L’ORCHESTRA SENZASPINE RIPARTE CON UNA PRODUZIONE PARTECIPATA DEL DON GIOVANNI DI WOLFGANG AMADEUS MOZART

In scena al Teatro Duse di Bologna il 5, 6 e 7 novembre


Al via due mesi di laboratori, visite guidate e conferenze-concerto all’insegna dell’accessibilità

Si parte con il MozArt Fest, rassegna nell’ambito di Bologna Estate 2021: tre giorni di creatività al Giardino Parker Lennon dal 17 al 19 settembre

Segna la ripartenza della stagione autunnale dell’Orchestra Senzaspine il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, in scena il 5, 6 (ore 20.30) e il 7 novembre (ore 16) al Teatro Duse di Bologna, con cui si rinnova la collaborazione riconfermandosi anche quest’anno la sede della programmazione della compagine orchestrale.

Sul podio Tommaso Ussardi, per la prima volta impegnato nel capolavoro mozartiano, mentre la regia è di Giovanni Dispenza, che, dopo il successo del Barbiere di Siviglia nel 2018 e delle Nozze di Figaro nel 2019, torna sul palcoscenico di via Cartoleria con un nuovo allestimento di una delle opere assolute di Mozart.

«Don Giovanni è come un fuoco che scalda il sangue e scioglie le membra, fumo che annebbia i sensi e confonde, fiamma in continuo mutamento che arde e rapidamente si consuma – dice Dispenza –. Per interpretare l’opera ho tenuto conto del delicato equilibrio, quasi direi sovrapposizione, tra “dramma” e “giocoso”, tra vari punti di vista che sono poi quelli dei diversi protagonisti coinvolti nell’azione scenica. La vicenda è ambientata nel Settecento – continua il regista – pur senza limitare l’utilizzo della tecnologia, per avvicinarsi a un gusto contemporaneo e per permettere una fruizione dell’opera in maniera quanto più inclusiva, grazie anche all’uso di videoproiezioni e di scene dinamiche e modulari».

Il dramma giocoso mozartiano è frutto di un percorso di costruzione iniziato lo scorso giugno, che quest’anno si avvale della collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Bologna per la realizzazione delle scenografie dell’opera, con la supervisione di Chiara Guadagnini, e dell’Antoniano di Bologna per i costumi, a cura diMonica Mulazzani.

Un’opera come di consueto aperta alla cittadinanza e in linea con il fine che caratterizza l’Orchestra Senzaspine, impegnata a portare la musica classica al pubblico attraverso azioni innovative, che la rendono attuale e coinvolgente e con una percezione sempre rinnovata.

Una produzione basata quest’anno sull’accessibilità e sull’inclusività, con guide all’ascolto, lezioni-concerto, performance artistiche, esperienze sensoriali e laboratori di narrazione, affinché l’opera possa essere fruibile anche alle persone non udenti e non vedenti, grazie alla collaborazione dell’Istituto dei ciechi Francesco Cavazza, della Fondazione Gualandi a favore dei sordi, di ENS – Ente Nazionale Sordi e di FIADDA Emilia-Romagna – Associazione per i diritti delle persone sorde e famiglie.

Cinque sono i laboratori sulla percezione, gratuiti e aperti a tutti: “Sviluppo delle Sensibilità” al Museo Tolomeo dell’Istituto Cavazza (19 e 20 ottobre), “Il Contesto, De-Costruire lo Spazio” al Teatro Duse (23 ottobre), “Sentire i Tessuti” all’Antoniano (24 ottobre), “Toccare il Suono” al Mercato Sonato (30 e 31 ottobre); incontri per scoprire gli spazi, i suoni, le luci, il palcoscenico e il dietro le quinte, ma anche laboratori sul canto senza l’uso della voce, attraverso i gesti delle mani e i movimenti del corpo sulla scena, i colori delle scenografie e i tessuti delle stoffe. Queste sono solo alcune delle forme alternative e innovative ai fini della decodificazione di linguaggi spesso inaccessibili, che si cercherà di tradurre non solo in termini didascalici, e grazie ai quali anche restituire il significato più profondo di un’opera,come il Don Giovanni, con tutte le sue accezioni artistiche ed emozionali.

«Quest’anno abbiamo scelto il Don Giovanni di Mozart perché l’opera lirica è uno strumento di grande ricchezza per conoscersi attraverso il genio degli artisti del passato, è un ponte tra culture ed epoche dove il filo che le unisce sono le storie e le emozioni di persone, fili ininterrotti che si intrecciano e che ci appartengono. Perché alla fine sono le nostre storie e le nostre emozioni che aspettano solo di riemergere attraverso il prodigio dell’arte – commenta Tommaso Ussardi Presidente dell’Associazione Senzaspine e direttore dell’Orchestra. – Ma quest’anno vogliamo che il messaggio sia veramente inclusivo, in particolare per tutte le persone che non possono accedere allo spettacolo di un’opera lirica e godere di tutte le sue forme. Con il supporto di professionisti dei partner coinvolti vogliamo che l’opera sia di tutti e per tutti».

