Gli allievi dell’Università Irpina del Tempo Libero, giornalisti…in web

Nell’ambito di un corso attivato presso l’Associazione della Terza Età di Avellino, guidata da Rita Imbimbo, dal titolo Giornalisti…in web, abbiamo proposto agli allievi una notizia giunta in redazione qualche giorno fa per svilupparla e costruire con loro un articolo giornalistico. Dall’interesse per l’argomento è scaturita anche una intervista che vi proponiamo

Abbiamo riportato qualche giorno fa i risultati della ricerca condotta dall’Università di Perugia, in collaborazione con Giunti Scuola e Giunti Editore, dal titolo “Leggimi ancora”. Lo studio era incentrato sugli effetti della proposta di lettura ad alta voce di contenuti agli studenti della scuola primaria da parte degli insegnanti. Quanto incide una pratica costante e prolungata di questo sistema di proposta degli argomenti lo descrivono i risultati della ricerca: un’ora al giorno di lettura ad alta voce con il proprio maestro, introdotta con continuità per un tempo congruo e proponendo testi sempre diversi,incide dal 10 al 20% su aspetti cruciali dell’apprendimento. Si svilupperebbe, secondo lo studio, anche l’intelligenza verbale e migliorerebbe la comprensione del testo e le abilità cognitive che incidono nella gestione delle azioni quotidiane.Per 100 giorni scolastici 13.000 insegnanti di Torino, Modena e Lecce hanno letto brani diversi a 1500 bambini tra i 6 e gli 11 anni.

Durante la lezione Eleonora Davide e Maria Paola Battista

Durante la lezione Eleonora Davide e Maria Paola Battista

A condurre la ricerca Federico Batini, professore di Pedagogia sperimentale, Metodologia della ricerca educativa e Metodi e tecniche della Valutazione scolastica dell’Università degli Studi di Perugia.

Lo abbiamo sentito, porgendogli le domande nate dall’incontro con gli allievi dell‘Università Irpina del Tempo Libero-Associazione della Terza Età di Avellino, che ragionando sulla ricerca, hanno chiesto di interpellare il professore per approfondire l’argomento.

La presidente dell'Università Irpina del Tempo Libero, Rita Imbimbo

La presidente dell’Università Irpina del Tempo Libero, Rita Imbimbo

Spieghiamo, innanzitutto, da quali punti di vista è partita la ricerca e perché è stata svolta.

La ricerca è, anzitutto, di supporto a un progetto che ha coinvolto 13.000 classi e dunque ha l’indubbio merito di aver fornito a centinaia di migliaia di bambini occasioni di fruire della lettura ad alta voce da parte degli insegnanti. La ricerca è servita a dimostrare gli effetti della lettura ad alta voce in classe per incentivarne l’utilizzo, questo è lo scopo. La peculiarità della ricerca sperimentale educativa è quella di cercare di dimostrare cosa funziona perché si diffonda e diventi occasione per molti. In questo senso il punto di vista del ricercatore è orientato al miglioramento delle pratiche educative nel sistema di istruzione. La rilevanza degli effetti misurati per quanto riguarda la comprensione del testo e l’incremento delle funzioni cognitive di base ha una duplice funzione: quella, scientifica, di aggiungere conoscenza circa gli effetti della lettura ad alta voce e quella, molto più importante, di contribuire a diffondere una pratica molto utile… per ridurre lo svantaggio e per potenziare tutti.

Quanto ritiene siano importanti il metodo, la tecnica e la velocità della lettura per il miglioramento della comprensione del testo e delle abilità cognitive dei bambini?

Non è certo questione di metodo o velocità… è questione di esposizione alla lettura. I bambini che sono regolarmente esposti alla lettura hanno minori difficoltà nel percorso scolastico, hanno una maggiore probabilità di successo formativo e sicuramente diventeranno lettori autonomi con tutti i vantaggi che questo comporta. Per far questo occorre, però, che tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado leggano ai loro alunni.

Nella ricerca sono stati utilizzati testi sempre diversi. Ritiene che anche per discipline non eccessivamente discorsive come ad esempio la matematica possa essere utile la lettura ad alta voce? Perché?

Certo, la rilevanza delle competenze di comprensione del testo per la matematica è ampiamente dimostrata, poi ci sono una serie di effetti della narrativa che riguardano anche abilità e competenze utili per l’apprendimento di contenuti di area matematica.

Quali potrebbero essere i risultati di una ricerca del genere se essa fosse svolta con gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado?

Il nostro gruppo di ricerca ha già raccolto evidenze abbondanti sulle secondarie di primo grado e qualcosa anche relativo alle secondarie di secondo grado. Gli effetti della lettura ad alta voce quotidiana, da parte dell’insegnante o di un altro adulto, sono riscontrabili anche nei ragazzi più grandi. Certamente quello che si può ottenere con la lettura sin dalla nascita è ben più, ma essere esposti alla lettura ad alta voce è in grado di produrre effetti in qualsiasi fascia d’età, non a caso le nostre ricerche sono partite da anziani affetti da malattie neurodegenerative.

Capita che chi legge ad alta voce, impegnato a leggere bene o con una particolare espressione, lo faccia più per chi lo ascolta che per sé stesso con il risultato di non comprendere bene ciò che ha letto. Come mai accade questo: è un problema attentivo e di poca concentrazione o altro, a suo parere?

Può essere una questione di poca abitudine o di eccessiva concentrazione sull’effetto da produrre. Normalmente, anzi, per facilitare la comprensione di un testo agli altri bisogna comprendere molto bene ciò che si legge. Ricordo ancora a memoria molti libriccini che leggevo ai miei figli quando erano molto piccoli.

Trovare nostre ricerche sulla lettura e molto altro scaricabili gratuitamente quihttps://www.researchgate.net/profile/Federico_Batini

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