Gli esuli istriani chiedono un incontro con Conte

Di qualche giorno fa la notizia che, durante la conferenza stampa di presentazione dei nuovi francobolli dedicati a Rovigno d’Istria stampati dalle poste croate, è stato specificato che il 25 giugno uscirà una nuova tiratura comprensiva della dicitura bilingue Rovinj-Rovigno, come previsto da svariate normative. Una prima uscita riportava infatti solo il nome della città croata nonostante il bilinguismo.

Ma non mancano altre nubi sul rapporto tra esuli e politica. Questa volta ad essere ripreso dal presidente dell’Associazione Venezia Giulia Dalmazia Renzo Codarin è il ministro degli Affari Esteri Di Maio.

L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, infatti, si dichiara sconcertata dalla mancata attenzione prestata nei confronti delle questioni ancora aperte riguardanti gli esuli istriani da parte del Ministro degli Affari Esteri Di Maio durante la sua visita in Slovenia e chiede che una delegazione delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati possa incontrare il Presidente del Consiglio Conte.

In occasione della cerimonia istituzionale del Giorno del Ricordo 2020 il Presidente Conte aveva espresso parole adeguate e dimostrato interesse per la risoluzione delle problematiche ancora da portare a compimento in termini di diritti negati ai connazionali costretti ad abbandonare Istria, Fiume e Dalmazia. Eppure nel corso di questa legislatura non si è ancora riunito il tavolo di lavoro tra FederEsuli e la Segreteria della Presidenza del Consiglio ed il Ministro Di Maio a Lubiana ha affrontato le tematiche di interesse della minoranza slovena, una cui delegazione ha partecipato ai lavori, senza tenere in minima considerazione il problema dei beni abbandonati dagli esuli in territorio oggi sloveno (il distretto di Capodistria).

Consapevole delle necessità collegate all’attuale situazione di uscita dalla crisi sanitaria, l’A.N.V.G.D. ritiene tuttavia doveroso che nelle sedi competenti non vengano per l’ennesima volta trascurate le richieste degli esuli e dei loro discendenti, che chiedono giustizia a oltre settant’anni dalla firma del Trattato di pace, e che sia pertanto necessario riavviare la collaborazione con il Governo affinché si addivenga finalmente ad una soluzione.

Print Friendly, PDF & Email