THE HATEFUL EIGHT, RECENSIONE (no spoiler)
Tarantino nel suo ottavo lavoro resta fedele al suo stile, splatter, teatrale e coinvolgente. Il cast riunisce le vecchie conoscenze delle Iene e di altri capolavori del regista americano.
Le cime innevate delle Rockies fanno da sfondo alla pellicola. La maggior parte delle scene sono girate in un emporio, dunque, in un’unica stanza, mentre fuori infuria una tempesta di neve. L’ambientazione e la trama ricordano le storie di Agatha Christie.
In effetti, il film si sviluppa come un giallo con più capitoli, che lo spettatore scopre durante lo svolgimento della trama, proprio come nella lettura di un romanzo. Senza entrare nello specifico, la storia segue le vicende di due cacciatori di taglie interpretati dai magistrali Samuel L. Jackson nel ruolo del Maggiore Marquis Warren e Kurt Russell nei panni di John Ruth. Altro personaggio importante è la fuorilegge Daisy Domergue. Questa figura all’interno del film è una piacevole sorpresa, un ruolo femminile forte e ben definito abilmente recitato da Jennifer Jason Leigh.
I fan di Tarantino saranno lieti di constatare la coerenza nelle scelte di stile e di filosofia cinematografica. La fotografia è realizzata ad arte, ma quello che colpisce è la colonna sonora di Ennio Morricone, che dal 1981 non componeva un brano per un western. In realtà il western non è proprio il genere in cui si inserisce The Hateful Eight. Le scene dialogate sono lunghe e articolate, cadenzate da frasi ad effetto e momenti di tensione tra i protagonisti. Tutto questo è merito degli attori che riescono a donare al film un ritmo incalzante, nonostante l’assenza di scene rocambolesche o spettacolari. In particolare è da elogiare l’interpretazione di Samuel L. Jackson che come in precedenti film di Tarantino intrattiene il pubblico con pungenti discorsi.
Lo splatter è una caratteristica fissa nei film di Tarantino, sangue, spari e improvvisi colpi di scena bombardano lo schermo. Non a tutti piace questo tipo di rappresentazione, ma sarebbe superficiale considerare il film violento senza tener conto delle tematiche che espone. Infatti, nel piccolo ambiente in cui si svolge la storia abbiamo un crogiuolo di realtà sociali tipiche dell’America dell’Ottocento: afroamericani, sudisti, nordisti e fuorilegge. I conflitti tra queste persone trovano sfogo nell’angusto emporio, interferendo e modificando le dinamiche della trama.
@Riproduzione Riservata a cura di Flavio Uccello e Francesco Medugno
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