L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello di Oliver Sacks: un saggio scientifico capace di produrre empatia

L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello è un saggio neurologico di Oliver Sacks, pubblicato nel 1985 ed edito in Italia da Adelphi. In questo saggio l’autore racconta alcune sue esperienze cliniche di neurologo e descrive alcuni casi di pazienti con lesioni encefaliche di vario tipo, che hanno prodotto i comportamenti più singolari e imprevedibili.

Alla prima edizione statunitense sono seguite numerose ristampe e traduzioni in molte lingue. La sua diffusione e fama è dovuta, oltre alla bizzarria dei casi trattati da Sacks, anche al modo romanzesco in cui l’autore li racconta. C’è infatti una componente emotiva e umana nell’analisi dei casi clinici e un’empatia particolare coi pazienti. Il titolo del saggio è il titolo di uno degli aneddoti e si riferisce a un caso clinico, in particolare quello del dottor P: il dottor P., «eminente musicista», che cominciò gradualmente a manifestare una progressiva incapacità di dare un significato a ciò che vedeva, e a confondere tra di loro gli oggetti (e soprattutto le persone viventi) appartenenti alla sua vita quotidiana. Il titolo deriva proprio da una delle gaffes di questo paziente, che alla fine di un colloquio con il dottor Sacks confuse la testa di sua moglie con il suo cappello, e l’afferrò tentando di mettersela in testa. Nella sua trattazione, Sacks sottolinea più volte come il dottor P. non avesse alcun deficit visivo, e avesse anzi uno spirito di osservazione molto acuto: semplicemente in lui era scomparsa la capacità di assegnare un significato visivo agli oggetti che vedeva attorno a sé, sebbene fosse in grado di riconoscerli utilizzando gli altri quattro sensi. Il saggio è articolato in quattro sezioni, per un totale di ventiquattro storie, ognuna delle quali raggruppa una serie di casi clinici anche molto diversi tra loro, ma accomunati dalla natura della disfunzione primaria che li ha generati. Le quattro sezioni sono rispettivamente: “Perdite”, “Eccessi”, “Trasporti”, “Il mondo dei semplici” e in essi vengono analizzati: sindrome di Tourette, di Korsakov, di Conard, atassie, agnosie, afasie, amnesie. I casi clinici raccontati da Sacks nelle quattro sezioni del saggio ci lasciano qualcosa di profondo e inaspettato.

Tra le storie, spicca quella della disincarnata: Christina è una donna colpita da un’infiammazione alle radici dei nervi cranici e spinali che perde completamente la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e del proprio corpo verso sé stesso. Per una sportiva come lei, il danno emotivo è gigantesco. L’incapacità di sentire il proprio corpo corrisponde in qualche modo ad una incapacità di esistere, di vivere con gli altri occupando un posto nel mondo. Christina mantiene la capacità di muoversi attraverso la vista, deve guardare i suoi arti per capire dove vanno e come afferrare gli oggetti. Tuttavia ne risulteranno sempre movimenti goffi, troppo veloci o troppo lenti. Il saggio di Sacks è un lavoro scientifico, un saggio neurologico che però riesce a colpire fortemente l’emotività del lettore.

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About Marianna Spaccaforno

Laureata in Scienze Filosofiche presso L’Università di Napoli “Federico II”. Ha conseguito un Master in studi Politici e di Genere presso l’Università di Roma “Roma Tre”. La sua formazione e le ricerche svolte in ambito accademico, l’hanno portata a interessarsi a tematiche connesse alla tutela dei diritti umani e ambientali. E’ impegnata in diversi progetti che si occupano di tutelare le soggettività marginalizzate. Lettrice appassionata, si definisce creativa e curiosa.