Elvira, donna senza tempo
«Mi chiamo Elvira e ho nove figli. Ho quarantadue anni e con questi bombardamenti che ci fanno tremare ogni volta che scatta l’allarme, costringendoci a raggiungere in tutta fretta il rifugio antiaereo, sono sempre in apprensione per tutti. Fortunatamente, abbiamo ben organizzato l’evacuazione: siamo in 11 e abbiamo i nostri zainetti già preparati vicino ai cappotti, all’ingresso. Mio marito Vincenzo apre la fila conducendo in ordine tutti i bambini e io la chiudo controllando che nessuno rimanga indietro. Ci vuole sangue freddo.
Quando siamo nel rifugio, in quelle interminabili ore di paura, mi rallegra solo vedere i miei figli giocare tra loro con quello che hanno: sono una vera brigata. Poi, ogni tanto, mi astraggo e ripenso a quando c’eravamo solo io e Vincenzo. Quanto ci siamo amati e quanto ci amiamo ancora, anche in mezzo a tutta questa prole.
Ma la guerra è una cosa seria e non si può abbassare mai la guardia. Io sento di aver fatto il mio dovere di italiana, educando i miei figli al rispetto e l’esempio del padre li ha mantenuti saldi nei valori che abbiamo insegnato loro. Tutto questo grazie all’esempio che abbiamo cercato di dare, nonostante i dubbi e i tentennamenti che qualche volta minano le nostre certezze. Ma è difficile fare i genitori e soprattutto in momenti come questi in cui non sai neanche più spiegare loro perché siamo arrivati a questo punto. Davanti ai figli, però, nessun tentennamento.»
Elvira nasce il 21 novembre del 1901 a Napoli, in via Chiaia. Sesta di dieci figli, incontra Vincenzo e i due giovani si sposano nel 1922, dando origine a una famiglia numerosa. Anche Elvira avrà, infatti, 10 figli, di cui una, Vera, muore piccolina. Gli altri crescono in forza e bellezza e le regalano 34 nipoti e 37 pronipoti, giacché anche alcuni dei suoi figli si dimostrano prolifici quasi quanto i genitori.
Elvira ha un carattere forte e determinato, un vero generale di corpo di armata, inflessibile a ogni deroga. Ma la sua femminilità non viene mai meno, in qualsiasi circostanza. Anche quando si presenta al sindaco del paese, dove è andata a vivere con la figlia Maria, al compimento del centesimo anno di età.
Elvira ha una caratteristica che, nonostante la sua veneranda età, non è venuta mai meno: la voglia di informarsi e di imparare dai più giovani. Si adegua al linguaggio e alle mode, ascolta ed interloquisce apertamente con tutti, anche se soffre una certa permissività dei costumi, cui si adegua qualche volta controvoglia. Le piace piacere e cerca di non essere estromessa da qualsiasi discussione, anche quelle che non la riguardano personalmente, rischiando, qualche volta, di provare la pazienza di generi e nuore.
Muore a 104 anni di vecchiaia tra le braccia della figlia.
La voglio ricordare in questo giorno speciale per noi, perché è stata una donna completa che non si è mai sottratta alla vita, condividendo con generosità tutto quel poco che aveva, apparendo sempre più ricca di quanto fosse in realtà. Di cuore nobile, ha lasciato un segno profondo in tutta la numerosa famiglia che ancora ne venera il ricordo.
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