Meravigliosa Italia di Maria Teresa De Donato. Nel Giardino di Ninfa con Serena Derea Squanquerillo

Salve a tutti amici!

Oggi è venuta a trovarci di nuovo l’amica e collega autrice Serena Derea Squanquerillo, che, dopo essere stata l’ideatrice e presentatrice di Vivere i Talenti – Storie di Riscatto Personale per l’Associazione Phoebus di Velletri (Roma), ha creato un suo nuovo programma intitolato DIALOGHI con Serena Derea al quale ho avuto il piacere di partecipare.

In questa occasione, con Serena avremo modo di andare a passeggiare nel bellissimo Giardino di Ninfa, in provincia di Latina.

Buona lettura!

MTDD: Ciao, Serena, e grazie per essere qui con noi oggi.

SDS: Grazie a te, Maria Teresa, per avermi invitata.

MTDD: Serena, oggi, come mi avevi anticipato, ci porti a vedere il Giardino di Ninfa, che personalmente ho visitato molti anni fa.

Vogliamo presentarlo a coloro che ancora non avessero avuto modo di visitarlo o che persino ignorassero della sua esistenza?

SDS: Volentieri. Nel comune di Cisterna di Latina, ai piedi dei Monti Lepini, tra Norma e Sermoneta c’è il Giardino di Ninfa, nato sugli antichi ruderi di una città perduta – Ninfa- dove crescono piante di vari tipi. Nel 2000 il giardino è stato dichiarato “Monumento Naturale” dalla Regione Lazio ed è tutelato come tesoro e risorsa di fama internazionale.

Oggi voglio dunque parlarvi di questo gioiello naturale che ho visitato per la prima volta, agli inizi di giugno 2017, e che è situato non lontano dal Parco Nazionale del Circeo. Conoscendo la sua fama, mi sono armata della mia fotocamera Bridge e sono andata a godermi una piacevole giornata di sole, con il gruppo organizzatore della gita. Le visite sono normalmente possibili solo per gruppi dal mese di marzo ad ottobre, ma a seguito del ‘periodo Covid’ e per necessità di distanziamento sono state permesse anche visite individuali.

MTDD: Mi fapiacere sapere chehai avuto la possibilita di visitarlo ed anche di scattare delle bellissime foto, come vedremo.

Puoi darci qualche cenno storico sul Giardino di Ninfa?

SDS: Certamente.Il nome “Ninfa” deriva da un tempio d’epoca romana dedicato a divinità sorgive, in una zona di carattere agricolo. La storia di Ninfa, però, è conosciuta soprattutto a partire dal medioevo, quando questo borgo è diventato una fiorente cittadina ed unica via di comunicazione che da Roma portava al Sud, senza passare dalla via Appia che era spesso impaludata. Ninfa riceveva i dazi dai viandanti ed ha prosperato culturalmente sotto il governo di diverse famiglie nobiliari e “papali”: i Tuscolo, i Frangipane – sotto i quali fiorì l’architettura cittadina e crebbe la sua importanza economica e politica – i Conti, i Colonna ed infine i Caetani.

Nel 1298 Benedetto Caetani, conosciuto come Papa Bonifacio VIII, acquistò Ninfa ed altri territori limitrofi. Nel corso della sua storia medievale, Ninfa è stata saccheggiata e distrutta più volte per via delle diatribe papali tra Roma ed Avignone, finché nel 1300 è stata distrutta definitivamente ed abbandonata anche dai Caetani trasferitisi dal castello a Roma.

Agli inizi del ‘900, c’è stata una restaurazione dei ruderi e la bonifica integrale del territorio paludoso a cura della famiglia Caetani stessa. Tra gli anni ’20 e ’30 è nato il giardino botanico all’inglese con piante – soprattutto esotiche e rare – provenienti dai viaggi della famiglia all’estero. Lelia, l’ultima rappresentante della famiglia e senza eredi, ha lasciato il castello ed il giardino allaFondazione Roffredo Caetani di Sermoneta ONLUS, che tuttora si occupa del Giardino di Ninfa.

Ex abitazione – ora sede ONLUS

MTDD: La storia di questo luogo è davvero interessante. 

Qual è stata la tua esperienza quando hai visitato questo splendido giardino e le tue impressioni del luogo?

SDS: Il 4 giugno 2017,in una soleggiata mattina pre-estiva, sono entrata nel giardino più famoso d’Italia (e non solo) con il gruppo di persone con cui ero in gita, dopo aver superato la zona dei servizi per i visitatori, un book shop, un fioraio ed un’area per le guide.

Ninfa: un colorato giardino circondato da mura medievali, ricco di numerose varietà di piante e di ruscelli che irrigano le varie aree del giardino insieme al fiume Ninfa, che prende il nome dall’omonimo laghetto risorgivo. All’ingresso ha subito attirato la mia attenzione un ruscello, l’elemento acqua che tanto amo, che, tramite la musica del suo scorrere, mi ha portata ad addentrarmi in questo Eden.

Con mia grande meraviglia, ho sentito la guida spiegare di come grazie ai progetti d’architettura realizzati, i vari ruscelli siano stati strutturati e disposti in modo che si accordassero tra loro come fossero strumenti musicali. Mi sembra di ricordare che ogni ruscello “suoni” a frequenze corrispondenti a determinate note musicali.

