Criminologia. Come si vive in una città con questore e poliziotti corrotti dalla mafia

In una città dove il questore e gli agenti di polizia sono corrotti, il rapporto con la popolazione tende a essere caratterizzato da diverse dinamiche problematiche: gli agenti spesso commettono abuso di potere usando la propria posizione in modo arbitrario e per fini personali, questo include violenza, intimidazioni, estorsioni, richiesta di tangenti per evitare multe e problemi legali. Si genera una disparità di trattamento all’interno della comunità. Regna soprattutto un’assenza di tutela dei cittadini, non sono più protetti dalla giustizia, quindi si registra un aumento del crimine, i delinquenti restano impuniti e le vittime si sentono abbandonate. La popolazione tende a provare sfiducia verso le forze dell’ordine, sentendosi più minacciata che protetta. Ciò porta a un clima di paura e a una riluttanza a collaborare con le autorità quando necessario. Vi è una crescita della criminalità organizzata perché gli agenti e il questore corrotto facilitano l’ingresso della mafia in ogni settore. Si assiste ad una vera impotenza legale in cui i cittadini cercano di denunciare la corruzione, ma rischiano di essere ignorati o addirittura perseguitati da parte delle forze dell’ordine. Questo rende difficile il cambiamento, poiché in una situazione del genere, il tessuto sociale si deteriora, i poliziotti corrotti in genere non aiutano la gente in modo genuino. Spesso fingono di farlo per mantenere una parvenza di legalità e per evitare di attirare troppa attenzione su di loro e sui comportamenti illeciti. In genere agiscono mediante la finzione di legalità, occasionalmente svolgono il loro lavoro correttamente, intervenendo però solo in situazioni minori. Il problema grave è che mettono in atto una forma di selettività nell’aiuto: aiutano solo le persone che sono disposte a dare tangenti in cambio, tutelano pertanto specifici individui e gruppi in cambio di denaro e favori. Ciò a discapito della sicurezza e della giustizia per il resto della popolazione. Dunque l’aiuto fornito dai poliziotti corrotti è generalmente una maschera per proteggere i loro interessi e non un vero servizio alla comunità. Sovente i poliziotti corrotti giustificano la loro mancata azione attribuendola a una “svista” o a un errore involontario. Questo fa parte delle strategie che usano per coprire la loro corruzione ed evitare di essere sospettati. Ecco alcune modalità con cui potrebbero giustificarsi: possono dire che non sono intervenuti a causa di problemi burocratici, per errori nei documenti o informazioni mancanti, cercando di non apparire inefficienti per celare la corruzione. Dichiarano che non avevano il personale, i mezzi o le risorse necessarie per intervenire, cercano di giustificare l’immobilità con la scarsità di fonti. Possono affermare che ci sia stata confusione sulle informazioni o che si sia trattato di una svista. In molti casi i poliziotti corrotti in squadra si coprono a vicenda, concordandosi per scusare la loro condotta. Questi tipi di giustificazioni fanno parte delle modalità atte a celare la corruzione e sembrare impegnati comunque.

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About CHIARA VERGANI

Chiara Vergani, insegnante, pedagogista, formatrice sulle problematiche del bullismo, specializzata in criminologia e tutela del minore. Tiene conferenze in tutta Italia, interviene in molti programmi televisivi e radiofonici, collabora con diverse testate giornalistiche. Ha pubblicato Lo scacco rosso. Storie di bullismo (2018); Mai più paura. Il bullismo spiegato a tutti (2019); Il mondo si è fermato. Non voglio scendere (Ebook 2020); Le voci della verità (2020); Libere dall’inferno (2021); Professione docente in tempi di guerra (2022); Bipolari in bilico (2022); Io sono Darty (2023); Soft skills (2023).