GIUBBILEI, BENUCCI, FABBRINI E GIANNELLI PREMIATI A SIENA DAL SINDACO VALENTINI

IL PRIMO CITTADINO DELLA CITTA’ DEL PALIO HA CONSEGNATO IL “PREMIO MANGIA 2016”. A LUCIANO GIUBBILEI, A RICCARDO BENUCCI, FAZIO FABBRINI E ENRICO GIANNELLI VA LA MEDAGLIA DI CIVICA RICONOSCENZA

Nel giorno dell’Assunta il sindaco Bruno Valentini, questa mattina, durante la solenne cerimonia svoltasi al Teatro dei Rozzi, ha consegnato il Premio Mangia 2016 a Luciano Giubbilei (candidato dalla Contrada dell’Oca) e le Medaglie di civica riconoscenza  a Riccardo Benucci (candidato dalla Contrada della Torre), Fazio Fabbrini (candidato dal sindaco Valentini in qualità di membro del Concistoro del Mangia), e Enrico Giannelli (candidato dalla Contrada del Drago).

<<Oggi – ha detto il sindaco Bruno Valentini – nel giorno dell’Assunta in cielo, e alla vigilia del Palio ci ritroviamo a celebrare i figli migliori della nostra amata città, che sono riusciti a mettere insieme passione, talento e dedizione, diventando un punto di riferimento per tutta la nostra comunità. Persone che hanno portato Siena ai vertici del nostro Paese e del mondo. Passione, talento e dedizione. Tre ingredienti necessari a rendere ogni creazione e ogni lavoro eccezionale e fuori dalla norma, e, per questo fondamentali del Premio Mangia e delle Medaglie civiche. Siena riconosce i suoi figli migliori e consegna loro un compito fondamentale: essere ambasciatori nel mondo di questa straordinaria città. Della sua cultura e delle sue antiche tradizioni>>.

<OggiAggiungi un appuntamento per oggi assegniamo il Premio Mangia a Luciano Giubbilei, che ha dato lustro alla città grazie alla sua carriera professionale di architetto di giardini che gli ha fatto conseguire  importanti riconoscimenti e premi internazionali. L’apice dei suoi successi nel 2014 quando è stato il primo italiano a essere insignito del premio più prestigioso del design contemporaneo di giardini: il Best in Show Award, della Royal Horticultural Society>>.

<<A Riccardo Benucci la Medaglia di civica riconoscenza per il suo grande talento di enigmista, esperto di crittografia, rebussistica, anagrammi, ma anche scrittore e poeta.

La seconda medaglia, da me proposta, a Fazio Fabbrini per l’emanazione della storica ordinanza che istituì il divieto di circolazione nelle vie e nelle piazze del centro. Una rivoluzionaria decisione che portò Siena a essere la prima città europea a chiudere al traffico il centro storico>>.

A ritirare il premio la famiglia  dell’ex sindaco, assente per un piccolo malore che, fortunatamente, sta già superando, e al quale sono andati gli auguri di pronta guarigione da parte del primo cittadino.

<<La terza Medaglia – ha concluso Valentini – è assegnata a Enrico Giannelli per le sue ricerche sul Palio e i libri scritti sul tema. Testimonianza della sua passione e attaccamento viscerale alla nostra festa>>.

