Cosa serve oggi ai giovani per accedere al mondo del lavoro

Comunicazione, creatività, collaborazione, prendere decisioni, risolvere problemi sono le competenze richieste ai nostri giovani per far parte del mondo del lavoro. Un mondo che cambia a vista d’occhio che non fai a tempo ad afferrare, a capire, ad adattartici che è già vecchio. Un iperbole? Una saetta? Un’ascesa una discesa? Il mondo in fiamme? È la fine del mondo? Un nuovo umanesimo? Tutto e il contrario di tutto, l’unica cosa certa è l’incertezza del domani, del resto non diceva Lorenzo de’ Medici ai suoi tempi «del doman non v’è certezza»? E la nostra generazione aveva delle certezze quando noi eravamo i legittimi eredi del futuro? Ed erano i nostri genitori, o i nostri avi prima di loro, da giovani, certi del proprio futuro e di quale percorso intraprendere? Eppure, guardandoci indietro, ci sembrava di avere più tempo e scelte di solchi già segnati.

Nel campo del lavoro, sono esaurite le categorie conosciute come professioni certe, sicure per una vita. Oggi tutto è fluido, la società è liquida così i nostri valori cangianti. Un cambiamento economico e sociale di una distribuzione mai equamente distribuita. I nostri millenials, noi del secolo scorso li crediamo più fragili di quanto siano in realtà, pronti per lavori cangianti e mutevoli, gioventù senza apparenti obiettivi se non quello di occupare spazi lavorativi inesplorati, a rispondere a bisogni non ancora esplicitati ma che sono in divenire. Ed allora si richiede una formazione multitasking che sia capace di sviluppare competenze soprattutto risolutive in una società sempre più complessa. Nuovi processi produttivi creano nuove professioni. Avvocato? Medico? Professore? Gabbie sovraffollate e strette per un open world, aperto sì, ma capace di rinchiudersi in una scatoletta digitale tascabile che forse ci isola? O ci rende liberi? The Economist riferisce che nelle caratteristiche richieste ai giovani in cerca di lavoro l’intelligenza emotiva pesa solo per il 7% e il mondo del lavoro oggi richiede delle competenze che non dà di fatto la scuola, anche con le incertezze di sempre nel domani.

Angela Ristaldo

Angela Ristaldo

Laureata in Lingue e letterature straniere ed abilitata alla scuola secondaria, ha assunto il ruolo nella scuola Primaria e per scelta ci è rimasta. Attualmente insegna in un Istituto Comprensivo di Napoli, una scuola ritenuta, per platea, a rischio, ma l’unico rischio riscontrato è di non educare questi ragazzi che vivono il disagio, alla bellezza che esiste nel reale e in questa controversa città. Dal 2005 dirige con un collega, un giornale scolastico ‘Ristoriamoci’ con una redazione mista di ragazzi dai 9 ai 13 anni che raccontano la realtà e la loro esperienza dal proprio punto di vista spesso non richiesto e non ascoltato, che invece riserva sempre sorprese e meraviglia per osservare la realtà da un’angolazione ancora fresca e non inquinata da ingombranti sovrastrutture. Da qui l’interesse per il giornalismo. Ha scritto per diverse testate online locali e nazionali. I suoi interessi vanno dall’Arte al sociale e ad eventi culturali in genere con un’inclinazione a raccontare il nostro di Napoli spesso maltrattato per preconcetti e mezze verità.

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