LA SCONFITTA DELL’UOMO NEGLI ORRORI DELLE STRAGI

È vero che orrori come quello accaduto a Nizza sono incommentabili, ma quando giungono dopo una lunga serie di colpi all’umanità che sono riconducibili al terrorismo dell’Isis qualche considerazione merita uno spazio nelle nostre pagine. Gli uomini sono capaci dei più efferati delitti, come delle azioni più eroiche, ma nell’uomo è insito un senso del limite: quello costituito dal rischio di perdere la vita. Una lunga storia di tentativi di modificare il gene che impedisce di correre incontro alla propria morte pur di fare più danni possibili all’umanità pare stia avendo ragione della ragione dell’uomo. Quindi ad essere messa in discussione oggi non è la presenza o meno di valori o di ideologie legate, o meno, alla matrice religiosa; ad essere in pericolo è proprio l’uomo che da Caino, primo simbolo del male nell’essere umano, oggi invece diventa arma nelle mani di qualsiasi gruppo di potere, l’arma più micidiale di tutti. Se da un uomo solo, alla guida di un semplice e innocuo mezzo di trasporto, può venire portata a compimento una tale strage, infatti, a cosa servono più le armi? Se, in più, una volta recepito il messaggio di distruzione inculcatogli da coloro che formano queste menti, può agire liberamente per svolgere la sua missione omicida, si è passato veramente un confine.

Alla nostra società, che aveva un’idea della guerra per averla studiata sui libri e letta sui giornali, oggi si pone davanti una nuova realtà cui dovremo abituarci, che ci rende tutti combattenti se non vogliamo divenirne vittime passive. La nostra guerra andrà fatta in tutti i luoghi di formazione. Ma sarà necessario partire dalle famiglie che la modernità dei costumi e la globalizzazione del senso comune sta rimodulando lasciandole alla ricerca dolorosa di un senso. La solidità dell’istituto familiare viene messa in discussione ogni giorno, infatti, e non dalle difficoltà economiche che portarono i nostri nonni ad emigrare in America, ma dalla difficoltà a rapportarsi con chi ci sta vicino, a prescindere dall’intollerabili violenza subita da alcune donne, troppo taciuta e per troppi anni. Proprio ora, purtroppo, la formazione all’umanità dei nostri bambini è più importante di prima per dare forma ad uomini equilibrati e consapevoli dei propri sacrosanti limiti naturali.

Dopo la famiglia, la scuola è luogo designato da sempre alla formazione del cittadino, dell’uomo civile insomma. Qui gli insegnanti sono chiamati a porre le giuste domande, a suscitare risposte pensate sull’integrazione e sulle religioni, ad aiutare i nostri figli a crescere nel sapere e nei valori di una società civile ed inclusiva, che non ha paura della diversità e nello stesso tempo poggia i suoi piedi sulla roccia di una solida coscienza comune. E i nostri insegnanti, non scodiamolo, oggi sono veramente in prima linea nel confronto con le nuove generazioni e con i problemi che pone la nostra società e il nostro tempo.

Non c’è, comunque, religione che ammetta e consenta le violenze perpetrate in questi tempi bui, dobbiamo esserne convinti. Chi arma le menti di questi assassini non ha alcun dio, se non quello del proprio profitto. Ricordiamo che alcuni nostri cittadini stanno scegliendo di seguire il terrorismo come foreign fighters e questa cosa dovrebbe davvero preoccuparci.

Nel frattempo, visto che siamo in guerra, armiamoci di coraggio e non abbandoniamo le nostre mani in mano al nemico!

Eleonora Davide

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.

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