I paesini del Bel Paese, gioielli da riscoprire

In questo periodo sembra che si sia accesa un’attenzione ai piccoli borghi dimenticati del nostro bel paese. Il film Ammen di Ciro Villano, in uscita nelle poche sale aperte in questo periodo, è stato interamente girato nel piccolo borgo di Montecalvo in Irpinia. Un modo per dare visibilità a luoghi dimenticati, racconta il regista, che possiedono una bellezza intrinseca per raccontare storie di semplice umanità. In questo periodo anche il giornalista Domenico Iannacone ha dedicato due puntate del suo programma Che ci faccio qui intitolate: “Da casa tua a casa mia” che racconta un poetico viaggio con il poeta paesologo Franco Arminio; insieme si raccontano e raccontano i luoghi partendo da Bisaccia, paese natale del poeta, fino a Torella del Sannio, luogo di nascita del giornalista. Un viaggio del cuore in luoghi che portano ancora i segni delle ferite di un terremoto di ben 40 anni fa. Il racconto delicato di chi quei posti ha vissuto da bambino e che porta nell’anima, con uno sguardo sull’umanità di quei piccoli luoghi. Da Geo Geo i racconti dell’anima dei luoghi di Fiamma Satta nella rubrica ‘A spasso con Fiamma’ che, con Sergio Rubini, ripercorre le strade dagli splendidi scorci di Gravina in Puglia o con Vittorio Sgarbi, ci mostra la piccola Sutri nel Lazio un paese quasi abbandonato dall’umano, ma non dalla bellezza che le appartiene. E’ sempre un’esperienza benefica ripercorrere le vie dei piccoli paesini, spesso divenuti a ben donde patrimonio dell’umanità.

Gravina

Gravina

Tanti sono i piccoli borghi disseminati in tutta Italia, che sembrano essere incantati da una pandemia atavica, con una densità di popolazione in continua decrescita; eppure sono questi luoghi ad essere storia recente di un Paese prevalentemente basato sull’industria primaria, sulla vita semplice familiare, contadina che ha ceduto il passo ad altri modelli di vita, che la stessa pandemia ha messo in discussione.

Il lavoro ricercato altrove, lontano dalla terra di quei luoghi, ha man mano svuotato interi paesi che da anni vivono in condizione di lockdown, con i loro silenzi e la caparbietà di chi quelle terre non ha voluto abbandonare per scelta. Deprivare quei luoghi della scuola del paese per accorpamenti rispondenti solo a bisogni economici e non umani, ha reso quei piccoli gioiellini privi della possibilità di sopravvivenza. L’esperienza della pandemia sembra aver dato luce a questi luoghi abbandonati dalla politica come possibile inversione di marcia per uno stile di vita che dia valore alla relazione comunitaria, ai luoghi d’incontro, alla bellezza della natura e delle radici che quelle mura, spesso diroccate, abbandonate, trasudano.

Sutri

Sutri

Durante il lockdown, anche le città sono diventati borghi, il silenzio, il cinguettio degli animali, il risveglio della natura, il rumore dei passi e il rumore dei pensieri in una solitudine costretta che ha riportato all’ascolto di noi stessi e dei nostri reali bisogni. Quanti di questi piccoli paesi stanno morendo, abitati da case fantasma senza vita, voci, nuove nascite e in che modo possono essere recuperati per non perdere le nostre radici, i nostri ricordi?

Vivere l’infanzia in un paese è molto diverso che in città, si ha da subito una consapevolezza del proprio tempo e spazio che ha il sapore della libertà, che una città, con le sue insidie rende tardivo il suo raggiungimento e così la conquista dell’indipendenza dei piccoli. Proprio per loro non sembra ci sia futuro e lavoro per cui, cresciuti, emigrano verso la città e questo continuo esodo ha svuotato i piccoli gioiellini arroccati spesso su colli che permettono allo sguardo di volgersi all’infinito, con panorami che allargano il cuore e fanno spaziare i pensieri.

Torella del Sannio

Torella del Sannio

Difficile un’inversione di tendenza per ripopolare e far rivivere quei luoghi se non ci può essere un ripensamento totalitario della scena economica e politica. Eppure quei luoghi hanno un fascino eterno, hanno da raccontare la nostra storia, hanno una bellezza architettonica a dimensione umana; hanno luoghi e spazi deputati all’incontro. L’esperienza del covid poteva essere un’occasione per focalizzare i nostri intenti sulle vere priorità che restituiscano qualità alla vita di ognuno di noi, magari puntando proprio alla rinascita e valorizzazione del nostro bel paese nelle piccole meravigliose realtà sconosciute ai più.

Angela Ristaldo

Angela Ristaldo

Laureata in Lingue e letterature straniere ed abilitata alla scuola secondaria, ha assunto il ruolo nella scuola Primaria e per scelta ci è rimasta. Attualmente insegna in un Istituto Comprensivo di Napoli, una scuola ritenuta, per platea, a rischio, ma l’unico rischio riscontrato è di non educare questi ragazzi che vivono il disagio, alla bellezza che esiste nel reale e in questa controversa città. Dal 2005 dirige con un collega, un giornale scolastico ‘Ristoriamoci’ con una redazione mista di ragazzi dai 9 ai 13 anni che raccontano la realtà e la loro esperienza dal proprio punto di vista spesso non richiesto e non ascoltato, che invece riserva sempre sorprese e meraviglia per osservare la realtà da un’angolazione ancora fresca e non inquinata da ingombranti sovrastrutture. Da qui l’interesse per il giornalismo. Ha scritto per diverse testate online locali e nazionali. I suoi interessi vanno dall’Arte al sociale e ad eventi culturali in genere con un’inclinazione a raccontare il nostro di Napoli spesso maltrattato per preconcetti e mezze verità.

©Riproduzione riservata WWWITALIA

Print Friendly, PDF & Email