Al Museo diocesano di Pozzuoli la mostra su Artemisia Gentileschi, L’adorazione dei Magi

Giovedì 6 febbraio nel Museo diocesano al Rione Terra di Pozzuoli (NA)

Il vescovo Pascarella ricorda il successo della esposizione a Milano dell’opera “L’adorazione dei Magi” di Gentileschi

 Giovedì 6 febbraio, alle ore 18, nel Museo diocesano al Rione Terra di Pozzuoli – in occasione del ritorno dell’opera “L’adorazione dei Magi” di Artemisia Gentileschi, dopo il grande successo dei mesi di esposizione a Milano – si terrà l’inaugurazione della Mostra “Ritornano i Magi”, presieduta dal vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella.

Partecipano all’evento il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, il direttore della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Napoli, Teresa Elena Cinquantaquattro, il funzionario di zona per la Tutela storico-artistica, Marianna Merolle, la direttrice del Museo “Carlo Maria Martini” dell’Arcidiocesi di Milano e curatrice della mostra “Un capolavoro per Milano”, Nadia Righi, il direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali, don Roberto Della Rocca,

Per l’occasione la diocesi di Milano farà dono del progetto “DescriVedendo”, un metodo innovativo per rendere accessibile a tutti l’arte, anche a chi ha ridotta o nulla capacità visiva.

L’incontro rappresenta il primo di una serie di appuntamenti, dal titolo “I Tesori della Cattedrale di Pozzuoli”, organizzati in collaborazione con la Soprintendenza ABAP per l’Area metropolitana di Napoli, con l’obiettivo di valorizzare la storia e l’arte del territorio flegreo e del duomo di Pozzuoli. La Mostra nel Museo diocesano proseguirà fino al 31 maggio.

«A Milano – spiega don Roberto Della Rocca – l’esposizione del quadro di Artemisia (che si è svolta dal 28/10/2019 al 26/1/2020) ha avuto un enorme successo di pubblico. Adesso l’opera ritorna da noi e, invece di collocarla subito all’interno del duomo, proponiamo un’esposizione temporanea all’interno del Museo diocesano. Accanto al quadro ci saranno pannelli che descriveranno i dettagli artistici e storici. L’operazione vuole dare l’opportunità di comprende meglio Artemisia, la sua arte e il rapporto con Pozzuoli”.

Per info: tel. 081.5264761 (attivo sabato e domenica)

e-mail: museo@diocesipozzuoli.orgdidatticabce@diocesipozzuoli.org

pagina Facebook: Museo Diocesano Pozzuoli

Orari mostra

L’esposizione proseguirà fino al 31 maggio. Il Museo diocesano sarà aperto il sabato e la domenica dalle ore 9.30 alle 13.30 e dalle 15 alle 18. Per i gruppi e le scuole sarà possibile prenotare visite anche nei giorni infrasettimanali. Info: 081.5264761 (attivo sabato e domenica).

e-mail: museo@diocesipozzuoli.org – didatticabce@diocesipozzuoli.org

pagina Facebook: Museo Diocesano Pozzuoli

Info sull’opera “L’adorazione dei Magi”

La tela, di imponenti dimensioni (310×206 cm), appartiene al ciclo pittorico della Basilica Cattedrale san Procolo martire di Pozzuoli, commissionato dal vescovo spagnolo Martin de Lèon y Cardenas tra il 1636 e il 1649. Il vescovo agostiniano affidò a Giovanni Lanfranco, Massimo Stanzione, Agostino Beltrano, Cesare e Francesco Fracanzano, Josè de Ribera e Paolo Domenico Finoglio i dipinti del duomo. Di grande lungimiranza e sguardo profetico fu il permettere a una donna – Artemisia Gentileschi – di realizzare, per la prima volta in una chiesa, ben tre tele: San Gennaro nell’Anfiteatro, i Santi Procolo e Nicea, l’Adorazione dei Magi.

Artemisia a Pozzuoli ha modo di esprimere in pienezza la maturità della sua pittura dando prova del suo talento su soggetti diversi e di notevoli dimensioni. Questa committenza rappresenta l’apice del periodo napoletano e un grande riconoscimento per la sua carriera dopo l’esperienza romana e prima della partenza per Londra.

“L’Adorazione dei Magi”, oltre a essere la sua prima importante commissione pubblica, rappresenta anche il massimo riconoscimento della sua carriera. In questo dipinto Artemisia elabora la lezione caravaggesca alla luce dei nuovi contatti con gli artisti napoletani: la sua predilezione per una gamma cromatica essenziale, risolta sulle variazioni dei toni marroni, rossi, blu e gialli si associa alla straordinaria attenzione per la verità delle cose, come si nota, ad esempio, nello splendido oggetto d’argento portato dal re mago in ginocchio e ad una attenta e scenografica resa degli effetti luce-ombra.

La figura della Vergine è descritta con grande dignità, mentre con dolcezza porge il bambino alla venerazione dei Magi, sotto gli occhi di San Giuseppe che, secondo la tradizione iconografica dell’episodio evangelico, resta defilato sullo sfondo.

La composizione è dominata dalle imponenti figure dei Magi in primo piano, riccamente abbigliati, e alla moda con manti di stoffe preziose. La solennità dell’evento epifanico e dei gesti di riverenza e rispetto dei Magi si coniugano all’atmosfera di affettuosa intimità che si crea grazie ad un sapiente gioco di sguardi.

La cattedrale di Pozzuoli subì danni ingenti nel corso dell’incendio del 1964 che causò il deterioramento parziale di alcune tele del ciclo: nell’Adorazione dei Magi di Artemisia purtroppo, si danneggiò irrimediabilmente la parte superiore del dipinto e in particolare il volto del mago moro, che oggi appare come assorbito nella preparazione bruna della tela.

Cenni biografici

Artemisia Gentileschi (Roma 8/7/1593 – Napoli 31/1/1654), lavorò nelle più importanti città dell’epoca: Firenze, Roma, Londra e Napoli. Suo primo maestro fu il padre Orazio, di origine toscana. Per l’artista, Napoli fu la sua scelta definitiva. Qui vissero e si sposarono le due figlie. Qui Artemisia morì. Nella città partenopea ebbe modo di conoscere grandi artisti tra cui Massimo Stanzione. Al di là delle sue doti artistiche, la Gentileschi è ricordata soprattutto per la sua vicenda umana. Da giovane fu vittima di violenza sessuale e, per avere giustizia, fu sottoposta ad un umiliante e lungo processo giudiziario. Nel 1616 fu la prima donna ad essere ammessa all’Accademia del Disegno di Firenze. Per la sua attività artistica ebbe contatti con molti personaggi influenti tra cui Galileo Galilei. Oggi è considerata un simbolo della lotta per l’emancipazione femminile. A lei sono dedicati film, libri, associazioni e scuole.

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