Cittadinanza digitale, questa sconosciuta (Parte prima)

Con questo articolo si apre una rubrica dal titolo Giovani e società: l’esperta risponde. Chiara Vergani, pedagogista e criminologa, tenterà di dare risposta alle numerose domande che i nostri tempi ci pongono. Lo fa raccogliendo i quesiti dei giovani che incontra nel suo lavoro.

Perché c’è bisogno di cittadinanza digitale?

Tra le attività più importanti che svolgiamo in rete c’è quella di informarci. È dunque importante conoscere alcune regole fondamentali per muoverci all’interno della moltitudine di notizie e dati che la rete ci offre tutti i giorni sotto forma di testo, video e audio. La molteplicità di fonti che abbiamo ci fornisce informazioni, ma ci costringe a verificarne sempre l’autenticità e l’autorevolezza. Questa attività è considerata come educazione al pensiero critico. Alcuni enti ed associazioni specializzate proprio in questo tipo di ricerca hanno elaborato delle indicazioni di massima da seguire per potersi orientare al meglio nel mare delle informazioni in cui viviamo costantemente.  Oggi l’informazione pubblica non è più affidata esclusivamente al giornalismo professionale con le sue regole di responsabilità e verifica delle fonti. La rete ha portato a un flusso di notizie non verificate o senza fonti che toccano qualunque tipo tema sociale come la salute, la sicurezza, i rischi ambientali, i diritti umani, l’istigazione all’odio, alla discriminazione, alla violenza, e rappresentano così un sistema pericoloso per la corretta informazione. Questo problema riguarda soprattutto le giovani generazioni che la comunicazione digitale ha disabituando alla lettura lenta e al pensiero critico, e al confronto di opinioni e informazioni. La velocità alla quale le storie viaggiano online ha comportato che i tradizionali metodi per smascherare le false notizie (correzioni, scuse, rettifiche) sono incapaci di tenere il passo.

Che cosa significa “alfabetizzazione digitale”?

L’alfabetizzazione digitale, in particolare per la prevenzione della diffusione di bufale, è forse tra le maggiori emergenze sociali del momento. La diffusione di false notizie, dette anche fake news o bufale, non è un fenomeno nuovo e strettamente legato all’epoca di Internet. Non è semplice definire il concetto di questa categoria poiché con il termine fake news si fa ormai riferimento a una vasta gamma di contenuti. In ogni caso, le false notizie vengono diffuse con toni molto forti e una tecnica strutturata. Dobbiamo considerare, infatti che chiunque può oggi creare un sito Internet e condividerne i contenuti con molta facilità e a basso costo. Questa fa sì che da semplici fruitori di notizie possiamo divenire anche produttori pur non avendo un bagaglio di competenza e di esperienza che dovrebbe essere proprio di un professionista dell’informazione. D’altro canto le bufale, le notizie completamente false, gli scherzi ci sono sempre stati. Il primo problema dunque è come orientarsi in e con tutta questa informazione. Di fronte a un diluvio di documenti dobbiamo per forza selezionare i pochi che servono davvero. E per selezionarli dobbiamo imparare a valutarli, cosa per niente facile, perché a prima vista una pagina web sicura e affidabile è identica a una piena di informazioni confuse, superficiali, parziali o peggio. Perché nel mondo digitale è molto difficile distinguere il vero dal falso come è accaduto con la “infodemia” collegata all’emergenza Coronavirus. Prendiamo le fake news, cioè le notizie distorte o inventate di sana pianta di cui sono pieni il web e i social network. Dobbiamo farci attenzione, perché non sono solo burle da buontemponi o errori dovuti a sciatteria. Molto spesso provengono da gruppi ben organizzati che vogliono attirare gente sui loro siti per vendere pubblicità, vendere prodotti contraffatti, fare proseliti, orientare le opinioni politiche e condizionare il voto politico di un’intera nazione.  

Quali sono i temi di cittadinanza digitale?

