NFT del primo tweet della storia. Il proprietario vuole venderlo ma nessuno lo compra

“Oggi nessuno capisce il suo valore, ma domani avrà lo stesso valore della Gioconda”. Cosa? L’NFT del primo tweet della storia, acquistato dall’imprenditore Sina Estavi per circa 3 milioni di dollari lo scorso anno. Ad oggi, però, nessuno sembra essere intenzionato ad acquistarlo. Per lo meno, non alle cifre richieste dall’attuale proprietario: l’offerta più alta ricevuta, infatti, supera di poco i 12.000 dollari.

COS’E’ UN NFT- Not fungible token. Per i non avvezzi all’online trattasi di un certificato di proprietà e autenticità di un bene virtuale. La non fungibilità serve a differenziare questo tipo di token dai bitcoin, che sono invece fungibili e interscambiabili.

PERCHE’ IL PROPRIETARIO NON RIESCE A VENDERE L’NFT DEL PRIMO TWEET? – L’appeal degli NFT potrebbe essere al momento basso a causa dei dubbi che molti investitori pongono verso la rete. Lo stesso mercato dei bitcoin sembra aver subito una battuta d’arresto dopo l’iniziale boom che ha visto semplici “criptoinvestitori” trasformarsi in milionari in poche settimane. La rete, si sa, è in continua evoluzione.

I DETTAGLI DELL’OFFERTA AL RIBASSO – Sina Estavi, che al momento dell’acquisto del famoso NFT ha pronunciato le parole riportate all’inizio dell’articolo, aveva pagato solo un anno fa il (poco) ambito titolo del primo tweet 2,9 milioni di euro. Ha provato a venderlo all’asta su OpenSea, ma l’offerta più alta – pari allo 0,4 % del valore iniziale – è stata di 12.719 dollari.

GLI SCENARI FUTURI – Estavi potrebbe riproporre il pezzo ad una nuova asta, dove spera di poter portare a casa un’offerta d 48 milioni. Metà della cifra sarà donata in beneficenza, mentre l’altra metà potrebbe finire in nuovi investimenti. E questo, francamente, potrebbe essere preoccupante.

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