IL SUSAMIELLO IRPINO DI MINICUCCIO TRA STORIA E CULTURA

Il Natale è il periodo in cui maggiormente la tradizione delle feste viene onorata con un dolce tipico da portare a tavola. In Campania, in particolare,  le produzioni dolciarie si moltiplicano e si legano alla storia dei singoli territori.

E così, nell’ambito delle festività natalizie Campania Artecard, con il contributo della Scabec,  ha messo a punto un programma davvero gustoso, curato dal professor Fabrizio Mangoni, uno dei più importanti esperti di dolci in particolare di quelli campani (a lui si deve l’invenzione del babà Vesuvio e il Vesuvio di cioccolata prodotto dall’antica fabbrica napoletana di Gay Odin), che ha consentito di conoscere  meglio i dolci tipici regionali unendoli alla bellezza di siti culturali.

 

In Irpinia, l’iniziativa “Dolce Natale” ha fatto tappa, domenica 4 gennaio, ad Avellino, dove il Susamiello Irpino del Ristorante Minicuccio è stato associato alla visita guidata al Palazzo Abbaziale del Loreto.

I visitatori, accompagnati da storici dell’arte e guide esperte, hanno visitato la splendida Abbazia assaporando, al termine della visita il Susamiello irpino realizzato dalla pasticciera Marisa Pagliarulo del Ristorante Minicuccio,  uno dei ristoranti irpini più attenti alle tradizioni, alle ricette tipiche originali, alla storia e alla cultura gastronomica locale.

“Il Susamiello Irpino di Minicuccio, Susamiedr è il nome dialettale,   sottolinea  il professore Franco Pagliarulo, patron del Ristorante, è un dolce natalizio e, come tutte le tradizioni natalizie, ha origini antichissime. La ricetta viene tramandata di generazione in generazione.

L’origine pare essere barese.  A Bari, infatti, esiste un dolce simile, chiamato sasamidd’, solo che, al posto delle noci, si adoperano le mandorle. Si differenzia notevolmente dal susamiello napoletano per lavorazione, consistenza e sapore. Insomma,  un dolce che fa da ponte tra Napoli e la puglia, come il territorio in cui viene preparato, la Baronia”.

Il dolce, come  spiega Marisa Pagliarulo, artefice di questo tripudio del gusto, “richiede una lunga preparazione. Viene realizzato, come tutti i piatti del Ristorante Minicuccio,  esclusivamente con i prodotti del territorio: le patate, il burro, la farina, le uova, l’olio Ravece Dop degli uliveti locali, compongono un impasto che cresce grazie al lievito madre. L’impasto, lavorato a formare tre bastoncini affiancati e uniti alle punte, viene fritto e arricchito di un condimento a base di vin cotto, miele, noci, buccia di arancia grattugiata e cioccolato”.

Come ben evidenzia il profesore Fabrizio Mangoni: “Sul confine si mescolano i paesaggi e anche i sapori. Il susamiello napoletano si contamina ibridandosi di gusti e di sostanze. Incontra le patate di quelle colline, il burro di quei pascoli, l’olio degli uliveti e compone un impasto che cresce grazie al lievito madre. La forma che si genera, non priva di simbolismo erotico, fa uscire il susamiello irpino dal mondo dei biscotti, per entrare in quello delle frittelle. Dopo la frittura, il vino cotto è finito sul Susamiello di un tempo, rendendo scintillante e voluttuoso il fiore trilobato e le volute di pasta gonfia e dorata.”

Insomma, il Susamiello di Minicuccio, è una esperienza che sollecita il gusto e non solo, assolutamente da provare.

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