Albori e bagliori. Napoli e l’Europa: il secolo d’oro per il Festival della Valle d’Itria

Un omaggio a Napoli, alla scuola musicale partenopea e al suo prestigio internazionale

Il calendario della 45a edizione del Festival della Valle d’Itria è pronto: con grande anticipo rispetto agli anni passati, grazie alla nuova progettualità e ai nuovi obiettivi di crescita voluti dal presidente Franco Punzi e da tutto lo staff dell’istituzione pugliese, è possibile annunciare in dettaglio le date che trasformeranno ancora una volta Martina Franca, in una città festivaliera osservata e visitata da tutta Europa.

Il festival, dedicato a Paolo Grassi nell’anno del centenario della nascita, si svolgerà al 16 luglio al 4 agosto 2019. La programmazione, preparata dal direttore artistico Alberto Triola, si annuncia fra le più ricche e interessanti di sempre e si raccoglie sotto il titolo “Albori e bagliori. Napoli e l’Europa: il secolo d’oro”: un omaggio a Napoli, alla scuola musicale partenopea e al suo prestigio internazionale.

Come è già noto, due delle opere che andranno in scena al Palazzo Ducale – il capolavoro di Domenico Cimarosa Il matrimonio segreto (16, 20 e 31 luglio, 3 agosto) del 1792 e la più rara Ecuba di Nicola Antonio Manfroce (30 luglio, 4 agosto) del 1812 – saranno affidate a uno dei grandi maestri del teatro italiano, Pier Luigi Pizzi, la cui cifra stilistica è profondamente legata all’ideale di “bella semplicità” che contraddistingue il Classicismo.

Nel segno della tradizione del festival le bacchette saranno invece quelle di un giovane che si sta rapidamente imponendo come Michele Spotti per Cimarosa e naturalmente quella del direttore musicale del Festival Fabio Luisi per la rarità di Manfroce.

L’iconico spazio del Palazzo Ducale accoglierà anche altri due titoli allestiti in forma semiscenica: Coscolettooperetta di ambientazione partenopea di Jacques Offenbach nel suo bicentenario della nascita (19 luglio) in prima italiana con gli allievi dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”, in una nuova versione ritmica firmata da Sandro Cappelletto e Mario Desiati, l’impegno attoriale e registico di Arturo Cirillo e la direzione di Sesto Quatrini; quindi Orfeo, pasticcio del napoletano Nicola Porpora (2 agosto) con la regia di Massimo Gasparon e la direzione di uno specialista del repertorio antico come George Petrou.

L’attesa iniziativa dell’“Opera in masseria”, diventa quest’anno “itinerante” in cinque spazi diversi del territorio (21, 23, 25, 27 luglio, 1 agosto); la scelta del titolo è naturalmente legata al contesto musicale napoletano con l’intermezzo L’ammalato immaginario di Leonardo Vinci, con la regia di Davide Gasparro e la direzione di Sabino Manzo.

Dopo moltissimi anni, torna la danza nel programma del Festival della Valle d’Itria (24 e 25 luglio) sul palcoscenico costruito all’Atrio dell’Ateneo Bruni che si conferma quindi come lo spazio ideale per i progetti di contaminazione fra i generi: dopo aver ospitato lo scorso anno Elio e Rossini con il Carnevale di Putignano e la Taranta, quest’anno sarà la volta di uno spettacolo di danza e circo contemporaneo, una delle più nuove e felici tendenze artistiche di questi ultimi anni.

Immancabile il titolo del Festival junior, C’era una volta… Robinson Crusoe, libero adattamento dall’omonima operetta di Offenbach (22 luglio), sempre nello spirito celebrativo del grande musicista francese. Il 28 e il 29 luglio in programma due concerti vocali, quindi il calendario si completa con le consuete rassegne nei chiostri e nelle chiese martinesi “Novecento e oltre” (17 e 18, 27 e 28 luglio), i “Concerti del sorbetto” (20 e 27 luglio, 3 agosto), i “Concerti all’ora sesta” (21 e 28 luglio, 4 agosto), i “Concerti per lo spirito” (1 e 3 agosto).

Le locandine complete e ulteriori dettagli saranno annunciati nel corso della tradizionale conferenza stampa del Festival della Valle d’Itria a Milano, che sarà convocata nelle prossime settimane.

