LICEI MUSICALI IN SMANTELLAMENTO?

UNA LETTERA DEI GENITORI DEI LICEI MUSICALI INDIRIZZATA ALLA SENATRICE D’ONGHIA CHIEDE SPIEGAZIONI E UN CONFRONTO

Il Coordinamento nazionale dei genitori dei licei musicali ci ha inviato la lettera aperta indirizzata Senatrice D’Onghia, in cui si chiede alla sottosegretaria Miur un pubblico confronto sulla portata e sulla profondità della programmazione e degli investimenti del Governo Italiano sull’insegnamento della musica nelle scuole, con specifico riferimento alle intenzioni del Governo rispetto al futuro dei licei musicali. Copia della lettera è stata inviata dal Coordinamento all’attenzione della Senatrice presso la propria segreteria del MIUR e presso la sua mail Istituzionale.

Chiara Papi, Nadia Quaranta, Nicola Cerpelloni e Giulia La Face i firmatari della nota che pubblichiamo di seguito con  la convinzione che un dialogo costruttivo non possa che fare bene alla nostra scuola e al futuro dei nostri figli.

«Gent.ma On. D’Onghia,

leggiamo con sorpresa ed anche amarezza le sue dichiarazioni apparse su numerosi siti di

informazione nelle scorse settimane.

Nel suo ruolo istituzionale, se non di cittadina come noi, lei certo sarà al corrente delle vicende che vedono i licei musicali al centro di una aspra polemica nonché di una battaglia per il diritto allo studio tra gli studenti con i loro genitori da un lato e il Ministero di cui lei è sotto segretaria dall’altro.

Con la nota 21315 del 15 maggio 2017 il suo Ministero senza tanti commenti né spiegazioni, ovvero senza alcun dispositivo legittimo, ha sottratto una delle due ore di lezione individuale di esecuzione e interpretazione di primo strumento agli allievi del primo biennio dei licei musicali, trasformandola in una non meglio specificata ora di ascolto partecipativo, materia tanto vaga quanto inesistente nel piano di studi previsto all’allegato E del D.P.R. 89/2010.

Questo ci pare stridere in maniera nettissima con le sue affermazioni, secondo cui, citiamo, “dovremmo investire in maniera adeguata sul settore”, oppure “La musica è un’opportunità in più per accompagnare il processo di crescita degli studenti” ed anche “E’ importante quindi potenziare e regolamentare il meccanismo delle convenzioni tra Conservatori e Licei musicali”.

Il fatto che lei affermi che “è giusto che la musica entri in tutte le scuole” significa forse che deve uscire dai licei musicali in cui la pratica del primo strumento è una, se non la prima, materia caratterizzante di indirizzo?

E, se è opportuno che sia potenziato il meccanismo delle convenzioni tra Conservatori e Licei musicali, e se è vero che bisogna investire in maniera adeguata nel settore, come bisogna leggere il taglio, evidentemente di natura finanziaria, nel primo biennio dei licei musicali, della pratica del primo strumento, che subisce una decurtazione del 50, e sottolineiamo del 50 per cento! Per non parlare della già evidente insufficienza di ore nel secondo biennio. Ci pare indiscutibile che la coerenza del curricolo verticale che è andato delineandosi con le riforme (forse solo sulla carta?) degli ultimi anni con l’istituzione di corsi a specifica vocazione musicale, dalla scuola materna, alla primaria, alla secondaria di primo e secondo grado fino all’Alta Formazione Artistica e Musicale, non possa essere delegittimata e tradita da un intervento di natura puramente economica che ha una ricaduta brutale sulla didattica musicale nel liceo di questo indirizzo. Dall’offerta formativa dei licei musicali, sono stati inoltre cancellati senza mezzi termini alcuni strumenti in quanto dimenticati nelle nuove classi di concorso (si vedano le graduatorie di circolo e d’istituto 2017 – 2020 – Titoli per l’accesso alle classi di concorso di strumento musicale, giugno 2017), come ad esempio chitarra jazz (o elettrica), basso elettrico, piano jazz ecc… Questo contrasta con un’altra sua affermazione: interrogata sulla garanzia di una quota minima d’insegnamento di tutti gli strumenti musicali nella scuola pubblica, affermava il contrario di ciò che si è concretizzato nella realtà, ovvero che “nella scuola secondaria, e segnatamente nei licei musicali ordinamentali istituiti a partire dal settembre 2010, non esiste limite alcuno nei confronti delle diverse tipologie di strumento, come invece accade per le classi della scuola media ad indirizzo musicale”. Ciò detto, è anche lampante che la coerenza delle sue affermazioni sia assolutamente smentita dallo stato di fatto nei licei musicali che, diciamo le cose come stanno, pare riflettere una precisa volontà di smantellamento di questi licei. Su una dichiarazione possiamo darle ragione, “studiare musica vuol dire impegno e fatica.

L’impegno delle istituzioni allora deve essere rivolto al giusto riconoscimento del valore sociale e  culturale di questo prezioso insegnamento”.

Voglia onorare questo impegno delle istituzioni, facendo sì che sia restituito agli studenti di musica il piano di studi garantito dal D.P.R. 89/2010, nonché da una pregressa sentenza tuttora vigente del TAR Lazio-Roma n.173172017 del 06/10/2016, che il suo Ministero ha con inqualificabile leggiadria disatteso».

 

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Un commento

  • Silvio

    Un grazie ai politicanti che invece di togliersi neanche uno dei privilegi scandalosi hanno ben pensato di tagliare in educazione in futuro per i giovani sono una massa di criminali

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