Un giallo nella Venezia del ‘600. Il Signore di Notte di Gustavo Vitali. La recensione di WWWITALIA

Il Signore di Notte di Gustavo Vitali, pp. 517. Recensione no spoiler

Occasione ghiotta per gli amanti del giallo storico è Il Signore di Notte. Di storia ce n’è tanta nel romanzo ambientato nella Venezia del Seicento, opera prima di Gustavo Vitali. Lo scrittore si definisce esordiente, tuttavia rivela la stoffa di un narratore navigato.

Ancora nel pieno del suo fulgore, dopo i fasti dei secoli precedenti che l’avevano consacrata potenza commerciale, e non solo, del Mediterraneo, la Repubblica di Venezia nel XVII secolo vanta il suo dominio politico su tutto l’Adriatico orientale e quello commerciale su territori molto più ampi. Questo è il quadro storico che offre la scena al misterioso delitto del patrizio Nicolo Duolo, di cui Francesco Barbarigo, il Signore di Notte al Criminal, uno dei sei magistrati capi della polizia incaricati di tutelare l’ordine pubblico nel territorio urbano, è deciso a trovare a tutti i costi il colpevole, assumendo in prima persona il ruolo di investigatore.

Barbarigo, personaggio realmente esistito, ma la cui descrizione è frutto della fantasia dell’autore, è combattuto tra la sua naturale indecisione e la ferma volitività che compete al suo rango e al ruolo che ricopre. Patrizio veneziano di famiglia elencata nel Libro d’Oro della Serenissima, Barbarigo conduce una indagine lunga e tortuosa a caccia dell’assassino e lo fa scavando nella vita del povero Duolo, nobile ma ridotto al limite dell’indigenza, assassinato nella sua abitazione su Corte Loredan, nel sestriere di Cannaregio.

Francesco è diverso dagli altri Officiali di Notte, qualcosa dentro di lui lo spinge a farsi avanti, a cercare l’avventura, ma lo fa in modo istintuale, finendo per mettersi nei guai o per tuffarsi a seguire false piste senza riflettere troppo. Si spinge fuori dalla legge, evitando di seguire le procedure, rischiando in prima persona, quasi sempre senza un piano preciso e precipita nella disperazione non appena si rende conto che le indagini non portano da nessuna parte. La personalità complessa dell’uomo viene ben disegnata dallo scrittore, niente affatto indulgente nei confronti del protagonista. Ad affiancare Francesco Barbarigo nell’indagine, però, giunge il capitano Domenico Stella, investigatore esperto, uomo dotato di intuito e di misura, pronto a porre rimedio alle intemperanze del suo superiore.

Sulle orme di Walter Scott, padre del romanzo storico, Vitali indugia nel racconto e nella meticolosa descrizione di usi, mode, attività produttive e commerciali, vita comune, cibo e religione di una delle epoche più interessanti della nostra storia, in una delle città più intriganti e misteriose di quel tempo e non solo.  E questo l’autore lo fa connotando fortemente il genere storico del romanzo e fornendo utili indicazioni sulla storia di Venezia, manifestando doti di vero studioso.

Tra calli e campielli, lungo le fondamenta su cui si affacciano le abitazioni di una Venezia complicata e disobbediente, libera nel pensiero e capace di tener testa finanche al controllo politico e morale dello Stato Pontificio, anche gli affari di letto e di cuore di “missier” Barbarigo arricchiscono il racconto concorrendo a dare una immagine della vera natura dei veneziani.

Anche alle donne è dato ampio spazio nel racconto, che siano fanciulle destinate al matrimonio anziché al convento o donne in grado di scegliere il proprio futuro o che si tratti di mogli protette negli averi dalla legge della Repubblica o anche di prostitute, di cui erano chiari diritti e doveri verso la società e la legge.

La società descritta da Vitali è consapevole della sua unicità. Sia il ricco che il povero, il patrizio o l’umile pescatore, si sentono parte di un sistema che tutela ruoli e diritti, finendo per concedere agli artigiani del vetro di Murano uno status privilegiato, paragonabile in certe occasioni a quello dei patrizi, in virtù dell’importanza economica della loro arte. Ma questa potenza commerciale tutela le proprie ricchezze, imponendo ai suoi maestri vetrai l’obbligo di rimanere a Venezia e di non esportare i propri segreti all’estero. Tuttavia la corruzione non è assente, come la delinquenza comune sulla quale in alcune occasioni bisogna chiudere un occhio e in altre anche due.

Per quanto riguarda la scrittura del romanzo, lo stile di Gustavo Vitali è particolarmente pulito e corretto nella forma e il linguaggio è adatto al contesto narrativo, oltre che storico, in cui l’autore si muove con disinvoltura e sicurezza. Il giallo è avvincente e la costruzione funziona molto bene.

Il materiale storico consegnato al lettore soddisferà anche i non addetti ai lavori, per la semplicità con cui l’autore descrive ogni minuzia, senza lasciare niente di incompreso.

gustavo-grande-300pxGustavo Vitali si presenta

Sono nato a Milano il 4 agosto. Tralascio l’anno perché su questo argomento sono un tantino riluttante. La foto … non recentissima a corredo dovrebbe lasciare intuire il secolo.

Mi sono trasferito nella bergamasca agli inizi degli anni ’80 e qui sono nati i miei figli Federico e Claudio. È un peccato per chi non mi conosce di persona: si è perso il meglio … oltre alla ritrosia sull’età, soffro anche di una certa vanagloria su tutto il resto.

Le mie passioni: storia, scrittura e volo libero in parapendio. Sono un dilettante in tutte e tre.

Istruzione: liceo scientifico e scienze politiche. Nessuno ha mai parlato di me in modo lodevole: “È un ragazzo intelligente, ma non si applica abbastanza!” l’invariabile commento degli insegnanti. Sicché la laurea si è persa per strada, anche perché nel frattempo ero stato risucchiato nell’attività di famiglia che è diventata la mia per molti anni.

La passione per il volo in deltaplano e parapendio coniugata a quella per la scrittura mi ha portato a collaborare come ufficio stampa della FIVL, Associazione Nazionale Italiana Volo Libero. A questo link troverete tutta la produzione – https://www.fivl.it/comunicati-stampa/comunicati-stampa

Invece, interesse per la storia e il non essere capace di trattenere i ditini dalla tastiera, hanno sortito come risultato un libro giallo ambientato nella Venezia dei dogi, anno 1605, con personaggi realmente vissuti all’epoca. “Il Signore di Notte” – https://www.ilsignoredinotte.it/ – mi è costato otto anni meno un mese di lavoro, tempo speso più a documentarmi e leggere testi che non a scrivere le oltre 500 pagine di testo. Sono rimasto soddisfatto di questo thriller intrigante. Però attenzione! Come dicevo all’inizio, soffro di vanagloria …

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.