Una vittoria sospesa

Dopo 33 anni di attesa la squadra del Napoli sarà a breve per la terza volta campione d’Italia. Un campionato in ascesa, una squadra partita in sordina e che, partita dopo partita, ha dimostrato di fare squadra sul serio e ha conquistato la fiducia dei suoi tifosi e di una intera città. Ragazzi umili che hanno colto la responsabilità di rappresentare il sogno di un’intera città. Domenica 30 aprile è stata ad un passo dalla matematica consacrazione, in città si respirava da giorni un’energia delle grandi occasioni festive. La città si è colorata d’azzurro in ogni via e ogni quartiere. Napoli è unica anche nella sua espressione festiva: coinvolge, attrae e si reinventa ogni volta. Una città sospesa da sempre che sente il continuo bisogno di affermarsi, di dimostrarne il valore ogni volta; anche in questo è un unicum. La sua bellezza preponderante immersa in un azzurro naturale di cielo e mare, mostra la sua fragilità nel sentire il bisogno di sottolineare la sua qualità anche attraverso una vittoria calcistica.
A differenza di altre squadre, abituate ad ottenere consensi e traguardi, la vittoria del Napoli si identifica con la rivincita dei cittadini, la squadra e la città diventano la stessa cosa, con un profondo senso di appartenenza e orgoglio ferito troppo a lungo. Negli ultimi anni la città sta rivivendo una rinascita e non grazie ad amministratori sempre a lei inadeguati, ma proprio a un tam tam di chi l’ha vissuta anche per pochi giorni che, rimanendone affascinato e sorpreso, ne diffonde il senso a chi ancora non l’ha visitata per pregiudizio o non curanza. L’Italia è bella tutta, ma Napoli ha una marcia in più che a volte arretra, ma che sempre ammalia, colpisce la sensibilità di chi sa cogliere le sue sfumature. Di sole e d’azzurro si ridipinge in una giostra energetica di canti, cori e danze nell’attesa di una gioia ancora una volta sospesa, ma si sa il napoletano sa attendere e ricomincerà da tre!
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