LA FESTA DI SAN VITO

Il 15 giugno ricorre la festa di San Vito, il giovane cristiano che subì il martirio per la fede nel 303 nella vicina Lucania. Celebrato in molti centri della Campania, nei quali spesso il Santo figura come Patrono, i luoghi del Santo sono numerosi, in Italia e altrove, ed anche in Irpinia il suo culto è molto sentito in alcuni paesi in particolare. A Santo Stefano del Sole quest’anno si celebrerà il duecentenario della trasposizione delle spoglie del santo da Roma al piccolo centro irpino. I solenni festeggiamenti avranno luogo, oltre il 15 giugno, anche l’ultima domenica di agosto, quando nel 1814 le sacre spoglie furono trasportate da Roma. 

Ad Aquilonia, dove è situata l’Abbazia di San Vito, nei pressi della quale troneggia una quercia plurisecolare detta “quercia di S. Vito”, uno dei cento alberi più vecchi della Regione Campania, i festeggiamenti per il santo patrono si hanno ben due volte all’anno. A Maggio, infatti, viene celebrato San Vito “piccolo”, una vera e propria festa di Calendimaggio, in aperta campagna, contornata da una natura rigogliosa ed in una varietà infinita di verde. Dal paese alla badia, situata poco fuori il centro abitato, prende via una processione, che compie intorno alla stessa tre giri completi che si concludono con una generale benedizione. Il 15 giugno, invece, è la volta di San Vito “grande”: una processione prende il via dal paese per giungere, anche questa volta, alla badia, con corone di fiori e frutta e costruzioni di legno (i cosiddetti gigli) ornate da immagini del Santo, candele e fettucce di stoffa multicolori e portate sulla testa da donne particolarmente devote. Tre giri del corteo intorno alla badia e benedizione di animali, pane, avena e granturco. L’indomani, si svolge infine una processione per le strade del paese, preceduta da un’asta pubblica per l’assegnazione del trasporto della statua del Santo. 

 

Il motivo dei “tre giri” ritorna anche nei festeggiamenti del compatrono a Vallata. Bisogna, però, prima fare una premessa. Il rito dei giri collettivi intorno all’edificio che ospita la statua del santo è un rito di origine pagana, allorquando i pastori facevano girare in senso antiorario il proprio gregge (circumambulazio o “turniata”) attorno ai santuari campestri del Dio Silvano. Successivamente, con l’avvento del Cristianesimo, lo stesso rito fu usato per celebrare la ricorrenza del martirio di San Vito, da molti considerato il protettore anche degli animali.

A Vallata, dicevamo, la festa di San Vito prende l’avvio il 14 giugno con l’apertura ufficiale (oggi solo simbolica) della fiera del bestiame ( un tempo durava dal 14 al 21 giugno, autorizzata per la prima volta, il 22 marzo 1537 con decreto di Carlo D’Aragona) e la processione delle “panelle” (palline di pane azimo) portate, in speciali ceste adornate di rose e ginestre, da giovinetti (una volta forse soltanto da fanciulle) fino alla cappella del Santo intorno alla quale vengono compiuti i tre giri propiziatori (un tempo con carri trainati da buoi e spesso in compagnia di animali da tiro e domestici). Il 15 giugno, invece, è la volta della processione della statua del sant0 come avviene altrove. La particolarità di Vallata, però, consiste proprio nella statua. Essendo un culto molto sentito dalla popolazione locale, in processione viene portata una seconda statua, a mezzo busto e non quella a figura intera presente nella splendida cappella poco fuori paese , in quanto, secondo la tradizione, ogniqualvolta si è tentato di portarla in processione si sono scatenate bufere che ne hanno reso impossibile il transito per le vie del paese. 

A Caposele, infine, è da segnalare la particolare cappella dedicata al Santo, a monte dell’abitato, che si erge sontuosa su uno sperone roccioso. Ricostruita dopo il terremoto, è frequentata raramente e solo in occasioni del giorno delle celebrazioni del santo, nel quale ci si incontra per una funzione religiosa e per benedire il pane che poi si da’ in pasto ai propri cani domestici.

Fonte IRPINIA TURISMO

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