I grandi temi di Cittadinanza digitale sono:

  1. analizzare, confrontare e valutare criticamente la credibilità e l’affidabilità delle fonti di dati, informazioni e contenuti digitali;
  2. interagire attraverso varie tecnologie digitali e individuare i mezzi e le forme di comunicazione digitali appropriati per un determinato contesto;
  3. informarsi e partecipare al dibattito pubblico attraverso l’utilizzo di servizi digitali pubblici e privati; ricercare opportunità di crescita personale e di cittadinanza partecipativa attraverso adeguate tecnologie digitali;
  4. conoscere le norme comportamentali da osservare nell’ambito dell’utilizzo delle tecnologie digitali e dell’interazione in ambienti digitali, adattare le strategie di comunicazione al pubblico specifico ed essere consapevoli della diversità culturale e generazionale negli ambienti digitali;
  5. creare e gestire l’identità digitale, essere in grado di proteggere la propria reputazione, gestire e tutelare i dati che si producono attraverso diversi strumenti digitali, ambienti e servizi, rispettare i dati e le identità altrui; utilizzare e condividere informazioni personali identificabili proteggendo se stessi e gli altri;
  6. conoscere le politiche sulla tutela della riservatezza applicate dai servizi digitali relativamente all’uso dei dati personali;
  7. essere in grado di evitare, usando tecnologie digitali, rischi per la salute e minacce al proprio benessere fisico e psicologico; essere in grado di proteggere sé e gli altri da eventuali pericoli in ambienti digitali; essere consapevoli di come le tecnologie digitali possono influire sul benessere psicofisico e sull’inclusione sociale, con particolare attenzione ai comportamenti riconducibili al bullismo e al cyberbullismo.

Come possiamo riconoscere le Fake News?

Una volta lanciata una fake news, molti utenti spesso in buona fede, la condividono nei siti diffondendola praticamente ovunque, nei profili social, nei gruppi WhatsApp. Per contrastare le fake news, dobbiamo imparare a riconoscerle e individuarle attraverso alcune attenzioni. È giusto essere scettici di fronte a una notizia urlata, bizzarra, senza fonti o che contraddice saperi acquisiti, quando al suo interno contiene l’invito a indignarsi e diffondere e lo stesso messaggio giunge da più fronti, ciò sta a significare che è possibile che sia in atto una campagna di disinformazione ben organizzata e pianificata. È compito nostro verificare la news con un motore di ricerca e cercare di scoprirne l’origine. Nel caso sia presente anche in siti ufficiali o famosi per la loro autorevolezza, è probabile che sia vera. Ci sono siti specializzati nel portare alla luce e denunciare notizie false. Se la fake news arriva da amici, è consigliato rispondere che si tratta di un falso, citando la fonte della smentita, al fine di pubblicare una contronotizia. I motivi in genere su cui si sviluppano le false notizie o la deformazione di esse, sono commerciali e pubblicitarie. Spesso sono messe in circolazione da persone che faticano ad accettare dati, risultati e posizioni scientifiche. Ciò che caratterizza e attira di un contenuto digitale è la grafica. Quando navighiamo in rete con lo smartphone siamo soliti scorrere una serie di riquadri abbastanza simili, in cui possiamo trovare il post di un amico, la foto di un familiare, un video di un personaggio pubblico e noto, una notizia di un sito di informazione poco conosciuto ma affidabile, la pubblicità di una banca e il contenuto di un portale di fake news. Le news false vengono condivise velocemente con un click. Desidero sottolineare che ideare reti di portali che lanciano e rilanciano notizie con titoli sensazionalistici sui social network con l’ausilio di account più o meno reali, è molto remunerativo. Ciò avviene poiché alcuni algoritmi permettono di far risalire i contenuti in modo immediato da una bacheca e da un profilo all’altro. A fini elettorali o propagandistici, gli ideatori di fake news, mirano a veicolare le opinioni e a servirsi della tendenza degli utenti, favorita dagli algoritmi, ad abbracciare opinioni in sintonia con il loro modo di vedere. Suggerisco di servirsi del pensiero critico per non cadere nella trappola degli algoritmi e dei social bot negativi, ovvero i programmi che danno vita ad account non veri facendosi passare per utenti reali, con scopi propagandistici. Bisogna distinguere la satira dalla fake news.

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About CHIARA VERGANI

Chiara Vergani, insegnante, pedagogista, formatrice sulle problematiche del bullismo, specializzata in criminologia e tutela del minore. Tiene conferenze in tutta Italia, interviene in molti programmi televisivi e radiofonici, collabora con diverse testate giornalistiche. Ha pubblicato Lo scacco rosso. Storie di bullismo (2018); Mai più paura. Il bullismo spiegato a tutti (2019); Il mondo si è fermato. Non voglio scendere (Ebook 2020); Le voci della verità (2020); Libere dall’inferno (2021); Professione docente in tempi di guerra (2022); Bipolari in bilico (2022); Io sono Darty (2023); Soft skills (2023).