Il rapimento della secchia a Modena

“Il rapimento della secchia” (1908 ca) di Giovanni Paolo Bedini, in mostra nel capoluogo regionale alla prima retrospettiva dell’artista bolognese, visitabile fino al 3 febbraio 2019

Dai Musei civici di Modena a Palazzo d’Accursio a Bologna, dove sarà esposto fino al 3 febbraio 2019 nella prima retrospettiva dedicata al suo autore: l’artista bolognese Giovanni Paolo Bedini (1844 – 1924). Si intitola “Il rapimento della secchia” l’opera prestata dai Musei civici di Modena a Palazzo d’Accursio. È ora esposta, infatti, nella monografica dedicata al pittore nella sua città natale. L’esposizione, che accoglie circa cinquanta opere di provenienza sia pubblica che privata, affiancate dai dipinti dei maestri contemporanei a lui vicini, è promossa da Bologna per le Arti, associazione culturale impegnata nel percorso di riscoperta e valorizzazione della pittura bolognese tra Ottocento e Novecento.

L’opera dei Musei civici modenesi è un acquerello su carta del 1908 circa con protagonista il furto di una “vil secchia di legno” come da poema di Alessandro Tassoni, casus burlesco all’origine dei conflitti e inimicizie municipali tra modenesi e bolognesi ai tempi di Federico II di Svevia, Re Enzo e Ezzelino III da Romano. Paolo Bedini esegue un acquerello che rappresenta il manipolo dei modenesi nella concitazione dell’epica impresa al pozzo presso Porta S. Felice.

Il foglio fu esposto alla “Mostra tassoniana” organizzata a Modena nel 1908 nella Galleria Poletti e si legava alle numerose iniziative della Festa Mutino-Bononiense della Fossalta per celebrare la pubblicazione dall’editore Formiggini della “Miscellanea Tassoniana” di studi di filologia e storia sull’opera di Tassoni.

L’opera di Bedini è stata esposta nel 2015 alla mostra “Alessandro Tassoni. Spirito bisquadro” dei Musei civici per il 450° dalla nascita dell’intellettuale modenese.

Giovanni Paolo Bedini si forma all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si distingue per la sua versatilità aggiudicandosi premi in Architettura, Decorazione e Figura, Prospettiva, Pittura. I suoi esordi risalgono al 1867, quando partecipa ad alcune importanti mostre a Torino, Genova, Firenze e Milano.

Ben presto abbandona la pittura di tema storico per dedicarsi alla rappresentazione della quotidianità spensierata: le opere si popolano di figiure piene di vita, dai colori gioiosi e modellate con cura, spesso ambientate nei secoli passati, con una predilezione per il XVIII secolo. Lavoratore instancabile, realizza moltissime opere tra olii e acquerelli che trovano largo mercato sia in Italia che all’estero.

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