Generazioni a confronto all’Università Irpina del Tempo Libero di Avellino
Bambini e adulti si incontrano sui temi della cultura grazie alla sinergia di agenzie formative
Cercare di ristabilire relazioni fondate sulla reciproca fiducia e su livelli di contatto diversi da quelli strettamente familiari e utilizzare il mezzo della condivisione di momenti culturali e ludici può rivelarsi un buon modo di iniziare un percorso di conoscenza reale tra le diverse generazioni di estranei.
Quello che l’Associazione della Terza Età, Università Irpina del Tempo Libero di Avellino e l’Istituto Comprensivo “S. Aurigemma” di Monteforte Irpino (AV) hanno intrapreso è un cammino serio e, secondo me, efficace.
I bambini di tre terze classi della scuola primaria dell’Istituto, per la precisione la IIIA, la IIIB, e la IIIC del plesso “Don Milani”, il 9 maggio scorso hanno incontrato i membri dell’Associazione in un momento culturale realizzato con la guida delle loro insegnanti, Pasqualina Merito, Immacolata Bascetta e Maria Rosaria Peluso.
Ho posto qualche domanda alla vicaria della Scuola Primaria, Rosaria Prima, che ha accompagnato i bambini all’incontro, per capire come si è svolta la serata e qual è stata l’esperienza dei ragazzi.
Ci spieghi come è nata questa iniziativa
L’evento è stato organizzato dalla presidente dell’Associazione della Terza Età, Università Irpina del Tempo Libero di Avellino, Rita Imbimbo, e la nostra dirigente, Angela Rita Medugno, ha sostenuto la partecipazione dei alunni dell’Istituto Aurigemma con convinzione augurandosi di continuare una collaborazione sul tema del confronto generazionale. La prossimità della festa della mamma ha suggerito di utilizzare questo spunto per comunicare le emozioni. Così i bambini, preparati dalle colleghe, hanno recitato delle poesie sia in italiano, sia in dialetto e anche in lingua straniera, mettendo in risalto la loro provenienza. Gli alunni così hanno avuto il piacere di presentare le proprie origini: hanno, infatti, declamato poesie in napoletano o in siciliano e una bambina ucraina ha presentato una poesia appartenente alla tradizione culturale e letteraria del suo Paese, con relativa traduzione. Sono convinta che la memoria artistica territoriale vada promossa in ogni modo.
Durante la serata i bambini si sono cimentati anche in un intervento tratto da un lavoro teatrale già proposto a Natale, un estratto da Scugnizzi, intervallato dall’esibizione musicale dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo S. Tommaso-F.Tedesco di Avellino, preparati dall’insegnante di pianoforte Pina Solimene. Poi la docente e bibliotecaria Antonietta Urciuoli, che è anche autrice di racconti per ragazzi, ha letto alcune apprezzatissime poesie sulla mamma. Infine la scrittrice e storica Gaetana Aufiero ha trattato il tema della festa della mamma e delle sue origini. Un bel momento musicale ha visto come protagonista anche Patrizia Girardi alla chitarra e voce.
La reazione del pubblico e dei bambini qual è stata?
I bambini sono poco abituati ad interfacciarsi in questo modo con una realtà generazionale di tale scarto e quindi erano molto emozionati ma si è creata una grande empatia, visto il grande interesse e il reale apprezzamento mostrato dal pubblico che ha posto anche delle domande ai bambini sull’origine delle poesie. Un’alunna mi ha detto alla fine della serata: «Ma alla fine è stato bello. È stato come parlare con i nostri nonni!» E un altro alunno: «Facciamolo più spesso. È bello ricevere gli applausi!»
Ma quanto tempo ci è voluto per preparare del bambini di terza elementare a sostenere uno spettacolo così articolato?
Le insegnanti hanno iniziato a lavorare con i bambini un mesetto prima. Qui si è abituati a lavorare per classi parallele e aperte. Hanno studiato le poesie, le parafrasi e anche la gestualità necessaria ad andare in scena. Un lavoro completo, insomma.
Crede che sia possibile superare quell’innaturale imbarazzo che sta paralizzando i rapporti tra generazioni? Mi spiego: credo che bambini e adulti stiano attraversando un periodo storico molto delicato in cui il rapporto tra generazioni molte volte finisce per essere inquinato dal sospetto a causa della perversione di alcune persone malate. Mi è capitato osservare adulti in buona fede pensarci due volte prima di rivolgere anche solo la parola a un ragazzino o a una ragazzina rinunciando a comunicare anche in modo completamente innocente.
Sono d’accordo con la sua riflessione. Oggi è paradossalmente più difficile comunicare tra generazioni proprio in virtù di queste distorsioni. Sono convinta che la via segnata da iniziative come questa, che dovrebbero divenire prassi, porterà a un punto di incontro.
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