Come la mafia manipola le vittime con false indicazioni

La mafia, oltre all’uso della violenza e dell’intimidazione, si serve di strategie psicologiche raffinate per controllare e disorientare le sue vittime. Tra queste, una delle più insidiose è la diffusione di false informazioni per confondere, isolare e manipolare chi rappresenta una minaccia per l’organizzazione. Lo scopo ultimo della mafia non è solo eliminare fisicamente una persona scomoda, ma anche renderla inoffensiva senza dover ricorrere alla violenza esplicita. Creare un ambiente di incertezza e paura porta molte vittime ad autoesiliarsi per timore di ritorsioni, ad affidarsi a persone sbagliate, a perdere credibilità di fronte alla legge o ai media, a far fatica a distinguere gli amici dai nemici, a non ribellarsi. La disinformazione come arma di controllo può avvenire in diversi modi: diffondere voci false sulla preda per screditarla o farle perdere il sostegno di amici e familiari, fornirle indicazioni sbagliate su chi siano i veri nemici o alleati, creandole sospetti e divisioni, sostituire o alterare informazioni cruciali per confondere le indagini e depistare la giustizia. L’infiltrazione di informatori e finti amici si concretizza attraverso complici che si fingono amici, colleghi o confidenti, conquistando la fiducia per poi riferire informazioni all’organizzazione. Se la vittima si affida a comunicazioni distorte la sua testimonianza può risultare incoerente o contraddittoria. La mafia sfrutta canali diretti e indiretti per dare false notizie con telefonate anonime, messaggi inviati da contatti fidati ma manipolati per convincere la vittima a recarsi in un luogo specifico, farle credere di essere sotto minaccia imminente quando non lo è, inducendola a commettere errori. Vi è inoltre la manipolazione emotiva messa in campo per spingere la vittima a credere di non avere vie d’uscita o alternative alla collaborazione con il sistema mafioso. La creazione di falsi allarmi serve per tenere la preda sotto pressione e distrarla da azioni efficaci contro la criminalità. In alcuni casi, la mafia riesce a gestire l’informazione a livello pubblico, facendo trapelare notizie deviate o controllando fonti giornalistiche per diffondere versioni falsate della realtà. Questo ha due effetti principali: delegittimare chi si oppone alla mafia, etichettandolo come sbagliato, incompetente o poco affidabile e orientare l’opinione pubblica, facendo apparire la mafia come un potere inevitabile o persino necessario. Per difendersi e contrastare queste tecniche di manipolazione mafiosa, è fondamentale verificare sempre le fonti delle informazioni ricevute, evitare di fidarsi ciecamente di chi si propone come “salvatore” o unico alleato, mantenere contatti con istituzioni e associazioni antimafia per avere un punto di riferimento sicuro, denunciare qualsiasi tentativo di disinformazione o depistaggio alle autorità competenti facendo attenzione che non siano a loro volte corrotte. Solo con la consapevolezza, la comunicazione efficace e pertinente, grande intelligenza e capacità di analisi, è possibile resistere all’influenza mafiosa e contrastare il suo operato.

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About CHIARA VERGANI

Chiara Vergani, insegnante, pedagogista, formatrice sulle problematiche del bullismo, specializzata in criminologia e tutela del minore. Tiene conferenze in tutta Italia, interviene in molti programmi televisivi e radiofonici, collabora con diverse testate giornalistiche. Ha pubblicato Lo scacco rosso. Storie di bullismo (2018); Mai più paura. Il bullismo spiegato a tutti (2019); Il mondo si è fermato. Non voglio scendere (Ebook 2020); Le voci della verità (2020); Libere dall’inferno (2021); Professione docente in tempi di guerra (2022); Bipolari in bilico (2022); Io sono Darty (2023); Soft skills (2023).