Un barman al Premio Strega. Intervista a Ugo Acampora

Ho appreso con molta simpatia dell’iniziativa del Premio Strega che per questa edizione ha messo in campo anche i cocktail con Mixology. Così, per capire quale rapporto esista tra i cocktail e i libri, ho posto alcune domande a chi ha deciso di mettersi in gioco in questa competizione. Il barman Ugo Acampora gestisce con i fratelli a Piazza Sannazzaro a Napoli il Twins cocktail-wine-coffee cocktail bar. È tra i cinque finalisti del Premio Strega Mixology.

Il Cocktail Testa Dura

Il Cocktail Testa Dura

Mi parli del suo rapporto con i libri.

Premetto che da piccolo non sono mai stato abituato a leggere ma, crescendo, ho sviluppato una certa curiosità in particolare verso i libri di settore, per studiare e conoscere meglio ciò di cui mi occupo, per tenermi aggiornato.

Perché ha scelto l’abbinamento letterario proprio con “Il desiderio di essere come tutti” di Francesco Piccolo, ed Einaudi (vincitore 2014)?

Il libro parla del desiderio di identificazione e di personalità Perciò il nome del cocktail “Testa dura”.

Il suo è un desiderio di successo?

Da parte mia? No, perché dopo un po’ il successo stanca. Poi dà scocciature… Meglio di no.

Allora desiderio di essere come tutti mi fa capire che lei non si sente come tutti.

Mi reputo una persona che non ha voglia di somigliare a qualcuno, sono Ugo, sono io e basta con la mia personalità.

E la sua personalità si traduce nel suo modo di costruire un cocktail?

Sì, perché nel bar che gestisco con i miei fratelli c’è la voglia di lavorare facendo uso della liquoristica italiana trasferendo la nostra personalità in quello che facciamo, nelle nostre creazioni.  Infatti nel cocktail che ho presentato al concorso, insieme allo Strega, uno dei più importanti liquori italiani, abbiamo inserito l’amaro Braulio, della Valtellina con 13 erbe e spezie, tra cui alcune contenute nello stesso Strega.

Quale pensa sia il tocco vincente del suo cocktail?

L’aspetto accattivante anche della presentazione di un Moskow Mule in versione attuale servito un una Mug, invece che nel bicchiere classico, credo possa avere un impatto.

Cosa bisogna trovare in un cocktail secondo lei?

L’equilibrio, il poter farlo diventare una cosa buona per persone diverse.

Lei consiglia a persone diverse cocktail diversi?

In genere sì anche in base al target. La persona più adulta ama bere un cocktail un po’ amaricante servito in un bicchiere più chic. Il ragazzo ha bisogno di bere qualcosa di più rinfrescante, anche più forte, più dolce, in un bicchiere più alto, per fare un esempio.

Il dialetto beneventano usato per descrivere il nome del cocktail “Testa dura” , “cap e mul” è solo un omaggio alla città natale dello Strega?

Certo! Dalla traduzione beneventana, omaggio al liquore, del nome che avevo in mente, ho fatto una libera associazione con il Moscow mule e quindi ho operato una trasformazione di questo drink sostituendo alcuni ingredienti.

La ringrazio per la sua disponibilità e spero di assaggiare presto il suo cocktail.

Ugo Acampora

Classe 1988, Ugo Acampora gestisce con i fratelli a Piazza Sannazzaro a Napoli il Twins cocktail-wine-coffee cocktail bar. Ha iniziato la sua carriera lavorativa nel mondo della ristorazione dopo aver conseguito il diploma di scuola alberghiera nell’istituto I.P.S.S.A.R di Vico Equense. Per oltre dieci anni lavora in giro per l’Italia e da un’esperienza estiva in un Grand Hotel a 5 stelle di Capri come bar back, inizia a coltivare la sua passione per il bartending. Nel 2013 inizia la sua prima esperienza formativa, all’interno dell’FBS di Napoli, dove inizia a muovere i miei primi passi tra tin, mixing glass e tantissime ricette. Poco dopo si trasferirà a Roma per approfondire conoscenze ed esperienze, con successive iscrizioni a corsi di formazioni come quella di Bar Manager dell’FBS di Roma, merceologico della Whisky school di Whisky & Co. Ha frequentato gli Educational Program del Jerry Thomas speakeasy di Roma. Nella capitale diventa vice barmanager del Ristorante & cocktail bar Baccano, nei pressi della Fontana di Trevi. La sua parola d’ordine è sperimentazione, in una costante ricerca di ispirazioni alla vita quotidiana, ai viaggi e i libri.

Il Premio

Più di 200 le ricette giunte da tutta Italia, oltre il 10 percento delle quali provenienti da barlady, con un sostanziale incremento della partecipazione femminile: la storica azienda Strega Alberti Benevento richiedeva ricette originali a tecnica libera con almeno 3 cl di Liquore Strega e ispirate a uno dei 71 libri vincitori delle passate edizioni del Premio Strega. Gli altri quattro drink – tra questi la creazione di una barlady – sono: Ancora una volta (Liquore Strega, Tanqueray Ten Gin, succo di limone, honey mix Dzenevrà e foglie di menta) di Jonathan Bergamasco del Caffè Imperiale di Vercelli, ispirato a La strada per Roma, di Paolo Volponi, Einaudi, vincitore Premio Strega 1991; Ottovolante (Liquore Strega, Vermouth al Pop Corn homemade, Fernet, ginger ale e twist d’arancia) di Gianluca Di Giorgio del Bocum Mixology di Palermo, ispirato a Vita, di Melania Gaia Mazzucco, Rizzoli, vincitore Premio Strega 2003; Cosmo Stregato (Liquore Strega, Vodka Torrone Mix, succo di limone, spuma di bacche e fiori di sambuco con yuzu) di Solomiya Grytsyshyn del Chorus Cafè di Roma, ispirato a Microcosmi, di Claudio Magris, Garzanti, vincitore Premio Strega 1997  e Il compositore stregato (Liquore Strega, whisky torbato, succo di limone, uovo aromatizzato, acqua sciroppata camomilla e menta, grattata di noce moscata) di Edoardo Nervo del Les Rouges di Genova, ispirato a I bei momenti, di Enzo Siciliano, Mondadori, vincitore Premio Strega 1998.

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Gruppo finalisti Premio Mixology

Gruppo finalisti Premio Mixology

Strega Mixology. Una sfida all’ultimo cocktail

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.