L’Arte di star bene in Campania

La brillante iniziativa della sezione campana di GTI- e Centro Serapide (Fisioterapia e Fisiokinesiterapia) alla scoperta dei tesori della Campania, rivolta giovanissimi che vivono una condizione di svantaggio psico-fisico per problemi psicomotori o disagi neuropsicologici. Marco Fiore, referente GTI Campania: «Risultati inaspettati e grande arricchimento professionale l’incontro con questi ragazzi»
L’Arte è da sempre una necessità espressiva dell’uomo. La più alta espressione del genere umano. L’Arte, compendio di Arti dalla pittura, alla scultura all’architettura, al più raffinato artigianato, ci ha raccontato nei secoli il nostro passaggio sulla terra lasciandone testimonianza. La bellezza che l’Arte esprime è necessaria alla nostra sopravvivenza e dà senso e concretezza alla nostra Spiritualità. Lo sa bene Marco Fiore che della divulgazione della storia, cultura e Arte ha fatto una professione, non tralasciando la fondamentale relazione umana che ne consegue. Antropologo e referente di Guide Turistiche Italiane GTI per Napoli e della Campania, ha dato vita in questi giorni ad un’insolita e sorprendente iniziativa. E’ L’Arte di star bene, 5 appuntamenti pomeridiani, di un paio d’ore ciascuno, alla scoperta dei luoghi simbolo di Napoli, organizzata appunto dalla sezione campana di GTI- e Centro Serapide (Fisioterapia e Fisiokinesiterapia). Il primo di ottobre ha avuto luogo il primo appuntamento con la visita al Caravaggio di Pio Monte. Le altre date programmate: l’8, il 13, il 20 e il 27, rispettivamente con la Reggia di Caserta per poi tornare a Napoli con I Decumani di Piazza del Gesù, il Museo di Capodimonte e la Certosa di San Martino. Ma a fare la significativa differenza nel propagandare i nostri tesori del territorio sono i fruitori di questa iniziativa: giovanissimi che vivono una condizione di svantaggio psico-fisico per problemi psicomotori o disagi neuropsicologici, ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni, accompagnati dai loro educatori e da guide appositamente formate. Da subito protagonisti degli eventi, i ragazzi sono stati coinvolti nella scelta delle destinazioni tra le molte mete indicate loro. GTI è da tempo impegnata sul fronte dell’inclusione sociale e del turismo accessibile per le differenti disabilità. Considerare il turismo come possibilità di inclusione sociale è una intuizione vincente e di grande sensibilità. I ragazzi con diversa abilità hanno una spiccata nota sensibile umana e non sono indifferenti alla bellezza artistica, che per tutti è fonte di rasserenamento. Non si rimane indifferenti davanti ad un quadro del Caravaggio, ancor di più per anime particolarmente sensibili. Il lockdown dovuto alla pandemia ha messo in risalto quanto sia importante la professione di guida turistica nel nostro Bel Paese che possiede una così alta percentuale di Patrimonio culturale mondiale. Il valore aggiunto è capire che educare alla bellezza è una possibilità concreta, un’opportunità formativa per tutti i ragazzi, in particolare dei meno fortunati, ritenuti, a torto, indifferenti alla vita, ma che invece più di tanti di noi ne sanno cogliere l’essenza.
Il primo incontro ha confermato la bontà dell’iniziativa come ci racconta lo stesso Marco Fiore: «Avendo avuto già esperienza dall’anno scorso con la mia associazione Oltre i Resti, l’incontro con i ragazzi, di cui alcuni erano nuovi, non è stato difficile. È ovvio che l’approccio in generale, già con la fascia giovanile in questo caso dai 14 ai 18, è stato un piacevole re-incontro giocando carinamente e utilizzando una terminologia semplice e diretta facendo riferimento anche al quotidiano del loro vissuto. Siamo ritornati arricchiti sia da manifestazioni di affetto e di ilarità ma anche piacevolmente colpiti dalla voglia di ragazzi di interagire con le opere d’arte moderne nonché anche quelle concettuali e contemporanee che la struttura conteneva regalando a noi un risultato inaspettato. Ne consegue un arricchimento professionale con la consapevolezza di aver fatto qualcosa di bello non solo per loro ma per noi stessi!».
In una spasmodica cura del corpo troppo spesso ci si dimentica di curare l’anima che a quel corpo dà la vita.
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