Eclissi dell’etica economico-istituzionale di Giuseppe Rocco

Pubblicato l’ultimo lavoro scientifico del nostro Giuseppe Rocco. Saggista e già autore di 53 libri scientifici ed economici, esperto di economia internazionale e curatore di una rubrica di Economia su questo giornale, Giuseppe Rocco è giunto alle stampe nel mese di settembre con Eclissi dell’etica economico-istituzionale, per restituire una morale all’homo oeconomicus. L’opera si addentra nel campo dell’economia e delle istituzioni connesse all’economia, evidenziando le difficoltà nel rispettare le regole della convivenza. Si entra nella dimensione produttiva nazionale etica con qualche riferimento alle sorti internazionali, le quali possono inficiare modelli nazionali.

La limpida architettura concettuale e le penetranti intuizioni di politica sociale richiamano elementi utili alla comprensione dei fenomeni attuali, che vengono indagati sia in modo sincronico che diacronico.

Un percorso etico sulle varie dimensioni socio-economiche evocate nel testo non costituiscono il panorama completo, ma certamente un grosso schema nell’ossatura istituzionale.

Le logiche di mercato a morfologia capitalistica instillano caratteri di feticci, portatori di indirizzi invischiati nell’inquinamento e nello sgretolamento della morale. Si analizzano quindi le degenerazioni della società capitalistica evidenziando nel contempo quei comportamenti sociali ispirati ai principi dell’etica che potrebbero rappresentare un argine alle tristi prospettive di deriva.

Ogni capitolo evidenzia una situazione di criticità sociale o economica o istituzionale, che è sotto gli occhi di tutti ma su cui si riflette sempre troppo poco e mai in modo costruttivo. A cominciare dalla gestione della cosa pubblica: una delle più grandi iniquità sociali resta la burocrazia che, in Italia, esplode e si afferma nella sua sciagurata totalità, per passare all’attività imprenditoriale sempre più orientata verso la finanza. In realtà la finanza per sua natura rappresenta una componente ancillare dell’attività, ma non può assurgere a perno del sistema manifatturiero. Questa distorsione fa scattare pericoli di un liberismo che favorisce il profitto delle aziende private, a cui non rispondono regole etiche di mercato. Alcune nazioni cercano di contrastare con la medicina del sovranismo, peggiore del male, perché il sovranismo può facilmente degenerare nella dittatura. Si avverte pure la carenza di meritocrazia, che produce una sostanza volatile, composta di rabbia e di risentimento che alimenta la protesta populista, nonché l’affermazione del capitalismo sfrenato e un ritorno al lavoro alienante, poiché sono sorte nuove patologie nel lavoro contemporaneo.

Il nuovo capitalismo digitale ha creato un esercito di precari, non protetti legalmente, che ripropongono, casi di sfruttamento ottocentesco. Il testo rievoca la babele delle imposte, dove il problema non sta solo in una pressione fiscale esagerata ma anche nella congerie dei balzelli da pagare; i problemi del divario Nord-Sud (il Sud è stato oggetto di un’operazione coloniale, realizzata con un’industrializzazione fallimentare); lo statalismo regionale, che non migliora la vita dei cittadini e anzi aggrava il bilancio pubblico: ormai le regioni agiscono in modo incontrollato, soprattutto nelle spese e persino nel rispetto della legge; i danni anche psichici provocati dalla televisione che, oltre tutto, può essere facilmente strumentalizzata. Nella televisione spazzatura emerge l’intelligenza offuscata, incrinata e deviata, che fa perdere di vista il senso della vita e del misticismo dell’esistenza.

Si rammentano le carenze deontologiche del sistema sanitario, poste in elevata evidenza con il covid. Con l’etica siamo rimasti alle tribù, alle diffuse condizioni di disoccupazione che, a prescindere dalle conseguenze economiche, ledono la dignità umana; ai disastri ambientali e all’inquinamento; alle migrazioni dai paesi africani; alle inefficienze della giustizia italiana che, a prescindere da tutto il resto, punisce prima del processo con la carcerazione preventiva e spesso non riesce ad accertare le responsabilità.

Significativi gli inviti finali a non abbandonarsi alla rassegnazione sociale, a coltivare la famiglia come valore anche culturale ed a garantire i diritti umani, poiché la libertà non riguarda solo diritti formali, ma richiede che ci siano le condizioni per esercitare quei diritti stessi. L’opera si conclude con il richiamo alla felicità come “chimera”. Ma la felicità è veramente una chimera? Certamente una chimera se basata soltanto sul denaro.

Nel complesso volume si adatta a tutte le caratteristiche umane, in quanto si attesta tematico e generale, concettuale e pragmatico, storico e contestuale, ironico e razionale.

Il libro, ancor prima di essere pubblicato, ha vinto il premio Casentino per inediti, classificandosi al secondo posto: un messaggio di accoglimento da parte del mercato e dei cittadini.

Giuseppe Rocco

Esperto di commercio estero. Vice Segretario generale della Camera di commercio di Bologna sino al 31.1.2007; Docente esterno presso l’Università di Bologna, Istituto Economico della Facoltà di Scienze politiche, in qualità di cultore dal 1990 al 2006, di “Istituzioni Economiche Internazionali” e in aggiunta dal 2002 al 2006 di “Diritti umani”; Pubblicista iscritto all’Albo dei Giornalisti dal 1985; 450 articoli per 23 testate nazionali; in particolare consulente del Il Resto del Carlino, in materia di Commercio internazionale, dal 1991 al 1995; Saggista ed autore di 53 libri scientifici ed economici; Membro del Consiglio di Amministrazione del Centergross dal 1993 al 2007;Membro del Collegio dei periti doganali regionali E. Romagna, per dirimere controverse fra Dogana ed operatori economici dal 1996 al 2000, con specificità sull’Origine della merce.

Eclissi dell’etica economico-Istituzionale di Giuseppe Rocco

Editore Progetto cultura – settembre 2023

Pagg. 226 – euro 16,00

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