinvolti professionisti come avvocati, chef, personale sanitario, dirigenti aziendali alcuni dei quali conosciuti e affermati. Le principali cause sono date dal bisogno di sopportare situazioni lavorative fortemente stressanti e dal desiderio di aumentare le proprie performance, essere più efficienti, maggiormente concentrati e creativi, più veloci nello svolgimento delle proprie mansioni, inoltre c’è la necessità di esperire minore ansia e frustrazione rispetto ai conflitti tra colleghi e/o alle richieste pressanti del dirigente. Tuttavia la dipendenza da tale sostanza provoca eccessiva impulsività, grande attivazione fisiologica, sbalzi d’umore, disforia, stati di ansia, agitazione e disturbi cardiaci. In base a studi e statistiche, la cocaina risulta essere la sostanza preferita dai lavoratori: a Milano il consumo di cocaina sta aumentando del 30% all’anno. L’uso ne è favorito perché è facilmente reperibile e a prezzi popolari adatti a tutti, dai professionisti ai manovali. 

Secondo un’indagine del Centro di Monitoraggio Europeo per la Droga e per la Tossicodipendenza, il 7,6% degli italiani fra 15 e 64 anni ha sniffato almeno una volta nella vita, mentre l’1,8% dei giovani fra 15 e 34; la cocaina risulta infatti essere la seconda droga per assunzione dopo la cannabis. Non ci sono dati nazionali rispetto alle percentuali del consumo di cocaina sul posto di lavoro, tuttavia osservando le statistiche elaborate da alcuni Ser.T. (Servizi per le Tossicodipendenze) di Milano e Torino, i lavoratori che fanno maggiore uso di cocaina, sono cuochi e camerieri nel settore della ristorazione, operai delle fabbriche e del settore del trasporto pubblico, medici, in particolare chirurghi e medici occupati su turni e professionisti del settore del management e della finanza. Le motivazioni vanno ricercate nel bisogno di resistenza allo stress dovuto ai turni lunghi e massacranti, all’impiego in mansioni meccaniche e poco coinvolgenti. Altra categoria sono i workaholics sono quei soggetti che sviluppano una forte dipendenza dal lavoro al punto da trascurare famiglia, affetti, tempo libero. I workaholics lavorano anche più di tredici ore al giorno, ciò li rende stressati, ansiosi, agitati e avvertono un senso di vuoto se non lavorano; spesso sniffano cocaina per riuscire a mantenere tali ritmi e anche per diminuire i diversi sintomi secondari che la dipendenza implica. Purtroppo non in tutti gli ambiti lavorativi è previsto un controllo con esami clinici specifici relativi all’uso di sostanze stupefacenti da parte dei dipendenti.

Più di 40 mila medici fa uso di sostanze

In base ai dati delle indagini svolte, il dieci per cento dei medici ha problemi di droga e alcol. Alcuni chirurghi trascorrono in sala operatoria molte ore al giorno: dalle sei di mattina alle otto di sera, per rimanere svegli e concentrati spesso ricorrono alla cocaina sviluppando la dipendenza. In particolare sono chirurghi, anestesisti, medici di pronto soccorso, psichiatri e ginecologi impegnati con le emergenze, vivono grande stress emotivo e scariche adrenaliniche.

In Germania, il medico Kalus Lieb in uno studio svolto a Magonza, ha rilevato che un chirurgo su cinque assume sostanze psicoattive legali o illegali, il 15% prende antidepressivi. I soggetti a rischio sono anche gli infermieri poiché operano a stretto contatto con i pazienti.  Per i medici italiani il numero dei suicidi è doppio rispetto al resto delle persone, fra le donne è quattro volte superiore. La cocaina è la droga più usata dai clinici a causa dello sforzo fisico e psichico. L’uso di droga è favorito dal contatto quotidiano con sostanze quali anestetici, psicofarmaci o medicine per la terapia del dolore. L’Europa da anni ha impostato una procedura di infrazione contro l’Italia perché non ha attuato la direttiva del 2003 che prevede almeno 11 ore di riposo tra un turno e un altro per un massimo 48 ore settimanali. Il problema rimane aperto e gravissimo.

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About CHIARA VERGANI

Chiara Vergani, insegnante, pedagogista, formatrice sulle problematiche del bullismo, specializzata in criminologia e tutela del minore. Tiene conferenze in tutta Italia, interviene in molti programmi televisivi e radiofonici, collabora con diverse testate giornalistiche. Ha pubblicato Lo scacco rosso. Storie di bullismo (2018); Mai più paura. Il bullismo spiegato a tutti (2019); Il mondo si è fermato. Non voglio scendere (Ebook 2020); Le voci della verità (2020); Libere dall’inferno (2021); Professione docente in tempi di guerra (2022); Bipolari in bilico (2022); Io sono Darty (2023); Soft skills (2023).