MOZART, TRA ISLAM E OCCIDENTE

In occasione dell’inaugurazione della Stagione 2017 con l’opera Il ratto dal serraglio di Wolfgang Amadeus Mozart Venerdì 13 gennaio 2017 ore 18.00 Biblioteca Civica Sala Borsa Piazza del Nettuno – Bologna

Il tema dell’incontro è suggerito dall’ambientazione voluta dal regista Martin Kušej. Il ratto dal serraglio mozartiano, su libretto di Christoph Friedrich Bretzner rielaborato da Johann Gottlieb Stephanie il giovane, andato in scena per la prima volta al Burgtheater di Vienna nel luglio del 1782, viene ora proposto collocando la vicenda in un Oriente vicino a noi per epoca e ambientazione, trasformando il palcoscenico in una landa desertica, con tanto di dune di sabbia e tende berbere, sulla quale si svolgono le contrastate vicende tra le due coppie di amanti protagoniste e i loro antagonisti, leggibili anche come metafora dei contrasti tra Occidente e Oriente.

I dialoghi, riscritti dal drammaturgo Albert Ostermaier, trasportano l’azione negli anni ’20 del Novecento (gli anni di Lawrence d’Arabia e del tardo colonialismo europeo), quando le potenze occidentali – con in testa l’Inghilterra – fecero del Medio Oriente il territorio dell’estrazione del petrolio, della ricchezza, del potere, con il pretesto della lotta contro gli ottomani alleati con i tedeschi, suscitando nelle popolazioni un risentimento profondo, di cui l’Isis è il prodotto finale di oggi. Lo spettacolo muove quindi una profonda riflessione storico-politica e le scene generano forse ancora di più un forte impatto visivo ed emotivo nel pubblico per l’inevitabile associazione con le immagini di cronaca che ogni giorno scorrono davanti agli occhi di tutti. Già all’epoca di Mozart Il ratto dal serraglio si inseriva in quel filone di opere legate a una moda della turcheria che da tempo esorcizzava in Occidente la paura per le invasioni ottomane.

Questa versione del Ratto (che ha suscitato accesi contrasti in occasione del debutto ad Aix en Provence) arriva adesso a confrontarsi con la sensibilità del pubblico italiano in un teatro, come il Comunale di Bologna, da sempre caratterizzato per l’apertura nei confronti dei nuovi linguaggi (negli ultimi anni ha ospitato registi del calibro di Bob Wilson, Romeo Castellucci, Guy Joosten, Alvis Hermanis, opere contemporanee multimediali come “River of Fundament” di Matthew Barney ed esponenti del nuovo teatro di ricerca come Fanny & Alexander, Nigel Lowery e Pietro Babina).

Martin Kušej, vincitore in Germania del prestigioso premio “Faust” per la migliore regia teatrale nel 2012, è celebre per il suo teatro politico, “radicale” e senza compromessi, ed è tra i registi di oggi quello fra i più noti in questo “sport estremo”, con cui le sue realizzazioni sceniche esplorano le regioni infuocate della società, come nel caso di questa messa in scena del Ratto mozartiano.

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