Il Paliotto Barbarigo di Giovanni Bellini in mostra a Milano

Nella mostra “Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia” a Palazzo Reale fin al 24 giugno

Come annunciato in apertura della grande mostra “Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia”, aperta a Palazzo Reale fino al prossimo 24 giugno, è ora possibile ammirare nella prima sala del percorso il capolavoro di Giovanni Bellini (1430 – 1516), “Paliotto Barbarigo”, nella sua versione originale.

L’olio su tela che il maestro italiano dipinse nel 1488, custodito a Murano presso la Chiesa di San Pietro Martire, era stato commissionato a Bellini dal doge in occasione della sua elezione; la sua presenza in mostra è stata fortemente voluta dai curatori non solo per il suo valore artistico, ma anche per la valenza fondamentale del dipinto nel percorso di confronto con gli artisti protagonisti del Rinascimento tedesco e italiano, che rimane uno degli obiettivi narrativi principali della mostra. L’esposizione di Palazzo Reale racconta al visitatore infatti non solo l’arte di Albrecht Dürer, ma anche il quadro dei rapporti artistici che si stabilirono tra nord e sud Europa verso la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento.

Così ricorda il rapporto tra i due artisti Bernard Aikema, curatore della mostra: “A Venezia, nel 1505-1507, Albrecht Dürer rispettava ed ammirava un pittore in particolare: l’ormai vecchio ma ancora attivissimo caposcuola lagunare Giovanni Bellini. Per la sua epocale pala del Rosario – prosegue Aikema – il giovane pittore tedesco prese come esempio, per l’appunto, uno dei grandi capolavori di Bellini, il dipinto votivo per il Doge Barbarigo, ora nella chiesa di San Pietro Martire di Murano, che siamo felici e orgogliosi di presentare in mostra.”

Poiché il dipinto giunge a mostra avviata, il Comune di Milano, Palazzo Reale e 24 ORE Cultura ricordano, come segnalato presso la biglietteria fin dall’apertura, la possibilità – per chi avesse già visitato la mostra nei giorni scorsi – di ritornare gratuitamente in mostra per ammirare anche quest’opera, esibendo il biglietto d’ingresso originario timbrato su richiesta del visitatore dalla biglietteria stessa in occasione della prima visita.

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