AperiChiacchierata con … Maria Teresa De Donato su “Il bisogno di star soli”

Salve a tutti! Oggi vorrei condividere insieme a voi questa chiacchierata che ho fatto qualche tempo fa con l’amica e collega Autrice e Blogger Maria Cristina Buoso sul tema della Solitudine, intesa quest’ultima  come il bisogno avvertito da molti di noi di tanto in tanto di starcene un po’ soli per rigenerarci.

Buona lettura!

MT: Salve a tutti. Grazie, Maria Cristina, per avermi di nuovo invitata alla tua AperiChiacchierata. È sempre un piacere parlare con te.

Prima di iniziare a trattare l’argomento che ho scelto, vorrei invitarti per un Apericena. Generalmente, in queste occasioni, si sceglie un locale, così come abbiamo fatto la volta scorsa, in cui ci siamo godute una bellissima vista della mia città natale, Roma, da una fantastica terrazza. Oggi, al contrario, in sintonia con l’argomento che ho scelto, ho pensato di fare qualcosa di diverso organizzando la nostra AperiChiacchierata all’aperto.

Che ne dici se ce ne andiamo al Parco di Georgetown, sul lago, qui in Texas?

Non ti preoccupare: ho preparato tutto io!

(Attribution: Austex at English Wikipedia This file is licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported license.)

MC – La regola sarebbe aperitivo in Italia, ma come sai… ci sono eccezioni a cui non so dire di no… e questa è una di quelle. Mi sembra che non manchi nulla …

MT – Grazie per aver fatto questa eccezione!

MC Allora, prima di iniziare, dimmi perché hai scelto questo posto e questo aperitivo.

MT – Perché sento il bisogno di starmene in pace, a contatto con la Natura, avvolta dal silenzio e dalla bellezza del paesaggio… piuttosto che dagli assordanti rumori e dal vocio che avremmo intorno se andassimo in un locale. Ogni tanto fa bene ‘staccare la spina da tutto e da tutti’ per ritrovare se stessi e ricaricare le proprie ‘batterie’, per così dire. Qui possiamo parlare tranquillamente, respirare aria pura, goderci il paesaggio e starcene tranquille e serene lontane dai ritmi frenetici delle nostre rispettive città.

MC – Vero … e poi con me sfondi una porta aperta, lo sai che amo la natura. Ma continua pure, scusa per l’interruzione.

MT – Per quanto riguarda l’Apericena ho pensato a qualcosa di sfizioso, tutto a freddo. Ho preparato, quindi, dei supplì (sì lo so sono fritti, ma io le fritture sono anni che non le mangio, quindi stasera posso fare una eccezione), dei cornetti salati con mozzarella, prosciutto crudo, insalata e avocado affettato, una insalata di riso, uova farcite, un misto di verdure da mangiare a crudo – olive, sedano, carote, broccoli e una macedonia di frutta mista. Come bibite beviamo acqua e birra, ma senza alcohol, altrimenti non possiamo guidare per tornare a casa.

MC – Non avevo visto tutto quello che avevi preparato prima, mi ero distratta dal paesaggio.  Complimenti. Vedo che è una cena molto Italiana, come sei riuscita a trovare  tutti i prodotti qui?

MT – Da circa 15 anni, trovo praticamente quasi tutti i prodotti che voglio anche al supermercato. Laddove non li trovo, posso sempre ordinarli online. Non c’è alcun problema, quindi.

MC –  Hai scelto un argomento veramente insolito, perché proprio questo?

MT – Perché, come ho menzionato poco fa, ogni tanto sento il bisogno di staccare la spina, di ‘disintossicarmi’ dai social, dai rumori e richiami e dai bip di ogni genere della moderna tecnologia che ci ha invasi e senza la quale sembra quasi impossibile vivere. Ho bisogno di starmene un po’ sola con Maria Teresa, a riflettere, a riconnettermi con me stessa lontano dal frastuono della Vita… Voglio godermi il silenzio – o al massimo un sottofondo di musica classica, il fruscio delle foglie degli alberi ed il cinguettio degli uccelli. Voglio ascoltare il mio respiro. Fare tutto questo serve a rigenerarmi. Mi ricarico di nuova energia, mi purifico, elimino le tossine che accumulo. (ti capisco molto bene)

Molte persone hanno paura della Solitudine. Forse perché ne hanno una veduta errata. Noi tutti abbiamo bisogno di avere relazioni con il prossimo, di parlare e di confrontarci con gli altri e l’isolamento totale non è affatto un qualcosa di positivo per la nostra salute mentale.

Io, tuttavia, non sto parlando di un isolamento forzato o comunque prolungato – il che può essere deleterio, danneggiare la nostra salute e compromettere il nostro benessere e il nostro equilibrio psicofisico e mentale – bensì mi riferisco alla scelta di avere dei momenti – che possono durare ore o anche giorni – in cui uno ‘stacca la spina’, pensa a se stesso/a, ritrova se stesso/a e riacquista le energie che gli/le sono state tolte dalla quotidianità della Vita con i suoi problemi, i suoi ‘rumori di sottofondo’. Isolarsi, quindi, per rigenerarsi, per ritrovare se stessi, per tornare ad essere in forma, “centrati”, sereni, disintossicati e di nuovo pronti a continuare il nostro viaggio … a lavorare ad altri progetti che ci entusiasmano, e così di seguito.

