E A PADOVA ARRIVÒ IL DUECENTO. “8X8. OTTO STORIE PER OTTO SECOLI”

Il Dipartimento dei Beni culturali dell’Ateneo racconta i legami tra città e università nel XIII secolo 

Dopo i primi due appuntamenti dedicati alle origini di Padova, il Dipartimento di Beni culturali dell’Ateneo fa luce sul Duecento padovano – secondo snodo tematico del ciclo “8×8. Otto storie per otto secoli”.

«Se un primo segmento di iniziative è stato dedicato in marzo alla città antica e pre-universitaria, per riflettere sulle ragioni della nascita dell’istituzione nel contesto padovano, il mese di aprile è dedicato al Duecento. L’obiettivo di ogni appuntamento di “8X8” è il disvelamento delle opere e dei luoghi, associabili a donne e uomini attivi nei diversi secoli di vita della struttura universitaria Si tratta sempre di valorizzare il patrimonio culturale, tenendo conto di livelli di fruizione diversi (studenti/cittadini/turisti), reindirizzando, tra l’altro, il flusso dei visitatori verso sedi poco note o perlomeno poco visitate. Aprire questi luoghi – dice Jacopo Bonetto, Direttore del DBC – significa infatti rispondere alla vocazione inclusiva e libera dell’università, “cuore” e “anima” della città. Il programma è stato costruito dai docenti e ricercatori del dipartimento con l’impegno non solo di “aprire” alla città, ma di permettere anche alla città di entrare nelle nostre ricerche, nelle nostre attività didattiche e di divulgazione».

Torre Anziani

Coordinato scientificamente dalle professoresse del Dipartimento Valentina Cantone, Alejandra Chavarria e Giovanna Valenzano, l’appuntamento di sabato 9 aprile prevede alle ore 10.00 la spiegazione del rapporto tra Università e Comune attraverso la fase duecentesca del Palazzo della Ragione, della chiesa di Sant’Urbano e dei luoghi scomparsi dove si tenevano le lezioni, a cura di Giovanna Valenzano; alle ore 11.00 si scoprirà l’aspetto originale del Palazzo del Consiglio durante il Duecento e il suo significato identitario per la comunità padovana. La collocazione in questa sede dei Catini d’Oro infatti rappresenta la celebrazione delle origini mitiche della nobilissima Patavium, a cura di Valentina Cantone; infine alle 17.00 saranno proposti gli itinerari (reali e virtuali) per conoscere l’edilizia residenziale della città, a cura di Alejandra Chavarria, a partire della chiesa di San Daniele (ubicata presso l’antica porta delle Torricelle oggi in via Umberto I) salendo verso il centro (tomba di Antenore e palazzo Zabarella), l’area della chiesa di San Martino, l’area del ghetto e fino in piazza Duomo. La giornata si chiude alle ore 18.00 con lo spettacolo in Sala dei Giganti a Palazzo Liviano, piazza Capitaniato, dal titolo “Ezzelino – Figlio del demonio. I capolavori letterari di Rolandino e Albertino Mussato”: Silvia Gorgi racconterà come nasce la “leggenda nera” di Ezzelino III da Romano, partendo da un capolavoro letterario del Medioevo – la Cronica del notaio padovano Rolandino del 1262 – che documenta un nuovo modo di narrare la Storia e rappresenta la più completa testimonianza sul Veneto del Duecento. Il testo fece scuola, tanto che nel 1315 un altro letterato patavino, Albertino Mussato, offre nuovo impulso alla leggenda, facendo diventare Ezzelino “figlio del demonio”. Vittorio Attene dirige proprio il prezioso testo di Albertino Mussato Ecerenis, tragedia dedicata alla vita e alla morte di Ezzelino III, documento drammaturgico dal grande valore storico, qui presentato in forma di reading con accompagnamento musicale.

Tutta la programmazione e la prenotazione degli eventi: https://www.beniculturali.unipd.it/8×8/

Catino oro

Di mese in mese gli appuntamenti in programma del ciclo “8×8. Otto storie per otto secoli” marcheranno gli snodi storici della storia della città. Dopo il Duecento proposto in aprile, sarà la volta del Trecento, a maggio, con approfondimenti sui codici miniati, spiegazione del ciclo degli affreschi di Guariento e Giotto. Il Quattrocento, in giugno, partendo dal fiorire delle arti a Padova, con Mantegna agli Eremitani, Donatello al Santo, l’importanza del complesso di Santa Giustina, la nascita dell’ospedale e l’impianto urbanistico di Piazza «della Signoria». Il Cinquecento, nel mese di luglio, sarà testimoniato da Tiziano, Palladio, dalla Scoletta e Arca del Santo, dalla Loggia e Odeo di Alvise Cornaro, dalla Sala dei Giganti e, non ultima, dalla collezione di Marco Mantova Benavides al Museo di scienze archeologiche e d’arte del Palazzo Liviano. Il Seicento, a settembre, partendo dalla città di Padova vista dal viaggiatore inglese Thomas Coryat, ma anche con i pittori veneti e foresti o gli ambienti della Sala delle Edicole e di Palazzo Cavalli. Il Settecento, in ottobre, con i Tiepolo dei Musei Eremitani e Antoniano, della Chiesa di San Massimo e San Nicolò, o attraverso il modernissimo Prato della Valle. L’Ottocento, a novembre, vedrà al suo centro di attenzione i personaggi della cultura che resero celebre il caffè Pedrocchi di Jappelli, ma anche l’Egitto di Belzoni e la collezione del Museo Archeologico agli Eremitani. Infine il Novecento, a dicembre, di Carlo Anti e Gio Ponti, del Gruppo N e della scuola di psicologia padovana, dell’architettura del secondo Novecento o dei luoghi del Liviano, Piazza Capitaniato e Palazzo del Bo amati dai registi.

Un programma vasto, realizzato dal Dipartimento di Beni culturali dell’Università di Padova, alla cui costruzione hanno partecipato tantissimi docenti e ricercatori coordinati da Jacopo Bonetto, Elena Svalduz, Michele Cupitò, Caterina Previato, Valentina Cantone, Alejandra Chavarria, Giovanna Valenzano, Cristina Guarnieri, Alessandra Pattanaro, Barbara Savy, Paola Dessì, Vittoria Romani, Giuliana Tomasella, Francesco Scalora, Andrea Tomezzoli, Giovanni Bianchi, Paola Zanovello, Guido Bartorelli e Marta Nezzo.

Nell’ottica di ripartire coralmente dopo due anni di contingentamento forzato delle attività, il Dipartimento di Beni culturali ha volutamente privilegiato compagnie teatrali e interpreti operanti sul territorio che accompagneranno, secolo per secolo, con spettacoli serali le manifestazioni in programma. Tra questi: oltre a Andrea Pennacchi, Giorgio Gobbo e Sergio Marchesini che si sono esibiti a marzo, Silvia Gorgi e Vittorio Attene con Associazione Sugarpulp, Compagnia Carichi Sospesi, Stefano Eros Macchi e Marta Bettuolo del Teatro de Linutile, Concentus Musicus Patavinus, Associazione Bel Teatro con Bruno Lovadina, Tam Teatrodanza.

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