LA VECCHIA GUERRA NEL VOLUME DI ALFONSO D’ANDREA
QUEI GIORNI BUI E DI PAURA A MUGNANO DEL CARDINALE (8 SETTEMBRE 1943-2 OTTOBRE 1943), CASA EDITRICE MENNA, AVELLINO, 2015.
Stralcio di una guerra passata ma ancora viva nella memoria di chi la visse, il volume di Alfonso D’Andrea “Quei giorni bui e di paura a Mugnano del Cardinale (8 settembre 1943-2 ottobre 1943)” ci riporta indietro di più di settant’anni e ci costringe a ripercorrere le tappe di una storia disseminata di conflitti che oggi ci vede prigionieri di una guerra diffusa e incontrollabile, che ci coglie di sorpresa, mentre ceniamo fuori con la famiglia o ascoltiamo della musica con i nostri amici. Lo scrittore, giornalista di vecchia data, ha vissuto di persona gli eventi che seguirono l’armistizio e ha voluto raccontarli con semplicità restituendone immagini vivide e reali catturate dagli occhi un bambino, spaventato e impressionato dalla fuga dei soldati tedeschi e dall’arrivo dei carrarmati alleati da cui i soldati dispensano leccornie e sigarette. Un doveroso tributo al suo paese Mugnano del Cardinale e alla sua Irpinia quello di D’Andrea, un richiamo alla memoria della semplicità di quei ridenti luoghi che oggi non sono diversi da molti altri nell’aspetto, ma che hanno conservato ancora molti valori e il calore del popolo campano.
D’Andrea descrive i venticinque giorni che separarono l’annuncio dell’armistizio dall’attraversamento di Mugnano da parte delle truppe alleate con una sorta di diario ad episodi. Tutto inizia con l’apertura straordinaria delle porte del Santuario di Santa Filomena, protettrice del paese, conosciuta e venerata in tutto il mondo cristiano, per accogliere coloro che all’annuncio del generale Badoglio sono presi dalla paura, soprattutto le donne che hanno parenti al fronte o nei campi di concentramento. Viene descritto anche quello che accade ad alcuni cittadini che in quei giorni abbandonano le loro case per trovare ospitalità da parenti residenti in zone meno a rischio o sul monte Litto: il paese di sviluppa infatti sull’asse di collegamento che da Napoli porta alla Puglia, la Via delle Puglie, SS7bis, appunto. Grande la paura per i saccheggi operati nelle abitazioni da soldati in fuga e in cerca di oggetti da vendere per acquistare generi alimentari, anche maggiore quando iniziano a saltare i ponti minati dai tedeschi e una bambina rimane uccisa dall’esplosione di una mina. Ma alla fine l’ingresso delle truppe alleate viene salutato da tutti i cittadini speranzosi di rivedere i loro cari alla fine della guerra.
Eleonora Davide
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