Ray Bradbury ‘Cronache Marziane’: un classico sci-fi diviene farmaco per resistere e continuare a esistere

Ray Bradbury, noto ai lettori appassionati di fantascienza per il libro ‘Fahrenheit 451’, è uno degli scrittori più famosi e letti della seconda metà del ‘900. Scomparso recentemente, ha donato alla letteratura dei veri e propri capolavori, che hanno rivoluzionato il modo di scrivere e fare fantascienza.

Per questa ragione, per i lettori che si accingono a esplorare il genere sci-fi, Bradbury è un passaggio essenziale.

‘Cronache Marziane’ (Mondadori, 2020) inizia con un viaggio nello Spazio nel1999 che, dopo una prima spedizione fallimentare, riesce a portare un secondo razzo sul pianeta Marte,
mentre il portellone si apre e il capitano della navicella, Williams e i suoi uomini, mettono piede sul pianeta inesplorato, carichi di aspettative. I marziani, intanto, pur coscienti dell’arrivo del razzo e degli umani, scelgono di continuare la loro vita senza dare particolarmente peso a quest’avvenimento, quasi come se la presenza dell’uomo sia cosa di poco conto.

Inizia così, da parte degli umani appena sbarcati, un lungo cammino alla ricerca di qualcuno che sia anche lontanamente interessato alla loro storia:

“Vorremmo un po’ di attenzione. Veniamo dalla Terra, a bordo di un razzo, siamo in quattro, tre uomini d’equipaggio e il comandante, siamo sfiniti, affamati, gradiremmo un posticino dove dormire.

Ci piacerebbe che qualcuno ci offrisse le chiavi della città, o facesse un altro gesto simbolico del genere, qualcuno insomma che ci stringesse la mano, gridasse ‘Evviva!’ o dicesse ‘Congratulazioni amici!’. Ecco più o meno quello che vorremmo.”

Nonostante l’invisibilità iniziale, col passare del tempo i terrestri riescono a catturare l’attenzione dei marziani e soprattutto, con l’arrivo di nuovi razzi e quindi di nuovi terrestri, il numero di uomini su Marte aumenta fino a modificare le carte in tavola, aprendo a un processo di colonizzazione extraplanetario che acquisirà pieghe inaspettate e oscure.

La società, le città e le persone sono la copia esatta di quello che è stato lasciato sulla Terra. L’uomo partito per lo spazio con sete di conoscenza e voglia di esplorare, riesce però a portare su Marte solo una copia del pianeta da cui arriva.

Quello che capiamo con lo scorrere dei capitoli è che non importa in quali imprese l’uomo decida di cimentarsi; il denaro, il potere e la sete di dominio non lo abbandonano e, anzi, fanno sì che la storia si ripeta.
Infatti, gli umani che incontriamo nel romanzo di Bradbury sono fuggitivi che cercano di scappare dal disastro nucleare che ha reso la Terra un posto inospitale. I fuggitivi però, diventano subito colonizzatori e non riusciranno a creare una società migliore sul nuovo pianeta.

La storia segue un arco narrativo che va dal 1999 al 2026 e che porta drasticamente alla fine di una civiltà antica, scalzata dalla violenza estrattiva della popolazione terrestre.

Con ‘Cronache marziane’ l’autore non ci regala solo un’opera di qualità nel suo genere, ma anche un monito, un avvertimento per l’uomo che tanto desidera conquistare, espandersi e colonizzare. Inoltre, il romanzo è spaventosamente attuale: siamo come mondo-ambiente-specie di fronte alle più gravi conseguenze causate dal cambiamento climatico, eppure continuano a estrarre risorse pensando di poter rimandare all’infinito il momento della presa in carico delle responsabilità individuali e collettive. Incapaci di attraversare gli spazi con responsabilità e umiltà, gettiamo lo sguardo a milioni di anni luce, altrove.

Il romanzo di Bradbury va letto come rimedio, come farmaco necessario a guarire lo sguardo capitalista ed estrattivista che caratterizza la nostra società. Se la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia e la seconda come farsa, oggi è necessario invertire questo movimento, affidandosi a nuove modalità impreviste, creative per ripensare il mondo, ricostruirlo, lontano dal terrore nucleare e dalla furia distruttiva e denaro-centrica che muove troppo spesso i passi della nostra specie.

©Riproduzione riservata

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About Marianna Spaccaforno

Laureata in Scienze Filosofiche presso L’Università di Napoli “Federico II”. Ha conseguito un Master in studi Politici e di Genere presso l’Università di Roma “Roma Tre”. La sua formazione e le ricerche svolte in ambito accademico, l’hanno portata a interessarsi a tematiche connesse alla tutela dei diritti umani e ambientali. E’ impegnata in diversi progetti che si occupano di tutelare le soggettività marginalizzate. Lettrice appassionata, si definisce creativa e curiosa.