Natale in Casa Cupiello in TV. Il coraggio di Eduardo De Angelis

Con l’occasione del 120° anniversario della nascita del celebre drammaturgo e poeta partenopeo Eduardo de Filippo il 22 sera su RaiUno è andato in onda, come strenna per spettatori reclusi da troppo in casa, il film di Eduardo de Angelis: ‘Natale in casa Cupiello’ un cult per la drammaturgia dello scorso secolo. Sergio Castellitto, nei panni di Luca Cupiello, Marina Confalone, Cuncè, e ancora Adriano Pantaleo, Tony Laudadio, Pina Turco, Alessio Lapice e Antonio Milo. Un cast di tutto rispetto che si è mosso con doveroso tatto nel ripercorrere un’opera grande come tutte le ‘fatiche’ di Eduardo. Gli stessi protagonisti e regista sapevano bene di toccare un mostro sacro che è entrato nell’epidermide genetica della nostra generazione e nel nostro immaginario. La trasposizione televisiva fatta da Eduardo per la Rai con Pupella Maggio, Luca De Filippo e Lina Sastri è impressa nella nostra mente battuta dopo battuta, espressione dopo espressione, inflessione dopo inflessione. Il meticoloso Eduardo ne ha curato ogni minimo dettaglio, gesto, tono restituendo a noi spettatori un capolavoro, pur nei limiti di una trasposizione televisiva e non teatrale come l’opera meriterebbe. Se pur un’onestà intellettuale ci suggerirebbe di non far paragoni e valutare il film come esperimento originale, nella mente automaticamente riecheggiano le battute già sentite nella loro perfezione esecutiva. Il lavoro di de Angelis è apprezzabile, ma non può essere paragonabile, si dovrebbe saltare una generazione per visitare menti che non hanno imprinting precedenti e per valorizzare fino in fondo l’interpretazione fatta dal regista che ne ha curato anche la sceneggiatura. Fotografia, luci, atmosfere, la splendida musica originale di Enzo Avitabile rendono l’opera degna del testo originario. Il testo teatrale è il focus su cui ci si deve soffermare, la modernità e attualità dei contenuti tipica delle grandi opere che travalicano secoli e generazioni e sono sempre apprezzabili ad una nuova lettura e, perché no, a una nuova reinterpretazione. Così Dante, Shakespeare che ci hanno lasciato scritti, patrimonio dell’umanità, rivisitati dai più grandi interpreti nei secoli, che ne hanno tramandato contenuti e forma; ma in questo caso c’è una grande differenza che penalizza le rivisitazioni di De Filippo e cioè che Eduardo era anche interprete e attore sublime, nonché regista delle sue opere. Il paragone è inevitabile se pur è doveroso un plauso al coraggio, alla professionalità interpretativa, al riuscito tentativo di perpetrare alle prossime generazioni un intramontabile testo. Alla stregua delle opere di Shakespeare, anche per le opere di Eduardo ci dovrebbe essere a Napoli un teatro stabile per riprodurre a ciclo continuo la sua drammaturgia come fucina per le compagnie di attori contemporanei e come emblema culturale della nostra città così come si fa a Broadway per il musical e a Londra al Globe per le opere shakespeariane; il teatro dovrebbe essere tappa fondamentale per il visitatore che voglia impattarsi con la cultura locale. I testi di Eduardo, a dir il vero, hanno un sapore che travalica il confine locale, intrisi di profonda umanità di cui indaga le sfaccettature e le dinamiche più intime. In Natale in casa Cupiello al centro c’è la famiglia e la sua difficoltà relazionale tra i componenti la stessa.  La trasposizione moderna è viva, la difficoltà comunicativa, le funzioni di ognuno al suo interno, la duplice sfaccettatura di ogni componente, il tutto sostenuto dal forte collante del sentimento di affetto, amore, rispetto che lega poi alla fine i personaggi. Il personaggio poetico, fanciullesco, disincantato del Luca di Eduardo è leggermente compromesso dalla cifra riconosciuta a Castellitto attraverso uno sguardo che evidenzia la sua intelligenza, cultura e scaltrezza. Pur essendo un grande interprete la lingua, l’inflessione un po’ tradisce i colori originari restituendo ad alcune battute una diversa interpretazione e introspezione. La rivisitazione poi di Concetta come donna delusa dalla vita, inquieta tanto da trovare conforto nel bere è anche qui una visione altra rispetto a quella contestualizzata in un tessuto culturale dove la donna era forte e padrona di un controllo, di un dominante matriarcato. Si potrebbe continuare un’analisi comparativa in realtà non pretesa né richiesta dagli autori del film che, partendo da un sincero tributo, hanno con coraggio e grande professionalità, riproposto un testo attualissimo, di grande spessore e contenuto che non può restare intoccato. Non è certo il primo e per fortuna ultimo tentativo di perpetrare l’arte di Eduardo, recentemente già artisti come Massimo Ranieri, la compianta Mariangela Melato, in TV, i Giuffrè a teatro e lo stesso Luca De Filippo che attendeva di invecchiare per reinterpretare i personaggi del padre e invece se ne è andato troppo presto, tutti loro e molti altri si avvicinano ai testi sacri che hanno fatto e faranno la storia del nostro teatro. Il valore aggiunto e non trascurabile è il ruolo educativo che la TV deve assurgere nel proporre serate di qualità che quando attuate, non deludono mai le aspettative auditel.

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About Angela Ristaldo

Angela Ristaldo, giornalista pubblicista per inseguire una passione per il giornalismo nata tra i banchi di scuola come espediente didattico privilegiato per educare i ragazzi, anche in tenera età, all'autonomia di giudizio e al senso critico. Organizza da anni un giornale scolastico che spazia tra gli interessi dei ragazzi agli stimoli circostanti che la realtà propone. Laureata in Lingue è dal 2005 insegnante di scuola primaria per scelta, credendo fortemente nella scuola come veicolo e velivolo formativo di cultura: unica arma per essere vincente in questi tempi così cangianti e difficili. Amante dell’Arte, spazia nei suoi articoli, tra le più svariate tematiche dal sociale alla scuola senza mai perdere di vista la bellezza insita in tutte le cose se la si sa osservare e valutare.