CITTA’ STORICHE, ARTE MODERNA E QUALCHE INCOMPRENSIONE
Danneggiata l’istallazione artistica di Marina Torchio ad Aosta. Sopralluogo della vicesindaca con delega cultura e turismo. L’artista: <<Cambia lettura dell’opera, come nella vita bisogna cercare significati nei mutamenti>>.
Stamattina sono stati valutati i danni alla Caduta di un impero, il gruppo statuario esposto presso la Porta Pretoria della città, parte del processo di promozione del centro storico. A cadere è la stessa civiltà secondo la vicesindaca Antonella Marcoz che ha commentato l’accaduto con amarezza. Più lungimirante l’artista che nell’atto vede un’opportunità di rilettura dell’opera stessa. La presenza nelle città italiane d’arte di opere moderne affiancate a testimonianze di una passato artistico di rilievo, lascia perplessi molti amatori ma, senza spingersi a compiere riprovevoli atti vandalici, i turisti che provengono da tutto il mondo di solito trovano il lato giocoso anche in una seria visita culturale. È quello che in questi giorni accade a Firenze, città d’arte per eccellenza, in cui la presenza di alcune opere dello scultore fiammingo Jan Fabre (Searching for Utopia, una enorme tartaruga scintillante cavalcata da un uomo, al fianco del monumento equestre di Cosimo I e The man who measures the clouds, innalzata sull’Arengario di Palazzo Vecchio, tra le copie del David di Michelangelo e della Giuditta di Donatello) sta suscitando un particolare interesse, purtroppo per l’autore non tanto per le opere, bensì per la presenza di un anziano guardiano, con tanto di radiotrasmittente e fischietto, addetto a controllare che nessuno salga sul basamento della prima opera per fare selfie sulla tartaruga. La cosa più singolare, che stimola appunto l’interesse dei turisti, è il fatto che il guardiano, seduto di fronte all’opera, rimane bloccato lì tutto il giorno fino a tarda notte, cedendo ogni tanto al sonno; di questo approfittano i ragazzini che si autoritragono con il guardiano dormiente. Qualcuno però ogni tanto lo scuote e lui inizia a fischiare, suscitando l’ilarità di alcuni passanti e la compassione di altri. Le opere lasceranno la piazza ad ottobre alla volta della Russia – assicura il custode –portandosi con loro anche il pesante e ingombrante basamento e concedendo, speriamo, un po’ di sonno e di pace allo sfortunato addetto ai beni culturali di Firenze.
Eleonora Davide
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