Le Note Ritrovate premiano la musica ad Avellino
A Yongbing Dai e Andrea Di Vincenzo i premi del concorso internazionale.
Torna alla grande il concorso musicale “Contemporanea…mente-Le Note Ritrovate” per un’edizione degna di una vera rinascita. La manifestazione, dedicata alla musica contemporanea e organizzata dall’associazione musicale Zenit2000, vanta la direzione artistica del maestro Massimo Testa. Ad eseguire i sei brani selezionati dalla Call for scores indetta dall’organizzazione, grazie a una giuria specializzata, formata dai maestri Alexandros Marqeas, compositore greco residente a Parigi, Gianvincenzo Cresta e Andrea Talmelli, è stato un ensemble d’eccezione diretto dal M° Testa e formata da Mario Pio Ferrante, flauto, Davide De Feo, clarinetto, Gabriele De Feo, pianoforte, Venceslav Quadrini Ceaicovschi, violino, Giuseppe Pascucci, viola, Cristiano Della Corte, violoncello.
Nella splendida cornice dell’ex Chiesa del Carmine, in pieno centro cittadino, sei sono state le composizioni sottoposte al giudizio delle giurie: Primavera Silenziosa, per clarinetto basso solo di Maria Radeschi; Tandem conatus, per flauto, violino, viola, violoncello e pianoforte, di Elena Maiullari; Pas de rien, per violino, viola e violoncello di Andrea Di Vincenzo; Sismogramma per pianoforte solo, di Stefano Ottomano; Delle città perdute, per flauto, clarinetto, violino, viola e violoncello, di Paolo Ricci; Fei Yu Fei, per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, di Yongbing Dai.
Due le giurie che hanno decretato i vincitori: quella del pubblico in sala e quella dei giornalisti Gianluca Amatucci, Paolo Matarazzo, Antonella Russoniello e Alessia Ricciardelli e la sottoscritta.
Ad aggiudicarsi il premio del pubblico è stato Fei Yu Fei di Yongbing Dai; il premio della critica giornalistica è stata la composizione di Andrea Di Vincenzo, Pas de rien.
Il primo brano, caratterizzato da una sonorità sinfonica, affianca alla sperimentazione e all’uso di oggetti esterni nella cassa armonica del piano, un forte legame con le coerenze classiche più care alle orecchie del pubblico, alternando momenti di dissonanza a frasi musicali complete, restituendo appieno un equilibrio formale e un dialogo convincente tra gli strumenti. La tensione all’interno della narrazione musicale funziona, mostrando il percorso dell’autore, cinese di origini e residente in Danimarca, che, nonostante la giovane età appare musicalmente maturo.
Per Pas de nien, Meno di niente, il commento al tema proposto, Memoria/rinascita, legato all’evento sismico che interessò l’Irpinia nel 1980, è maggiormente convincente, e funziona proponendo con stridore e sofferenza alcuni passaggi, attraverso l’uso di pizzicati ostinati, al limite della scomodità, dilatando quel minuto e venti secondi, in cui le forze della natura stravolsero il corso di una serena domenica di autunno, in un tempo indefinito. Anche per questo brano convince la maturità compositiva dell’autore, abruzzese di origine e residente a Milano.
Molto appressato dal pubblico è stato anche Sismogramma, un’idea che ha risposto pienamente al tema, sia riferendosi alla registrazione strumentale del movimento tellurico, che nella riproduzione, attraverso l’uso del solo piano, del grafico andamento delle onde, sia nell’ampiezza che nella frequenza. Quindi geniale l’aggancio, ma anche gradevole il senso ipnotico della composizione, che non lascia spazio ad altro che alla musica, sia riempendo l’intero spazio sonoro che facendo buon uso del tempo.
La musica contemporanea ha provato sin dall’inizio a sperimentare nuovi linguaggi, giocare con le sette note e cercare nuove vie, anche solo in modo formale, allontanando l’orecchio dalla bellezza dei suoni, in cui il passato non fosse riconoscibile, con una tensione alla rottura, al distacco, qualche volta anche alla non comprensibilità, all’ascolto elitario, sapiente, esclusivo. Tutto questo è stato ed è ricerca. Ascoltando i sei brani selezionati, ho avvertito altro: una sorta di maturità, frutto, credo, di questo periodo di solitudine, in cui si è sviluppato un desiderio forte di comunicare, di incontrarsi, di farsi capire. Sta succedendo anche nella letteratura. Questa voglia di parlare uno stesso linguaggio, penso abbia fatto fare un passo in avanti, o comunque un passo, nel modo di fare musica. La voglia di sentirsi più simili che diversi, di integrare le proprie differenze con quelle degli altri, non poteva che esprimersi nella musica che, come forma d’arte, è sempre un passo avanti nei bisogni degli uomini.
L’evento è stato realizzato dall’associazione Zenit 2000, con il patrocinio del Ministero della Cultura, Regione Campania, Comune di Avellino, e con la collaborazione con SIMC, l’Associazione Per caso sulla piazzetta di Avellino, CASTELLI d’Irpinia®, il Sistema MED Campania.
L’appuntamento è per l’anno prossimo con altra buona e tanta musica d’autore.
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