IL CARRO DI MIRABELLA

Oggi è il giorno della tirata del Carro di Mirabella Eclano (AV) da parte di buoi, in occasione dei festeggiamenti della Madonna dell’Addolorata.

Il carro di Mirabella Eclano (AV) è segno di una tradizione legata alla fecondità della terra che parte da molto lontano, ma che cambia nel tempo. Se il carro di grano, frutto della terra dell’alta irpinia, veniva offerto alle divinità pagane per propiziarsene il favore, più avanti, con l’avvento del Cristianesimo, come avvenne per quasi tutte le feste pagane, furono i santi a “giovarsi” di questa offerta, mentre in tempi più recenti al significato religioso del rito viene accostato quello artistico che quasi lo sovrasta.

 

In effetti, la costruzione dell’obelisco alto 25 metri recante alla sommità l’immagine della Madonna Addolorata, richiede mesi di lavoro da parte di esperti artigiani che intrecciano gli steli scelti delle spighe di grano in un fitto susseguirsi di ricami davvero impressionanti. Anche l’alzata dell’obelisco e il suo trasporto attraverso le vie del paese, trainato da buoi, richiede perizia ed esperienza sotto i comandi di un “timoniere”. Venti tonnellate di peso, ventisette travi, due crociere in ferro , quattro in legno, sette piani, trentotto funi di cinquanta metri ciascuna.

La costruzione del carro, come lo vediamo oggi, si deve Stanislao Martini, un artista originario della vicina Fontanarosa, che sposò una donna di Mirabella. Risalirebbe al 1869 il primo modello di obelisco così lavorato. Successori dell’artista furono Alfonso Prisco Capodanno e Giuseppe D’Amore, che ne modificarono l’immagine; poi Luigi Faugno gli conferì maggiore prospettiva. Il suo lavoro è stato continuata prima dal figlio Giotto e oggi dal nipote Giotto junior.

                                                                                                             

     

 

 

 

Eleonora Davide

14-09-2013

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