I ruscelli d’irrigazione

MTDD: Se ricordo correttamente ci sono anche degli edifici o comunque dei ruderi antichi, o sbaglio?

SDS: No, non sbagli affatto. Per quanto riguarda gli edifici presenti, all’ingresso si trova l’ex palazzo baronale (municipio) divenuto dimora dei Caetani ed oggi sede della Fondazione, mentre in aree più interne del giardino ci sono i ruderi di alcune case, torri e chiese.

Tra le rovine più visibili, ci sono quelle della chiesa di Santa Maria Maggiore sulle cui pareti sono conservati ancora alcuni affreschi medievali, nonostante l’esposizione alle intemperie. Mi sono documentata ed ho letto che oltre a questa chiesa, all’interno delle mura ne esistevano altre sette (San Biagio, San Leone, San Martino, San Giovanni, San Salvatore, Santa Maria Maggiore, Sant’Angelo) ed altre due all’esterno (San Clemente e San Pietro)Ed ora veniamo alle piant

Chiesa Santa Maria Maggiore (Affresco) 

MTDD: Sì, infatti ricordo un’abbondante vegetazione con tanti tipi di fiori.  

SDS: Esatto.L’orto botanico all’inglese si estende per otto ettari ed accoglie 1300 specie di flora: magnolie decidue, betulle, iris palustri, aceri giapponesi, ciliegi e meli. Inoltre, ci sono viburni, caprifogli, ceanothus, agrifogli, clematidi, cornioli, camelie. Ci sono piante tropicali, adatte al clima mite di Ninfa: avocado, gunnera manicata del Sud America ed alcuni banani. Infine, gli amanti delle rose in particolare possono trovare rose rampicanti sui ruderi della città, di specie sia rara sia comune (ad esempio: Rosa tausendschön, Rosa filipes ‘Kiftsgate’, Rosa ‘Gloire de Dijon’, Rosa ‘Climbing Cramoisi Supérieur’. Le rose arbustive sono ai bordi del fiume, dei ruscelli e dei sentieri o formano aiuole (ad esempio: Rosa roxburghii, Rosa ‘Ballerina’, Rosa ‘Iceberg’, Rosa ‘Complicata’, Rosa ‘Penelope e Rosa ‘Buff Beauty’).

MTDD: Immagino avrai avuto l’imbarazzo della scelta circa quali fiori fotografare…

SDT: Personalmente amo molto fotografare scorci e dettagli che catturano la mia attenzione e mi emozionano con la loro bellezza e devo dire che quel giorno ho goduto veramente d’uno spettacolo naturale molto raffinato e allo stesso tempo accudente, familiare. C’è stato in particolare un angolo accanto ad alcuni ruderi, leggermente fuori sentiero e vicino ad uno dei tre ponti che uniscono varie aree del giardino e che è chiamato “Ponte del Macello”, probabilmente perché sorgeva accanto ad un edificio andato perduto destinato alla macellazione della carne.

Ho ribattezzato questo posto “l’angolo Monet”, perché sembrava proprio un dipinto del pittore impressionista francese che amo molto. Ho fotografato alcune piante e fiori colorati di diverse specie, che crescono liberi e con cura. Alcune piante mi hanno accolta accanto ad una porta o mi hanno sorpresa girando un angolo; altre ancora mi hanno sovrastata e – imponenti – sembravano invitarmi in un mondo a parte, come ad esempio è accaduto con il canneto di bambù.

La visita non è durata molto, ma vale la gioia di riempirsi cuore ed occhi di bellezza e natura. Inoltre, le guide sono molto brave e preparate. Consiglio vivamente di visitare questo Eden almeno una volta nella vita ed in diverse stagioni, per godersi il cambiamento dei colori e lo sbocciare dei vari fiori, compresi i ciliegi per i quali praticare l’hanami, ossia la pratica giapponese di ammirare la loro fioritura in primavera.

MTDD: Grazie, Serena, per aver condiviso con noi i tuoi ricordi, la storia e le foto di questo angolo di Paradiso che e’ il Giardino di Ninfa. Ti aspetto per un prossimo incontro.

SDS: Grazie a te, Maria Teresa, per avermi ospitata di nuovo. È sempre un piacere partecipare a queste tue iniziative.

Prima di lasciarci, vorrei precisare che le informazioni botaniche e storiche che ho citato sono prese dal sito ufficiale del giardino, da cui è possibile anche prenotare le visite: www.giardinodininfa.eu

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About Maria Teresa De Donato

Romana di nascita, dopo aver studiato lingue straniere e giornalismo in Italia, si è trasferita negli USA dove vive da oltre 28 anni ed ha ultimato i suoi studi giornalistici presso l’American College of Journalism e conseguito le lauree Bachelor, Master e Dottorato di Ricerca in Salute Olistica presso Global College of Natural Medicine, specializzandosi in Omeopatia Classica, Ayurveda e Medicina Tradizionale Cinese. Un’appassionata blogger, dal 1995 ad oggi ha collaborato con varie riviste, giornali e periodici in qualità di giornalista freelance. Scrittrice eclettica, olistica e multidisciplinare è anche autrice di numerose pubblicazioni, tra cui due romanzi. I suoi libri sono disponibili su tutti i canali di distribuzione Amazon, librerie incluse.