Europa League, Zurigo-Napoli: 1-3. Il dopo Hamsik

Il battesimo per la competizione europea cui non ha mai partecipato come allenatore, Ancelotti lo ha bagnato con un sonante successo che, data l’abissale differenza tecnica tra le due compagini, ovviamente in favore dei partenopei, non è stato mai messo in discussione sin dall’avvio. Gara in discesa, ma ciò che più interessava erano le varianti che si intrecciavano nel dopo Hamsik, che in contemporanea viaggiava spedito verso la Cina, con il tintinnio del denaro che gli risuonava in mente. Capitano di questa gara veniva designato Insigne, il centrocampo assegnato al duo Allan-Ruiz, con Zielinski libero di caracollare sulla fascia, sia in fase di copertura che per essere incisivo in quella offensiva. Insomma, un nuovo Napoli che non si portava dietro l’antinomia dello “slovacco sì, slovacco no”. Il test non è stato dei più impegnativi ma osservando la manovra degli azzurri, arrivati alla conclusione un numero elevato di volte, non si può che essere soddisfatti dello schema attuato dall’allenatore che, peraltro, aveva già in mente dal ritiro pre-campionato e che ora può navigare senza intoppi di sorta.

Trovando il pelo nell’uovo, vi è da registrare qualche imperfezione nella coppia centrale difensiva, composta da Maksimovic che ancora non è in perfetta sintonìa con Koulibaly, e dovrà affrettarsi a diventare un’ottima spalla per il senegalese, data la lontananza dai campi di gioco per Albiol che ne avrà, causa l’intervento chirurgico cui si è sottoposto, per circa sessanta giorni. Il serbo aveva palesato errori nel match che è costato l’eliminazione dalla semifinale di Coppa Italia, seppur questi svarioni dovuti ad un’intesa con KK che non è al cento per cento.

Intanto si profila il rientro di Chiriches dopo sei mesi di assenza, per cui anche in questo settore il trainer potrà contare su un’alternativa, ma si confida comunque nel perfezionamento dell’affidabilità della coppia centrale fin qui schierata. Ritorno al gol di Insigne, ripresa del dialogo con le segnature di Callejon, ora la frenesia del gol che non arriva attanaglia Milik: i compagni hanno cercato in ogni modo, visto il continuo tiro al bersaglio in quel di Zurigo, di metterlo in condizione di realizzare la rete che lo sbloccasse. Purtroppo i difensori svizzeri e il portiere Brecht hanno sbarrato la strada al polacco che, pur tuttavia, ha dimostrato di avere una caparbietà che a pochi altri si può riconoscere: è una testa dura, soprattutto per la sua stazza, e non verrà meno alle sue potenzialità. Il riscontro per la tattica di Ancelotti lo si avrà, come sempre, in campionato ed il Torino, prossimo avversario, sembra proprio il collaudo idoneo per verificare le attitudini della squadra al sistema di gioco proposto dal trainer. Dieci giorni con tre partite, il team di Mazzarri, il ritorno al S. Paolo con gli svizzeri e la trasferta di Parma, saranno la cartina di tornasole per il nuovo Napoli.

Adriano Mongiello

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