A illustrare la personalità di Luciano Giubbilei, Premio Mangia 2016, Fulvio Bruni, ex Governatore della Contrada dell’Oca  che, attraverso la proiezione di immagini, ha fatto una sintesi della sua vita e della sua professione. Dal Giubbilei bambino al giovane studente, fino ai primi approcci lavorativi e alla scoperta della sua vera passione: il giardinaggio. <<Una passione nata per curiosità, ma che trova grazie a Sarah, una ragazza inglese conosciuta a Siena e con la quale andrà a vivere nella zona di Regina, in un paesaggio di ulivi e vigneti. Sarà qui che inizia a coltivare il suo primo giardino, il suo rapporto intimo, passionale, con la terra e le piante. E sarà sempre qui che nasce in lui il forte desiderio di iniziare un nuovo percorso, di dare una svolta al viaggio iniziato in via Duprè. Luciano Giubbilei ha deciso quale sarà la sua  professione. Vuole che il suo interesse diventi un lavoro. Inizia a visitare i giardini delle ville fiorentine dove conosce Silvano, un giardiniere che lo prende a lavorare con sé. Sarà lui ad aprirgli le porte verso un nuovo mondo. A spingerlo verso altre esperienze. Nuovi spazi. Li troverà a Londra dove, nel 1993, inizierà a studiare alla Inchbald School of Design, dove si laurea come studente dell’anno nel 1995. E’ l’anno della svolta. Giubbilei inizia a sviluppare un proprio stile. Nuovo e suggestivo. Supera il concetto di giardino inglese, legato all’idea tradizionale di luogo fatto dalle piante, senza ricerca di composizione spaziale, di design e di progettazione architettonica, senza attenzione per il dettaglio illuminazione, arredamento e allestimento. Un lavoro tanto particolare quanto ricercato quello di Giubbilei. Un lavoro che, all’estero, in questi anni gli ha fatto collezionare innumerevoli premi e riconoscimenti di grandissimo valore. Sempre in giro per il mondo con il suo studio e i suo progetti, mentre l’Italia, la sua patria, finalmente si è accorta  di questo grande talento ispirato, come ammette, dalla sua città. Dai movimenti di luce che entrano nei suoi vicoli, negli spazi angusti e stretti, creando cromatismi e contrasti di effetto. Dalla storia che si riflette ed emerge dai suoi grandi edifici e dalle grandi istituzioni, dai ricordi e dagli affetti che a essa lo legano. E’ dalla sua città che ha appreso il profondo senso di bellezza e la voglia di rinnovamento che lo hanno accompagnato durante la sua carriera professionale, dimostrando come la nostra comunità possa esprimere idee e talenti e, soprattutto, come la nostra civiltà non sia legata a un grande passato in cui specchiarsi, ma è assolutamente in grado di proiettarsi verso un grande futuro>>.

<<E’ nato con l’enigmistica nel sangue>>, queste le parole di apertura di Andrea Sbardellati, presidente del Gruppo Stampa Autonomo di Siena, nel presentare Riccardo Benucci. <<A soli 16 anni ha visto pubblicare il suo primo rebus nella prestigiosa rivista Settimana Enigmistica, e da allora e non ha più smesso di deliziare i cultori dell’enigmistica italiana che, ogni giovedì, aspettano l’uscita del settimanale milanese. Numerose anche le altre collaborazioni, tra le quali quella con Domenica Quiz e il periodico scientifico Focus.

Una produzione di qualità firmata quasi in toto con lo pseudonimo “Pasticca”, o in alcuni casi “Spadaforte” o “Rosso fulmine”, chiare dediche all’amata contrada, la Torre, e a Fresita, la sua consorte peruviana>>. <<Dopo il fortunato esordio sulla “Settimana” nel 1980 entra nel mondo dell’enigmistica classica – ha proseguito Sbardellati – una sorta di Girone d’eccellenza dell’enigmistica, pubblicando giochi su riviste specializzate per soli abbonati come “Labirinto”, “La Sibilla” e la quasi centenaria “Penombra”. Premiato in più di 150 tra concorsi e gare, e oltre 2000 giochi pubblicati in quaranta e passa anni di attività. Ha riportato successi in tutti i settori dell’arte edipea, dai poetici, autentico cavallo di battaglia, ai brevi, dai rebus alle crittografie, dalle frasi anagrammate alle gare di soluzione. Suo il rebus più lungo d’Italia, composto su un’unica frase proverbiale di 61 parole e 288 lettere. Nel 2011 ha pubblicato l’antologia di enigmi “Il vuoto che brucia”, nel 2011 trionfa nel concorso bandito dalla rivista “Penombra” componendo 25 lavori poetici che hanno per protagonisti noti e meno noti personaggi del Risorgimento, e, dal 2015, è presidente dell’Associazione “Biblioteca Enigmistica Italiana”.

Un uomo fortunato, perché come spesso ripete, “ho potuto divertirmi giocando per tutta la vita, anche se il gioco, a ben vedere, ha regole ferree ed è una cosa seria”. Ogni gara è stata per lui una sfida interpretata con spirito più paliesco che decoubertiniano>>.