MC – Questa necessità l’ho sempre avuta anche io, soprattutto in certi momenti molto caotici. Secondo te, come mai la maggior parte delle persone ha paura di questa parola e soprattutto di rimanere da sola con se stessa?

MT – Presumo che la causa risieda nel drastico cambiamento di stile di vita, accompagnato dai suoi ritmi frenetici, dagli assordanti rumori e dal continuo ed incessante utilizzo dell’alta tecnologia e dei social cui abbiamo assistito da circa 40 anni a questa parte.

Se non riesci a capire che questi strumenti, se non usati con criterio ed equilibrio ti risucchiano completamente rendendoti prigioniero/a finisci nella trappola e, con il passare del tempo, essendo diventati essi parte della tua quotidianità, non riesci più a farne a meno.

Questo, che già di per sé è drammatico, non è, tuttavia, l’aspetto peggiore.

L’aspetto peggiore è, a mio modesto avviso, il fatto che molti, troppi individui reputino tutto ciò “normale”!

Questo processo è cominciato, o quantomeno si è intensificato, circa 40 anni fa, quando iniziarono a tenerci – o quantomeno a tentare di tenerci – inchiodati in casa con le telenovele. Perché? Perché c’era la puntata successiva di una serie televisiva che ti piaceva e per molte persone il solo pensiero di perderne una era intollerabile! Piuttosto rinunciavano ad uscire e a fare altro.

Come venirne fuori? È semplice: Devi imparare a vivere la vita – ogni attimo di essa – in piena consapevolezza rendendoti conto delle dinamiche e delle conseguenze di certi meccanismi che possono diventare – anche se apparentemente innocui – delle vere e proprie trappole, delle prigioni dalle quali è poi difficile liberarsi perché è subentrato il fattore ‘abitudine’, ossia tu gli hai permesso di diventare parte integrante della tua Vita, della tua quotidianità. Ne sei diventato/a assuefatto/a, schiavo/a, completamente dipendente, proprio come se fosse una droga. Il meccanismo è, infatti, lo stesso: ci sono dipendenze fisiche, ma anche e soprattutto dipendenze mentali e/o psicologiche.

MC Secondo te, la “solitudine” come è stata percepita e vissuta negli ultimi… 20-30 anni? Ho l’impressione che i giovani di oggi ne hanno paura mentre una volta era vissuta in maniera diversa. Mi sbaglio?

MT – No, non ti sbagli. Purtroppo qui per amore di conversazione devo generalizzare, pur essendo consapevole che non siamo tutti uguali, né lo sono, quindi, tutti gli appartenenti alle generazioni cui farò riferimento.

Proprio per le ragioni che ho menzionato prima, le generazioni nate in questi ultimi 40 anni sono cresciute e state abituate, quindi, sin dalla più tenera età ai rumori, all’alta tecnologia seguita poi dall’uso sfrenato dei social media. So di tanti ragazzi che si alzano la mattina e vanno all’università o al lavoro sentendo musiche assordanti con le cuffiette o in macchina o sui mezzi pubblici. Molti di loro ammettono di non riuscire né a studiare né a concentrarsi senza la loro musica – che molto raramente è quella di Bethoven e Mozart che è stato scientificamente provato che ha un impatto benefico sull’attività celebrale e aumenta il quoziente intellettivo di chi le ascolta – ma piuttosto musiche assordanti da ritmi e volumi che la impattano negativamente diminuendo il QI di chi le ascolta.

MC – Molto interessante! Che ne dici se continuiamo a parlarne un’alta sera? Credo che mi farebbe piacere fare il bis sia della tua compagnia che di altre cose buone da mangiare.

MT – Certamente. Sarà un piacere. Alla prossima allora. Grazie, Maria Cristina, per avermi ospitata di nuovo e grazie a tutti i lettori e alle lettrici che ci seguiranno.

(Attribution: Kharker at the English-language Wikipedia)
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About Maria Teresa De Donato

Romana di nascita, dopo aver studiato lingue straniere e giornalismo in Italia, si è trasferita negli USA dove vive da oltre 28 anni ed ha ultimato i suoi studi giornalistici presso l’American College of Journalism e conseguito le lauree Bachelor, Master e Dottorato di Ricerca in Salute Olistica presso Global College of Natural Medicine, specializzandosi in Omeopatia Classica, Ayurveda e Medicina Tradizionale Cinese. Un’appassionata blogger, dal 1995 ad oggi ha collaborato con varie riviste, giornali e periodici in qualità di giornalista freelance. Scrittrice eclettica, olistica e multidisciplinare è anche autrice di numerose pubblicazioni, tra cui due romanzi. I suoi libri sono disponibili su tutti i canali di distribuzione Amazon, librerie incluse.