Trofeo delle Regioni 2019, intervista a Luigi Simeone
Di ritorno dall’Emilia Romagna, dove si è svolto per quest’anno il Trofeo delle Regioni, che vede protagonisti ragazzi e ragazze delle rappresentative regionali under 14 di basket, Luigi Simeone mi racconta qualcosa di questa bellissima esperienza.
Luigi Simeone è il delegato della Federazione Campana Basket nonché responsabile del Centro Tecnico Federale (CTF) che, sostanzialmente, organizza tutte le attività di formazione dei giovani cestisti.
Quest’anno si sono occupati della selezione dei 2005, continuando anche quella dei 2004 – 2003 in quanto ragazzi in continua evoluzione e sta portando avanti anche il “progetto altezza” con cui si monitorano i ragazzi più alti.
Luigi Simeone è, inoltre, capo allenatore a Baiano (AV) dove la società disputa sia i campionati giovanili, fa minibasket e il campionato senior.
Si è concluso lunedì scorso il Trofeo delle Regioni: una manifestazione di straordinario interesse per il mondo del basket giovanile italiano.
Si, una bella vetrina, un’esperienza che i ragazzi porteranno per sempre nel loro bagaglio culturale. È stato anche un bel momento di incontro tra tutti i partecipanti. Si è visto molto rispetto, un livello tecnico elevato e ci sarebbe da ben sperare che si possa dare continuità al tutto. Complimenti anche alla ottima organizzazione curata dal Comitato Regionale dell’Emilia Romagna.
I ragazzi della Campania si sono classificati al quinto posto. Un ottimo posizionamento.
Un ottimo posizionamento, anche se ci sta un po’ stretto per due motivi. Il primo perché la formula della parte finale del torneo non riesce a interpretare le reali potenzialità espresse. Così, paradossalmente, ci sono state squadre tra le prime quattro che avevano meno vittorie di quelle che in classifica le seguivano.
Ad esempio, noi con una sola sconfitta siamo arrivati quinti, mentre ci sono due squadre che con due sconfitte sono arrivate terza e quarta. Penso che sarebbe necessaria forse una giornata in più, una volta completati i gironi, in modo da poter far incrociare i primi e i secondi di ognuno di essi.
È sicuramente complicato da mettere in pratica però darebbe risultati più attendibili.
Il secondo è che i gironi sono organizzati in base alle classifiche degli anni precedenti.
Come vivono i ragazzi questa esperienza? Li ho visti concentrati, poi un po’ delusi, infine emozionati.
Loro la vivono come una gioia perché a 14 anni ritrovarsi nella rappresentativa Campania inorgoglisce molto e inizia a ripagare, sia loro che i genitori, dei sacrifici che fanno portandoli in giro dovunque. Quindi credo che sia una prima, anche se piccolissima, soddisfazione. La cosa che devo assegnare a questi ragazzi, ancor prima di un merito tecnico, è che sono delle belle persone; ragazzi educati, con un approccio allo sport positivo. Quindi, se dovessi assegnare alle loro famiglie e alle società un riconoscimento, sarebbe quello di aver costruito delle belle persone, su cui sicuramente si può puntare. Poi, magari, qualcuno di essi diventerà un grande giocatore, qualcun altro non continuerà, qualcun altro ancora non è ancora pronto, perché vi sono delle potenzialità ancora inespresse, ma era giusto anche portarli a vedere che c’è di meglio. A parte questo, è un bellissimo sistema di relazioni tra loro, non abbiamo mai avuto problemi in questo anno e mezzo dovunque siamo andati, non si sono mai verificati comportamenti fuori dalle righe sia in campo che fuori.
Può farmi un’analisi tecnica e una valutazione del movimento della FIP in Campania?
Attualmente sicuramente abbiamo delle eccellenze che possono essere sicuramente di interesse della federazione e varrebbe la pena di provare ad allargare questo cerchio di qualità.
Questo lo si può fare ma, sicuramente, non può gravare solo sulla federazione. Si dovrebbe dare più spazio e anche più economie al sistema del reclutamento del centro territoriale. È chiaro che noi lavoriamo sui ragazzi che settimanalmente si allenano con altri, quindi possiamo cercare di metterlo in rete, di ottimizzare ma si può solo sintetizzare il lavoro fatto sulla stragrande maggioranza di ragazzi che provengono dalle varie società. Basti pensare che i ragazzi della rappresentativa dell’Emilia Romagna si allenano insieme due volte a settimana.
Poi, dobbiamo recuperare assolutamente il campo del Palavesuvio, perché noi, sostanzialmente per la selezione e i relativi allenamenti, siamo stati sempre ospiti delle società di tutta la Campania, mentre quella sarebbe la giusta sede per diventare un centro tecnico federale, dove fare sistematicamente allenamenti, selezioni e progetti sui giovani. Per questo occorre anche un impegno economico da parte della federazione ma, devo essere sincero, non ho mai avuto un diniego da parte del Presidente Manfredo Fucile ogni volta che gli ho proposto attività e relativi costi.
Incrociare gli impegni dei ragazzi con le società e quant’altro diventa complicato. Il problema delle strutture in Campania quest’anno è stato grosso perché alla enorme carenza, si sono aggiunti i lavori delle Universiadi. Probabilmente si potrà sfruttare la cifra che, con il contratto di lavoro nella scuola, è stata ripristinata per l’implementazione delle attività sportive e utilizzare di più le palestre delle scuole.
Con il contratto nazionale saranno introdotti degli introiti in più per gli insegnanti di educazione fisica che vorranno dedicarsi ad attività con i loro allievi, come si faceva un tempo per i Giochi della Gioventù. Tali erogatori saranno implementati in base al numero delle discipline a cui ci si iscrive. Chiaramente perché il tutto abbia effetti e risultati positivi deve esservi una stretta connessione tra federazioni, CONI e istituzioni scolastiche altrimenti sarà solo una spesa in più.
Come continueranno dopo il Trofeo delle Regioni le attività e gli appuntamenti delle giovanili?
Adesso bisogna immediatamente partire con il reclutamento dei 2006, continuerà il monitoraggio dei 2005 e dei 2004, che continueremo a vedere con il CTF e, nel prossimo anno, dovremmo continuare anche il progetto altezza per controllare i ragazzi.
Poi ho sempre il sogno di creare un sistema territoriale che riesca a determinare le giuste sinergie, per mettere i ragazzi, quelli che già conosciamo e quelli che dobbiamo ancora monitorare, insieme perché abbiamo poche società che fanno campionati senior e c’è il dramma, per coloro che finiscono le attività giovanili e devono abbandonare il basket, perché le società non danno loro la possibilità di continuare a giocare. Questo significa che le società più strutturate si devono mettere a capo di un processo di sintesi, anche perché è davvero un peccato che ragazzi su cui si è lavorato fino ai 18 anni, che poi casomai non possono giocare in serie A o B, vanifichino tutto ciò che hanno fatto e debbano lasciare il basket.
Bene, grazie a Luigi Simeone e complimenti per il lavoro svolto finora.
Maria Paola Battista
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