<<Fazio Fabbrini – ha ricordato lo storico Duccio Balestracci – è stato, nel 1965, il primo sindaco in Italia ad aver vietato l’accesso delle auto nel centro storico di una città d’arte. Per noi e per Siena resterà il sindaco che ebbe il coraggio o l’incoscienza di regalare ai senesi una città a misura d’uomo perché, come ebbe a dichiarare, era dovere suo e degli altri come lui farsi carico della responsabilità di salvaguardare e valorizzare i tanti centri storici delle città che la storia ha affidato alla nostra sensibilità e alla nostra custodia, e che rappresentano una testimonianza viva e ammirevole della nostra civiltà>>. <oggiAggiungi un appuntamento per oggi>>. <  un problema delicatissimo: tutelare l’intuizione di Piccinato che, nel suo Piano Regolatore di metà anni Cinquanta, aveva individuato nelle valli verdi di Siena una caratteristica urbanistica, storica, identitaria, da mantenere e valorizzare, ma che a metà anni Sessanta tornarono ad essere minacciate da idee di  cementificazione. E fu proprio Fabbrini a lanciare l’appello che divenne uno slogan e un grido di battaglia: “le valli verdi non si toccano”. La sua determinazione fu vincente, e le idee di introdurre varianti o di rimettere in discussione le acquisizioni del Piano Piccinato rientrarono>>. <<Ma Fabbrini, come sindaco – ha proseguito Balestracci – aveva anche un altro sogno, che non riuscì, però, a realizzare: dotare Siena di un Palazzo della Cultura. Un palazzo dei congressi, come fu definito con l’intento di sminuirne la portata, da affidare ad un architetto di fama mondiale: il finlandese Alvar Aalto, che ne aveva identificato la collocazione nell’area della Fortezza Medicea, in una posizione di dialogo architettonico ed urbanistico con il tessuto storico antico di Siena. Nell’idea dei progettisti doveva essere un centro “produttore” di cultura. Il sogno non si realizzò. Questa volta non si creò nessuna trasversale sinergia virtuosa come, invece, accadde per la difesa delle aree verdi. Siena perse un’occasione importante>> <<Fazio Fabbrini – ha concluso – ebbe il coraggio di eliminare una delle cause di morte del centro storico, ma il centro non muore solo di traffico. Che la sua lezione serva a eliminare altre cause attuali, non meno pericolose>>.

<<Enrico Giannelli, Ghigo, è nato in Piazza della Posta, nel cuore del Drago, ed è del Drago>>. Come ha detto  Carlo Rossi, ex Rettore del Magistrato delle Contrade, <<Ghigo è sia l’incarnazione della storia, il testimone, sia il garante, la coscienza critica, il faro a cui tutti i contradaioli, almeno una volta, si sono rivolti per un consiglio, per un parere. Con il suo carattere critico e rigoroso, a volte burbero, poco incline  al compromesso, ma mai escludente, ironico, ma mai cattivo, modesto e mai autoreferenziale è sempre stato un punto di riferimento per tutti; anche per i giovani. Ghigo ha sempre vissuto e interpretato il Palio nel modo migliore, più positivo, come una festa capace anche di sollevarci dalle preoccupazioni quotidiane, in grado di riempire ed allietare le nostre giornate due volte all’anno>>. <oggiAggiungi un appuntamento per oggi” e “Fantini brava gente. Disavventure giudiziarie di fantini del passato”. Non sono state pubblicate, ma sarebbe interessante farlo, le domande e le risposte delle varie edizioni di “Diccelo”, gioco fra squadre di contradaioli da lui ideato con altri benemeriti dragaioli.  Gioco che ha allietato varie serate in Società mettendo alla prova preparatissimi concorrenti che si sfidavano rispondendo a domande, per me quasi tutte impossibili, su Palio, fantini, cavalli, ma anche toponomastica e monumenti cittadini. Ma non solo Palio e non solo Drago. Rilevante è stato ed è tuttora il suo impegno in varie istituzioni cittadine dove ha ricoperto ruoli di responsabilità. E’ attualmente vicepresidente dell’Unione Italiana Ciechi di Siena e, in passato, si è molto impegnato per il Costone, per il quale, tra le altre cose, si dedicò al rifacimento del teatro, e dove è stata rappresentata la commedia “Cose dell’altro mondo”, scritta insieme ad Andrea Muzzi.  Grande, anche, la sua capacità di giocare con le parole, la geniale abilità di creare bizzarri componimenti poetici, per esempio una poesia nella quale ogni rigo è formato dall’anagramma di nome e cognome di varie persone, come i membri del Consiglio dei ministri, o i giocatori del Siena, oppure usando versi tutti con la stessa rima. Nel 2009 con la pubblicazione di “Gente vana. Sonetti in vernacolo senese” un’accurata analisi, nella prefazione, del  sonetto nel vernacolo. Uno studio che fa emergere la differenza tra vernacolo e dialetto>>.

A realizzare le pergamene, che hanno accompagnato i riconoscimenti, il M° Cesare   Olmastroni, Stefano Pellati, Beatrice Pulcinelli e Michela Bacconi.

 

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.

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