Perché la mimosa e il rispetto ogni giorno… La nota di Gianluca Amatucci*
“Ci proviamo ad essere uomini giusti, ad avere rispetto per un altro essere umano.
Ci proviamo e spesso per la nostra cattiveria o per invidia o altri sentimenti malsani, non ci riesce.
Quando dobbiamo essere giusti con gli altri capita che qualcuno di noi non riconosca i diritti delle donne e non si renda conto di quale male stia facendo all’intera umanità.
Si sono spesi, si spenderanno oggi e si farà lo stesso in futuro, fiumi di parole sulle donne, sul rispetto, sulla lotta contro le discriminazioni ed i femminicidi, ma l’impegno dovrebbe essere costante e condiviso da tutti noi.
Negli ultimi tempi qualcuno ha commesso l’errore di colpevolizzare il maschio in quanto tale, senza distinguere tra uomini perbene, maturi, attenti, educati e soggetti che non riescono ad accettare la donna in quanto tale.
E’ un errore gravissimo!
L’uomo deve essere sempre al fianco della donna, anche un passo più indietro.
Oggi si deve festeggiare e si deve farlo con sorrisi e carezze.
Oggi e sempre! Non quella donna che soltanto due giorni fa affermava: “Non portateci mimose, portateci rispetto!”
Al di là dello slogan, sono certo che il rispetto va “portato” sempre, in ogni occasione, come anche una mimosa o un fiore, anche se non c’è una ricorrenza.
La mimosa, il fiore simbolo delle celebrazioni in Italia, venne per la prima volta introdotto nel 1946 da un’idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei, tutte attive nel gruppo parlamentare comunista.
La pianta fu scelta in quanto fiorisce fra febbraio e marzo e perchè, come suggerito da Teresa Mattei, si tratta di “Un fiore più povero e diffuso nelle nostre campagne” rispetto alla violetta, fiore simbolo della festività in Francia.
Una mimosa è un simbolo.
La donna è VITA!
Oggi e sempre dunque… Viva le donne, con le loro fragilità, con i loro sorrisi ed i sogni ma, soprattutto, con la loro unicità.
Auguri a tutte voi!
*Gianluca Amatucci, giornalista e scrittore avellinese.