BERE O NON BERE? QUESTO E’ IL DILEMMA!

La generazione 2.0 alla riscossa.

Vivendo in un mondo in cui la tecnologia e le tendenze si evolvono e mutano alla velocità della luce, stare al passo non è sempre facile. Molti infatti preferiscono portarsi avanti con il lavoro, dunque perché aspettare la maggiore età per consumare bevande alcoliche? Secondo il sondaggio estratto dalla terza indagine nazionale SIMA-OPGA , ben l’87% dei giovani che stanno per completare la scuola secondaria di primo grado hanno già compiuto il loro primo assaggio, la maggior parte in presenza di un adulto (71,8%) ,quindi potremmo giocare a “di chi è la colpa?” e avere già un possibile vincitore. In fondo, l’esempio principale dovrebbe essere offerto dalla famiglia, e un dato che proprio non può rincuorarci è che solo il 13,5% delle mamme e dei papà ha esplicitamente affrontato l’argomento con i propri figli, elencando i possibili rischi a cui l’alcool può portare se preso in eccessive quantità e ad un’età sbagliata.

Di certo però le tradizioni sono importanti, e vanno rispettate (ma non troppo). Chi non ha mai assaggiato un goccio di spumante durante una cerimonia? Se ve lo state davvero chiedendo, il 41% oltre i 10 anni e il 27,3% tra i 6 e i 10 lo ha fatto. Una curiosità sono le bevande “iniziatiche” , si penserebbe al limoncello o a qualche amaro, i classici post-pranzo domenicali (ma anche infrasettimanali, non prendiamoci in giro) e invece il gusto dei ragazzi si sposta sul classico vino e sulla birra tattica del sabato sera. Fortunatamente, come in tutte le generazioni abbiamo un bel 45,2% di non consumatori, o non abituali, mentre il 15,1% sono gli avanguardisti ormai entrati nel giro. Anticamente si diceva che l’unico rimedio a tutti i mali fosse “un bel bicchiere a fine giornata” concilia il sonno e libera la mente, certo però non a 13 anni. Ricordiamo infatti che ogni età è caratterizzata da passaggi importanti da compiere, e la comunicazione in famiglia, è il primo passo perché ciò avvenga regolarmente. Il “Melius abundare quam deficere” “Meglio abbondare che scarseggiare” non è sempre il motto più adeguato.

Gabriela Grieco

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