16 luglio IL MATRIMONIO SEGRETO Palazzo Ducale
17 luglio NOVECENTO E OLTRE Chiostro di San Domenico
18 luglio NOVECENTO E OLTRE Chiostro di San Domenico
19 luglio COSCOLETTO Palazzo Ducale
20 luglio CONCERTO DEL SORBETTO Chiostro di San Domenico
20 luglio IL MATRIMONIO SEGRETO Palazzo Ducale
21 luglio CONCERTO ALL’ORA SESTA Chiesa di Sant’Antonio Cappuccini
21 luglio L’AMMALATO IMMAGINARIO Masseria
22 luglio C’ERA UNA VOLTA… ROBINSON CRUSOE Chiostro di San Domenico
23 luglio L’AMMALATO IMMAGINARIO Masseria
24 luglio Danza / Circo contemporaneo Atrio dell’Ateneo Bruni
25 luglio L’AMMALATO IMMAGINARIO Masseria
25 luglio Danza / Circo contemporaneo Atrio dell’Ateneo Bruni
27 luglio CONCERTO DEL SORBETTO Chiostro di San Domenico
27 luglio L’AMMALATO IMMAGINARIO Masseria
27 luglio NOVECENTO E OLTRE Chiostro di San Domenico
28 luglio CONCERTO ALL’ORA SESTA Chiesa di San Francesco da Paola
28 luglio CONCERTO VOCALE Chiostro di San Domenico
28 luglio NOVECENTO E OLTRE Giardino del Museo Ridola (Matera)
29 luglio RECITAL DI BELCANTO Palazzo Ducale
30 luglio ECUBA Palazzo Ducale
31 luglio IL MATRIMONIO SEGRETO Palazzo Ducale
1 agosto L’AMMALATO IMMAGINARIO Masseria
1 agosto CONCERTO PER LO SPIRITO Basilica di San Martino
2 agosto ORFEO Palazzo Ducale
3 agosto CONCERTO DEL SORBETTO Chiostro del Convento Agostiniane
3 agosto CONCERTO PER LO SPIRITO Chiesa da definire
3 agosto IL MATRIMONIO SEGRETO Palazzo Ducale
4 agosto CONCERTO ALL’ORA SESTA Chiesa di San Francesco d’Assisi
4 agosto ECUBA Palazzo Ducale

Le opere

Il matrimonio segreto

Rappresentata per la prima volta a Vienna nel 1792, Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa (Aversa 1749 – Venezia 1801) è fra le poche opere buffe ad entrare nel repertorio dei teatri europei, almeno sino alla prima parte del Novecento, affascinando artisti come Stendhal, Goethe e Nietzsche. Oggi raramente eseguita, è però considerata uno dei mirabili esempi di quella che è stata la Scuola Napoletana nel XVIII secolo, di cui Cimarosa – insieme a Piccini e Paisiello – è uno degli esponenti più noti. La vicenda di Paolino e Carolina, giovani sposi segretamente uniti in matrimonio, e degli altri personaggi porterà a un vorticoso susseguirsi di intrecci tipici dell’opera buffa settecentesca.

Ecuba

Ecuba è uno dei pochi lavori compiuti di Nicola Antonio Manfroce (Palmi 1791 – Napoli 1813), grande promessa della scena musicale italiana di inizio Ottocento, morto a soli 22 anni nel 1813, appena un anno dopo il debutto della sua opera al Teatro San Carlo di Napoli. Protagonista di questo capolavoro in tre atti è la mitologica regina di Troia, madre dell’eroe Ettore ucciso da Achille durante la celebre guerra narrata nell’Iliade di Omero. Il tragediografo Euripide dedicherà due delle sue opere (Le troiane Ecuba) a questa figura di donna, piegata da un dolore talmente profondo da trovare in esso la ferocia per una vendetta fine a se stessa, senza riscatto né speranze.

Orfeo

Nicola Porpora (Napoli 1686-1768), compositore prolifico e maestro di canto – fra i suoi allievi anche il Farinelli – ha contribuito in maniera decisiva alla diffusione e all’affermazione dell’opera italiana di scuola napoletana in Austria e Germania. Maestro del canto virtuosistico, fra i suoi lavori figura anche un Orfeo (su libretto di Paolo Rolli, andato in scena per la prima volta a Londra, presso il Kings Theatre in the Haymarket, il 2 marzo 1736), un pasticcio – cioè uno spettacolo operistico con musiche di diversi autori – che oltre a brani di Porpora stesso ne comprende altri di Leonardo Vinci, Francesco Araia, Johann Adolf Hasse, fungendo oggi da prezioso documentario del cosmopolitismo musicale di primo Settecento.

Coscoletto

Eseguito per la prima volta a Bad Ems nel 1865, Coscoletto è un’operetta di Jacques Offenbach (Colonia 1819 – Parigi 1880) di ambientazione schiettamente napoletana con vicende sentimentali tra l’ingenuo e il malizioso, condotte con lo sguardo divertito dell’autore che ha ben presenti le atmosfere descritte nei grand tour e che per l’occasione sostituisce i suoi celebri can-can con il ritmo di tarantella. Mai rappresentata in Italia e presentata con una nuova edizione ritmica firmata da Sandro Cappelletto e Mario Desiati, l’operetta si snoda fra scambi di persona, innamoramenti, farmacisti avvelenatori, pastai e l’eruzione del Vesuvio.

L’ammalato immaginario (Erighetta e Don Chilone)

“L’Opera in masseria” – che porta il teatro musicale settecentesco in alcune masserie storiche della Valle d’Itria – è riservata all’agile e gustoso genere dell’intermezzo comico con L’ammalato immaginario di Leonardo Vinci (Strongoli 1690 – Napoli 1730), altro astro della scuola musicale napoletana. Composto per essere eseguito tra gli atti dell’Ernelinda di Francesco Silvani (Napoli, Teatro di San Bartolomeo, 1726) L’ammalato immaginario mette in scena il tipico ipocondriaco alla Molière, Don Chilone, costretto con l’inganno a sposare Erighetta, scaltra vedovella che mira ad accasarsi per riacquistare un ruolo sociale e che sfrutta con abilità le paure dell’attempato coprotagonista.

 NELLA FOTO Michele Spotti

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