PAROLA DI DONNA LUCREZIA

  


             All’indomani dell’8 marzo una pugnalata in più non fa più male alle donne!         

 Un’altra giornata dedicata alle donne, un’altra giornata macchiata di sangue. Una volta si moriva per i diritti e per il lavoro. Oggi si muore per la violenza di paranoici compagni che hanno poco di umano. Mentre il mondo civile si batte perché alle donne sia assicurata pari dignità e diritti, in un Paese come il nostro, cui non manca l’istruzione (diritto-dovere) non si riesce a capire come possa dilagare la violenza familiare o verso le donne. Non c’è giorno che non si senta di un nuovo femminicidio.

Quello che spaventa è proprio il diffondersi di questa pratica che non può trovare giustificazione da nessun punto di vista. Ma allora bisogna gettare uno sguardo dentro la nostra “società civile” e capire dove stiamo andando, ma soprattutto come.

Mentre convegni e iniziative, infatti, celebrano la parità e le parole si sprecano su quanto sia necessario ancora molto lavoro, in Parlamento assistiamo a un’altra battuta di arresto del processo che dovrebbe portare la donna ad occupare il posto meritato nelle posizioni che contano quando c’è da decidere del loro, del nostro futuro. Se per farlo è necessario passare per le odiate quote rosa, che sia, giacché sembra che i paletti posti lungo questo difficile cammino non caschino da soli. Se le donne (a parità di rappresentanza con gli uomini) faranno le leggi, ci si aspetta che queste rispondano alla struttura sociale reale che è costituita da maschi e da femmine in pari numero. Se questo non avviene mai in virtù di una rappresentanza sempre dispari cosa ci si può mai aspettare? La critica che viene avanzata al sistema delle quote rose è sempre la stessa: E se le donne scelte per riempire i posti rosa non sono all’altezza dell’incarico che dovranno affrontare? E la risposta non può essere che sempre la stessa: Non sembra a nessuno che gli uomini che occupano oggi quei posti siano sempre all’altezza, tant’è che politico è divenuto in Italia sinonimo di incapace! Allora, se nella media poi il politico maschio si salva, perché non dovrebbe la femmina, considerando che le militanti a sinistra e a destra non mancano in nessun partito.

Ma l’Italia ha scelto di non reputare la donna sempre all’altezza di tali incarichi, contrariamente pare a quanto avviene per gli uomini e questo la dice lunga sul tema da cui eravamo partiti…..

 

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