Anche il libretto del Don Giovanni, acquistabile al Teatro Duse prima dell’inizio dello spettacolo, è pensato per essere usufruito da tutti. In collaborazione con la Fondazione Gualandi e l’Istituto Cavazza, nel programma di sala sarà inserita una storia illustrata e semplificata della trama per facilitarne la comprensione e inoltre tradotta in braille.

In aggiunta, a parte i sottotitoli dell’opera, il pubblico avrà la possibilità di accedere a una descrizione audio e video in LIS, tramite QR CODE inserito nel libretto e nella pagina dedicata all’evento sul sito dell’Orchestra (www.senzaspine.com), in cui sono raccontate trama, regia, scenografie e costumi.

Per di più, durante le recite sarà presente un percorso tattile nel Foyer del Teatro Duse costruito con le tavole delle scene e i modelli dei costumi.

Accessibilità dunque per entrare nel mondo dell’opera, sia dal punto di vista percettivo sia come opportunità per i giovani di mettersi in gioco e vivere un’esperienza lavorativa a contatto con i professionisti della produzione. Sono infatti i migliori allievi della masterclass – che si è tenuta a settembre al Circolo Lirico bolognese con il Direttore dell’Agenzia di management Stage Door Angelo Gabrielli e il baritono Simone Alberghini, protagonista nel ruolo del titolo – ad avere l’occasione di debuttare sul palcoscenico del Duse accanto ad artisti già affermati sulla scena lirica nazionale e internazionale.

Inoltre, a conclusione del progetto Don Giovanni, sarà realizzato un documentario che vede coinvolti nelle riprese gli studenti del corso Documentaristico Cinematografico (DOC) del Liceo Laura Bassi, con cui Antoniano collabora da anni, per raccontare il percorso nelle sue diverse fasi di produzione.

La partecipazione di Antoniano al progetto riguarda anche il coinvolgimento di alcuni bimbi in difficoltà, che da sempre l’organizzazione segue nel suo Centro Terapeutico. Accompagnati dalle musico-terapeute del Centro incontreranno i maestri, i cantanti e i musicisti dell’opera per vivere da vicino la musica, conoscerne gli strumenti e il lavoro di realizzazione.

Tre le conferenze-concerto organizzate al Mercato Sonato, che andranno anche in onda in diretta su Radio Oltre, emittente che trasmette gli eventi legati al mondo della disabilità visiva. Ad aprire il ciclo l’appuntamento dal titolo “Un immenso orizzonte”, un incontro con la musicologa Roberta Pedrotti, autrice del libro Storia dell’Opera Lirica (13 ottobre). A seguire due serate dedicate al Don Giovanni con l’Orchestra Senzaspine, il direttore Tommaso Ussardi, il regista Giovanni Dispenza e ospiti quali Consuelo Agnesi (Community Opera – compagnia L’Albero), che terrà per l’occasione un laboratorio di canto corale tradotto in LIS (20 e 27 ottobre).


Alla realizzazione dell’opera Don Giovanni, si affianca inoltre la rassegna MozArt Fest – il Genio Si Fa Strada: tre giorni di creatività al Giardino Parker Lennon di Bologna dal 17 al 19 settembre, in cui si alternano spettacoli di circo, danza, teatro e hip hop, commistioni di generi e linguaggi ibridi, accessibili anche alle persone con disabilità sensoriale, affinché ancora l’arte sia raggiungibile a tutti.

Diversi infatti gli eventi tradotti in LIS, come lo spettacolo di burattini Pulcinella e il cane a cura del Teatrino a due Pollici (17 settembre), il recital di canto lirico Pianti, sospir, carezze, svenimenti. Lasciatemi un po’ ridere!, a cura dei Maestri Fernando Cordeiro Opa e Francesco Ricci (18 settembre) e L’opera per tuttə?, dialogo attorno al tema dell’accessibilità dell’opera con Beatrice Vitali (Fondazione Gualandi), Elena Malaguti (Dipartimento Scienze dell’Educazione Università di Bologna), Paola Gamberini (Istituto Cavazza), Alessandra Maltempo e Consuelo Agnesi (Community Opera – compagnia L’Albero) (18 settembre).

Il linguaggio dei segni viene persino portato a una dimensione performativa grazie a Spoken Word in LIS, spettacolo della poetessa Eugenia Giancaspro (19 settembre).

Numerosi sono i laboratori durante il festival e tutti ad accesso gratuito: Sguardi e Danze al tempo di Mozart a cura di Alessia Branchi in collaborazione con Ass. 8cento (18 settembre), il laboratorio musicale per l’infanzia a cura di Spazio il Germoglio e il laboratorio di co-creazione teatrale Mozart Theater-Klasse a cura de L’Albero con Consuelo Agnesi e Alessandra Maltempo (19 settembre).

Inoltre una rilettura contemporanea di Mozart con WolfGang – Domenica HipHop, una giornata di street art e breakdance che si chiuderà con il contest WolfGang Beat – una call per beat maker che si cimenteranno a campionare la musica mozartiana – e con WolfGang Battle, lo spettacolo dell’Orchestra Senzaspine in cui verranno eseguiti brani di Mozart per orchestra, beat, freestyle e rap (19 settembre).

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